Timoria: l’amore è un drago dormiente

Articolo di Luca Paisiello

Sono un po’ stanco di parlare dei Timoria perché è una band che non ha bisogno di presentazioni e senza dubbio è riconosciuto che facciano parte ormai della storia del rock in Italia. A qualcuno potranno anche non piacere, ma quando vai su in classifica con un album come “Viaggio Senza Vento” arrivando anche a pubblicare un 25ennale, significa che hai fatto il botto.

Non che prima fossero sconosciuti, quando ho scritto “Il Rock è Morto?”, libro-intervista a 60 addetti ai lavori tra musicisti, giornalisti, promoter e organizzatori di festival, raccontai di averli scoperti al loro primo Sanremo, subito eliminati, e poi rimasi colpito dalla copertina di “Storie per Vivere”, innamorandomi del loro rock tra prog e canzone d’autore senza reticenze. I primi dischi salirono agli onori della critica e il pubblico cominciava a riempire i loro concerti. Dopo “Viaggio Senza Vento” anche il muro sonoro di “2020” ebbe parecchio successo commerciale, poche band dal suono pesante arrivarono ad avere così tanta popolarità in Italia e soprattutto visibilità nei diversi contenitori televisivi che si occupavano allora di musica.

Il multietnico, come amo definirlo, “Eta Beta” era la summa della loro grande capacità di sapersi contaminare, esplorando territori dub, reggae, blues e jazz mescolandoli alla potenza sonora del rock made in Timoria. Una band che oltre a saper suonare, prediligeva anche l’arte, tra reading letterari ed esposizioni artistiche, grazie anche al connubio con il pittore Marco Lodola, un maestro delle discipline artistiche che ha collaborato per diverso tempo con la band bresciana.

Non mi è dispiaciuto affatto quanto fatto dopo l’uscita di scena di Renga, il rimpianto cantante ora votato alla musica leggera. Un atteso “1999” che conteneva comunque pezzi bellissimi come quello che dà il titolo all’articolo, ha mostrato una band che ha cercato di riproporsi in maniera diversa insieme a Sasha, il nuovo cantante che si divideva con umiltà il microfono con Omar Pedrini, senza voler mai desiderare di raccogliere l’eredità lasciata dalla voce unica di Francesco, accogliendo quello che poteva dai fans ben sapendo che il confronto sarebbe stato ingeneroso. In fondo Sasha non era stato preso per sostituire Renga, quanto accompagnare la band con la sua chitarra e mettendo la sua voce a disposizione nei differenti brani senza dover assurgere al ruolo di frontman.

Quando viene pubblicato “El Topo Grand Hotel” la band è ritornata in grande spolvero in quello che viene considerato il migliore album post-Renga, un western contemporaneo che vede riprendere in parte il viaggio senza vento di Joe, tra richiami al poeta Ferlinghetti, ritmi funky, parentesi jazz e la collaborazione con gli Articolo 31 che a qualche fans ha fatto salire il sangue, ma rimane un esempio di collaborazioni artistiche che la band bresciana ha sempre voluto per il desiderio di aprirsi a nuove esperienze. Con “Un Aldo Qualunque sul Treno Magico” si concludono le variazioni di percorso che negli anni i Timoria hanno dovuto intraprendere per non rimanere uguali a se stessi senza perdere la loro integrità musicale. Poi lo scioglimento, i Miura con Galeri e Illorca, Omar con la sua carriera solista, Ghedi scrittore e al lavoro su opere teatrali e cinematografiche, Diego ancora con la sua etichetta Prismopaco e poi i progetti musicali elettronici sotto il marchio Adam Carpet.

