“Romanzo esplicito”, qualcosa che solo certi esordi riescono a contenere

Articolo di Gordiano Lupi

Romanzo esplicito ha solo una cosa giusta: lo pseudonimo che Josephine Yole Signorelli (nata a Catania nel 1991) si è data per scrivere e disegnare le sue storie. Non vi lasciate fuorviare dalla fascetta che una certa Rosella Postorino (chi è?) firma come invito a leggere il libro: “Nudo, anzi spudorato, eppure sussurrato appena. Un misto di candore e ferocia, qualcosa che solo certi esordi riescono a contenere”. La quarta di copertina, invece, riassume il senso delle pagine: il racconto di un amore finito, che investe la vita passata e presente della protagonista. Le pagine che potete leggere a vostro rischio e pericolo narrano un’autobiografia viscerale, raccontano un’adolescenza con relativi amori, rotture, eccessi e perversioni di ogni tipo.

I fumetti sono a colori unici, con sfondi che variano dal bianco al verde, passando per il violetto e il blu, disegnati male, come i peggiori fumetti porno degli anni Sessanta, che erano comunque superiori (perché sinceri!) a un prodotto indefinibile che vorrebbe essere d’autore. Le storie sono raccontate male, senza poesia, prive di spessore letterario, in maniera cruda e sommaria, senza il minimo approfondimento psicologico.  Se l’autrice voleva calare il lettore nell’atmosfera di degrado e squallore che rappresenta la cornice per certi amori adolescenziali, c’è riuscita in pieno. La fumettista usa le armi della peggior narrativa underground per raccontare qualcosa di fastidioso, che non interessa, non suscita emozioni, non porta a immedesimarsi nei personaggi, in una parola lascia del tutto indifferenti. Fumetti Brutti è la sola cosa azzeccata del lavoro di Signorelli, perché – anche se so bene che l’aggettivo brutto non è una categoria critica – resta il modo migliore per definire questo inutile libro.

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