Black Sabbath: quel rintocco di campane che ha cambiato gli anni ’70

Articolo di Andrea Musumeci

Si era appena aperto un nuovo decennio, lasciandosi alle spalle il 1969, un’annata fondamentale per l’arte e pregna di eventi significativi: la “summer of love” di Woodstock, il concerto dell’Isola di Wight, il manifesto generazionale di Easy Rider, la consacrazione della psichedelia e dei Led Zeppelin sulla primordiale scena hard rock, la genesi del krautrock, lo sviluppo della musica elettronica e la nascita di Arpanet, predecessore di internet, sconvolgimento storico che, da quel momento, avrebbe portato cambiamenti irreversibili su usi e costumi della società fino ai giorni nostri.
La fine degli anni Sessanta fu segnata anche da episodi “nefasti”, come, ad esempio, la guerra nel Vietnam, la morte di Janis Joplin e Jimi Hendrix, ed il matrimonio tra John Lennon e Yoko Ono; l’anticamera dello scioglimento dei Beatles. Nel frattempo, un altro divorzio si era appena concretizzato: quello tra i Pink Floyd e Syd Barrett. Entrambi, nel 1970, presero strade diverse: i primi pubblicando il disco Atom Heart Mother ed il secondo dando alle stampe il suo debut album solista.

L’idealismo pseudo-politico della mentalità hippie dei ’60 stava per essere spazzato via, così come l’epoca del riempimento che, da lì a poco, sarebbe stata rimpiazzata da quella della sostituzione e dalla conseguente diminuzione della produzione: il primo passo verso la disoccupazione e la consapevolezza del fallimento degli anni del boom economico.
Nel frattempo, dalla Gran Bretagna, un nuovo modo di intendere la musica rock stava catturando l’attenzione di pubblico e stampa. Anche le copertine dei dischi stavano mutando location e scenografie, come nel caso dell’iconico artwork che raffigura il Mupledurham Watermill, un antico mulino sul Tamigi nell’Oxfordshire, con in primo piano un’inquietante figura di donna vestita di nero.

Era il 13 febbraio 1970 (venerdì 13, per l’esattezza), quando una pioggia torrenziale, dei tuoni in lontananza ed il rintocco di campana a morto in sottofondo diedero inizio alla cerimonia funerea dei Black Sabbath, con la pubblicazione del loro omonimo album d’esordio, a quel tempo troppo rivoluzionario per essere compreso dai propri contemporanei che si stavano lasciando alle spalle il decennio dominato dal brit pop e dalla cultura beat.

In quel preciso istante, gli Earth (così si facevano chiamare prima che Geezer Butler rimanesse folgorato dall’omonimo film del 1963 di Mario Bava, noto anche come Le Tre Facce della Paura) si stavano trasformando in qualcosa di serio. Quei quattro ragazzi disagiati, seriosi e dall’aspetto spettrale, provenienti dalla “ridente” realtà post-bellica e operaia di Birmingham, erano pronti a sfidare il mondo, con grossi crocifissi al collo, temi sull’occulto e sulla fantascienza, montagne di hashish e birra (cocaina e sesso sarebbero arrivati poco più tardi), il mito di Disraeli Gears dei Cream ed una struttura compositiva lisergica e distorta in cui si miscelavano elementi di trance-psichedelia, blues e sonorità pesanti e oscure.

La dimensione urbana, grigia e industriale di Aston aveva fatto incrociare i destini del depresso e “dislessico” Ozzy Osbourne, del bassista-paroliere Terry “Geezer” Butler, dello scatenato percussionista Bill Ward e di Tony Iommi, chitarrista mancino, leader e ideatore di riff immortali e diabolici, con quella mano destra privata di due falangi che, per assurdo, gli permisero di modificare il suo stile facendo di necessità virtù, creando un modello unico, imitato e idolatrato dai giovani chitarristi negli anni successivi.

Quel sound brutale, allucinogeno e paludoso e le sue atmosfere lugubri e gotiche avrebbe aperto nuovi orizzonti e trascinato il rock classico verso una dimensione oscura e destabilizzante, che insieme al lamento ipnotico, tremante ed inquietante di Ozzy Osbourne stava gettando le basi per quella che, soltanto un decennio più tardi, sarebbe diventata la loro eredità doom e metal, facendo dei Black Sabbath una delle band seminali e più rappresentative del genere.

Le sette tracce di cui è composto Black Sabbath vanno dalle note lente, sinistre, taglienti ed anti-ecclesiastiche della titletrack alle sonorità rhythm ‘n’ blues psichedeliche di The Wizard, passando per la stregonesca e zeppeliniana Behind the Wall of Sleep, fino a chiudere il lato A con la tribale e pseudo-satanica N.I.B.

I brani presenti sul lato B, Evil Woman (che ricorda Strange Kind Of Woman dei Deep Purple, sebbene il riff di Blackmore sia postumo), Sleeping Village e Warning (entrambe cadenzate da jam session folk e progressive), dai titoli sembrano descrivere la copertina del disco, ma musicalmente avevano un impatto meno cupo e spaventoso.

Dopo i rumors in merito a presunti messaggi subliminali satanici contenuti in alcune canzoni di Beatles, Rolling Stones e Led Zeppelin, per la prima volta, con i Black Sabbath, il rock puzzava davvero di zolfo. Il demonio, in quanto metafora delle paure dell’essere umano, da quel momento in poi avrebbe acquisito un ruolo di talent scout sempre più importante e intrigante per il music business.

All’inizio dei ’70, dunque, il fascino per quelle forme di esoterismo e magia nera fittizie (immaginario pompato ad arte dalla casa discografica per evidenti ragioni di marketing, visto che Butler stesso ha sempre negato ogni tipo di legame con le suddette tematiche) divenne nuovo motivo di interesse presso i giovani e, contestualmente, fu soggetto a critiche negative da parte della stampa londinese, la quale non nascose, inizialmente, una certa idiosincrasia nei confronti della band britannica.

Molto probabilmente, la prima volta che ascoltarono quell’album, nessuno (membri del gruppo, fan e mass media dell’epoca) sapeva che Black Sabbath sarebbe diventato uno dei dischi più influenti di tutti i tempi, uno di quei lavori discografici la cui importanza culturale e musicale verrà riconosciuta soltanto a posteriori. Nessuno era pronto a scommetterci nemmeno un dito della mano destra.
Così, 50 anni fa, in tutto quel buio, ebbe inizio la leggenda dei Black Sabbath.
https://youtu.be/0lVdMbUx1_k

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