Un paio di anni fa 19 band liguri hanno realizzato un album-tributo al loro disco più famoso, “Progetto Viaggio Senza Vento” per l’etichetta Nero Events, rivisitando a modo loro i brani di quel concept album che aveva protagonista Joe e la sua fuga dalla deriva esistenziale. Una grande festa dei 25 anni attesa da tempo da chi ha amato i Timoria, sognando la reunion. Ci sarebbe stata? Le voci che circolavano nell’ambiente erano scettiche, poi ecco arrivare la ristampa del disco con il brano inedito “Angel”, scritto all’epoca in memoria di Kurt Cobain ma mai pubblicato. Le presentazioni del 25ennale hanno visto un mini tour negli store Feltrinelli a novembre 2018, con la presenza sparsa qua e là di Diego Galeri, Enrico Ghedi, Omar Pedrini e persino Illorca, in ripresa dopo il terribile incidente che ha coinvolto l’auto con cui viaggiava con Diego nel 2004. Ma un mese dopo arriva la notizia che seppellisce le speranze dei fans: “La reunion non si farà”. Francesco Renga impegnato con il nuovo disco e le divergenze tra i diversi membri ostacolano il sogno, tramonta quindi l’idea di cantare tutti assieme sotto il palco con i beniamini mai dimenticati.

Qualche giorno fa sulla pagina Facebook di Soundimension.it Enrico Ghedi e Diego Galeri hanno raccontato nella diretta come hanno condiviso il periodo di lockdown a causa del Covid-19, le loro attuali esperienze musicali e di vita, incrociando i ricordi e confrontandosi di striscio con il loro passato. Tra i futuri impegni annunciati da Enrico Ghedi c’è un album solista, attualmente fermo, e “Giostra Margot”, un disco frutto dalla collaborazione con un ospite di una comunità di Ospitaletto che vedrà la partecipazione di diversi artisti che hanno dato la loro disponibilità.

Gli ascoltatori hanno inviato in chat le loro domande in diretta e i due non si sono sottratti alle risposte. Alla fatidica domanda sulla reunion, Enrico Ghedi ha affermato che mettere di nuovo insieme i Timoria è come un foglio spaccato che, pur ridisponendo assieme i suoi pezzi, risulta rotto e che la magia dei Timoria non si può ricreare a tavolino. Galeri concorda che le situazioni di vita sono cambiate, come il modo di fare musica e anche di mercato, per cui al momento non sussistono le condizioni, ma nemmeno si può dire cosa riserva il futuro.

Tra le problematiche emerse anche dagli ascoltatori, viene sollevato il problema della mancanza di possibilità di suonare con Illorca, ma per Ghedi non sarebbe un problema dato che il bassista ora lavora anche con l’ausilio dell’informatica. Tra i fans i problemi relativi al mancato accordo non sono molto chiari ed Enrico ha fatto capire che anche quando si cerca solo di mangiare una pizza tutti assieme per discuterne a tavola, diventa complicato. Tante situazioni che al momento affossano questo progetto. A mio parere aleggia anche il fantasma di Renga ormai avviato con la sua carriera solista, ma forse con le giuste tempistiche e condizioni troverebbe spazio per una reunion di celebrazione. Celebrazione, appunto, in vista di un altro 25ennale, quello di “2020”, che vedrà una ristampa anche con immagini inedite fornite dai fans, sempre attenti a raccogliere foto, disegni, fogli, magliette come reliquie, mentre non sono previsti inediti. Ma di immaginare un altro disco dei Timora ormai è fuori questione.

Le speranze dei fans sono sempre alte perché la passione per questa band è immutata nel tempo, le discussioni sui perché non si arrivi alla reunion si sprecano, senza chiare motivazioni sullo scioglimento pare assurdo che cinque persone da 18 anni non riescono a trovare la quadra per mettere da parte eventuali rancori, problematiche economiche, scelte artistiche. Eppure di esempi di impossibili ricongiungimenti ce ne sono da sempre, a partire dai Beatles ai Pink Floyd, perciò annoverare anche i Timoria tra questi mostri sacri significa quanto sia stata seminale questa band nella musica italiana. L’idea di mangiarsi una pizza insieme però “E’ così Facile” da realizzare e chissà che prima o poi non ci sia la volontà, per una sera, di tornare sul palco tutti assieme immortalando magari in un video che rimarrà eterno perché l’amore per la musica, in fondo, è un drago dormiente.

Related Articles