Le tartarughe marine e il futuro del Mediterraneo

Articolo di Domenico Letizia

Nel Mediterraneo decine di migliaia di tartarughe marine, della specie Caretta caretta, muoiono annualmente. Le stime parlano di circa 50mila esemplari di tartarughe marine catturate accidentalmente nei mari italiani e di queste circa 10mila non sopravvivono. Nel corso degli ultimi mesi alcuni progetti legati alla pesca e alla sostenibilità marina e ambientale tentano di sviluppare idee e pratiche per ridurre la mortalità delle tartarughe marine durante le attività di pesca professionale, incentivando politiche per la riduzione delle catture e della mortalità di questa specie.

In particolare, grazie al coinvolgimento diretto dei pescatori sono stati messi in campo dei sistemi di pesca selettivi per la riduzione delle catture accidentali durante le attività di pesca professionale, come ami circolari, dissuasori luminosi o reti professionali che hanno portato a un calo delle catture accidentali che va dal 20% al 100%. Ricordiamo che negli ultimi 4 anni, sono state recuperate una settantina tartarughe Caretta caretta, grazie ad un’importante partnership con l’Area Marina Protetta Isole Egadi (A.M.P.) e che quasi tutte, grazie alla collaborazione e al network creatosi tra varie equipe specializzate, hanno raggiunto la completa riabilitazione dopo esser state ferite o trovate in difficoltà, a causa di ingestione di plastica, ami e lenze da pesca, o interazioni con rifiuti galleggianti o scontri con le barche.

Le tartarughe salvate, vengono spesso recuperate in condizioni difficili e sono soccorse nel Centro di Recupero di Tartarughe Marine a Favignana. Tale azione ha permesso all’equipe specializzata del centro, non solo di fornire assistenza diagnostica e chirurgica alle tartarughe che lo necessitano, ma di poter controllare anche la loro degenza e seguire, passo dopo passo, tutte le fasi della guarigione, fino alla riammissione in libertà.

In questi anni, inoltre, la razionalizzazione delle modalità di intervento ha permesso al Centro di ottenere risultati notevoli portando a un drastico calo del trend di mortalità delle tartarughe. Sono state standardizzate le procedure con le Capitanerie di Porto di Trapani e Mazara del Vallo, consentendo di accelerare la ricezione delle informazioni sulla posizione degli animali ed il loro trasporto. Inoltre, sono state introdotte nuove tecnologie come le radiografie digitali, che hanno permesso di individuare anche altre malattie come la polmonite, e l’uso del laser è stato ampliato ad alcune terapie e all’intervento in chirurgia. Attualmente, resta alta l’attenzione nella tutela delle uova di tale tartaruga.

La strategia di questa specie è puntare sul numero: tra le uova deposte solo alcune centinaia si schiuderanno, e solo pochi nuovi nati riusciranno a diventare adulti e raggiungere il mare. Evitare di interferire con tale meccanismo naturale non può che agevolare la vita di questa splendida creatura del nostro Mediterraneo.

Foto: wwf.it

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