Violenza sui minori: quella ignobile maglia nera della Sicilia

Articolo di Francesco Pira

L’analisi dell’ultimo report della Onlus Terre des hommes relega la nostra regione ai (poco lusinghieri) vertici della classifica generale: maltrattamenti in famiglia, prostituzione minorile, ma anche madri minorenni, nascite da adolescenti e aborti, volontari e spontanei.

Sono 651 i minori vittime di violenza in tutta la Sicilia. Questi i dati aggiornati al 2019 rilasciati dal nuovo report di Terre des hommes, la onlus presente in 76 Paesi con 945 progetti a favore dei bambini, che posizionano la regione al secondo posto per casi di minori vittime di violenza.

La Sicilia oltre che nella classifica generale, in cui è seconda solo alla Lombardia (1.015), si trova tristemente sul podio anche per i maltrattamenti in famiglia, dove si piazza al secondo posto con 253 casi (al primo posto ancora una volta la Lombardia con 327 vittime); e al terzo posto per prostituzione minorile (6 casi), preceduta da Veneto e Lombardia, che attestano rispettivamente 12 vittime in maggioranza maschi e otto con una maggioranza femminile.

La Sicilia ha poi il più alto tasso di madri minorenni nel 2018 e con 314 casi supera di netto il secondo posto della Campania (227 casi), a seguire Puglia e Lombardia con 135 e 134 madri minorenni.

Al contempo però diminuiscono anche le nascite da adolescenti, anche in questo casi la Sicilia è al primo posto con 122 dimissioni per aborto spontaneo contro i 467 casi di aborto volontario (di cui 13 praticati da bambine fino a 14 anni).

La Sicilia, per fortuna, non è tra i primi posti per i reati di violenza sessuale e violenza sessuale aggravata: la Lombardia ha registrato nel 2019 un drammatico record, rispettivamente con 153 e 73 vittime, seguita, per i reati di violenza sessuale, da Lazio (72) Emilia Romagna (55 vittime), Toscana e Veneto (entrambi con 44 vittime).

Nonostante i dati ancora sconfortanti comunque in genere in Italia nel 2019 si segna un calo dell’1% di vittime minori di reato rispetto al 2018, si è infatti passati da 5.990 a 5.930 casi, soprattutto bambine e ragazze. D’altronde però, prendendo in considerazione gli ultimi dieci anni, si vede come il fenomeno della violenza sui minori sia in continuo aumento (si parla del 41% in più), toccando addirittura il +333% di vittime di pedopornografia. Aumento consistente anche per i maltrattamenti in famiglia, aumentati del 105% rispetto al 2009, con un incremento del 34% di vittime di violenza sessuale.

Mi sono occupato in diverse occasioni di violenza sui minori, soprattutto in relazione ai reati legati al cyber bullismo. La rete è una trappola quasi perfetta per attirare i giovani, ma anche i bambini, all’interno di meccanismi rischiosi come la pedopornografia. Recentemente ho affrontato, in diversi interventi e articoli, il tema delle Challenge ovvero prove di coraggio insensate che rappresentano un vero pericolo per i nostri figli.

Frequentemente, intorno a minori vittime di violenza, si creano vere e proprie barriere di omertà in cui parenti, vicini e compagni di classe, pur essendo a conoscenza degli episodi di violenza, maltrattamenti e abusi, decidono di non denunciare l’accaduto alle autorità competenti per paura o per vergogna.

Servono politiche educative e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, degli operatori delle comunità scolastiche, dei medici e psicologi di base e delle famiglie, incrementando negli stessi la capacità di riconoscere gli indizi di condotte abusive e violente, con particolare riguardo a quelle perpetrate ai danni dei minori con disabilità; insistere sull’ incremento degli strumenti investigativi in dotazione alle forze dell’ordine per il contrasto dell’abuso sessuale in danno delle persone di età minore, con particolare riguardo alla realizzazione di tali condotte tramite internet e i social network; bisogna intraprendere iniziative volte a rafforzare e potenziare i controlli, all’interno del percorso di affidamento, delle case famiglia e dei centri per l’infanzia, per verificare la qualità dei servizi e il benessere dei minori; è necessario potenziare le normative al fine di prevedere che i condannati in via definitiva per reati sessuali e maltrattamento in danno a minori, o per adescamento, siano interdetti dallo svolgimento di qualunque tipo di attività tale da comportare contatti diretti e regolari con bambini e ragazzi.

Insomma, serve vigilare e contrastare con forza questo fenomeno, perché come sosteneva Albert Einstein: “Non c’è a questo mondo grande scoperta o progresso che tenga, fintanto che ci sarà anche un solo bambino triste”.

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