“Smile”, l’autoritratto omogeneo di Katy Perry

Articolo di Alberto Maccagno

Il 28 agosto 2020, per Capitol Records, è uscito Smile, il nuovo album di Katy Perry. Complessivamente un bel disco che diventa ancora più piacevole dalla metà in poi.

Smile è un buon progetto per chi apprezza il pop internazionale, vario e carico di stili, e un’ottima scelta per chi ama le belle produzioni e i missaggi indovinati, in grado di valorizzare l’intera performance dei musicisti.

Ad aprire le danze è Never Really Over, singolo magnetico che, per quanto avulso dal resto dell’opera, introduce l’ascoltatore al mood compositivo di questa, fatto di stesure semplici e immediate ma non per questo banali.

Katy Perry si dimostra un’artista versatile, abile nel passare da influenze funk (in canzoni quali Tucked e la title track della release, Smile) ad altre più vicine alla disco anni ’70-‘80 (per esempio in Champagne Problems), chiudendo infine il cerchio con una spolverata di sonorità urban e trap (nella quieta e sexy Harleys in Hawaii e nella cinematografica Not The End Of The World).

Inoltre, al progetto non mancano le ballate, idonee visto il carattere introspettivo dei testi, come Daisies (dedicata alla neonata figlia avuta con l’attore Orlando Bloom, appunto, Daisy Dove), Only Love e la conclusiva What Makes A Woman, brano di grande femminilità e di forte impatto emotivo.

In ultima analisi, possiamo affermare che Smile sia un autoritratto qualitativamente omogeneo e riuscito di Katy Perry, la quale nelle vesti di pagliaccio (come mostrato in copertina) sa divertirsi e divertire così come far riflettere e commuovere, aprendo un nuovo ventaglio di scelte nella propria produzione artistica.

TRACKLIST:

01. Never Really Over

02. Cry About It Later

03. Teary Eyes

04. Daisies

05. Resilient

06. Not The End Of The World

07. Smile

08. Champagne Problems

09. Tucked

10. Harleys in Hawaii

11. Only Love

12. What Makes A Woman

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