Emergenza Sicurezza Cas: A20 Viadotto Tarantonio vivere con l’incubo del crollo

Articolo di Domenico Interdonato

Cittadinanzattiva ormai da cinque anni raccoglie le proteste e le segnalazioni, provenienti da tutta la Sicilia, per poi fare sintesi, proposte e denunce, ci ha colpito il grido di rabbia e di dolore, giunto via social da alcuni operatori commerciali e abitanti, che vivono e operano ai lati dei due viadotti “Tarantonio” siti sulla A20, prima della barriera pedaggi di Villafranca lato Messina. La visione delle foto ci ha incuriosito e siamo andati a fare un sopralluogo sotto i piloni; giunti in loco abbiamo potuto constatare l’estrema pericolosità e il dramma.

L’appassionato racconto dei tanti intervistati, lo abbiamo trasformato in questa interessante intervista.

Da quanto tempo vivete questa drammatica realtà? Siamo cresciuti sotto i viadotti che negli ultimi anni sono diventati un grave pericolo per noi, per la nostra comunità e per gli utenti che vi transitano.

Quando avete deciso di diffondere le foto e i video dei due viadotti? Era il 2015 ma poi abbiamo deciso a farlo nel 2017, cominciavano a cadere calcinacci, pezzi di cemento ed allora siamo riusciti a catturare l’attenzione di un quotidiano nazionale, che ha realizzato un servizio, poi dopo la caduta del ponte “Morandi” a Genova, dopo un primo sopralluogo è intervenuta una ditta che ha fatto dei lavori di ripristino solo nella parte bassa di due piloni e sono andati via, lasciando tutto immutato, il piccolo ripristino è ancora visibile.

Sono stati fatti altri interventi nella parte superiore dei due viadotti e dei piloni? Noi abbiamo assistito solo al continuo deterioramento strutturale e alla caduta di calcinacci, infatti quando passiamo sotto lo facciamo di corsa con il casco e in protezione, non abbiamo alternative.

Ci volete segnalare qualcosa di particolare? Si la caduta nei mesi scorsi di un pezzo di cemento grande come un materasso il “meteorite”   si è conficcato sopra un capanno abbandonato e fatto scappare per il botto il cavallo, che era al pascolo nelle vicinanze.

Perché definite i due viadotti paurosi? Negli anni abbiamo visto e sentito di tutto, come volare un camion, siamo andati a soccorrere l’autista ma era già deceduto, poi la caduta di un’altro camion, un’auto di turisti svizzeri è rimasta in bilico e sono stati salvati per miracolo. Durante e dopo le piogge è un continuo rumore di gomme in frenata e tamponamenti, con strazianti grida, che si sentono in tutta la vallata soprattutto di notte. L’ultimo incidente ha visto coinvolto un giovane militare, che si era fermato a soccorrere dei feriti.

Quando ci fermate ad osservarli cosa pensate? Pensiamo che l’abbandono è evidente e ci auguriamo non si verifichi una strage come il Ponte “Morandi”, guardi come sono ammalorati gli appoggi delle travi e dove sono fissati i guardrail, da sotto sembra tutto marcio, noi non siamo dei  tecnici ma l’evidenza è palese.

Perché vi siete rivolti a Cittadinanzattiva  Sicilia? Abbiamo notato sui media e social, che siete gli unici a seguire una linea razionale di proposta, che non si limita alla protesta, infatti abbiamo apprezzato molto le vostre iniziative, dalla denuncia alla Procura della Repubblica di Messina per “Attentato alla Sicurezza dei Trasporti” assieme a tre    Associazioni di Consumatori e nei giorni scorsi  alle azioni rivolte al rimborso dei pedaggi riferiti agli ultimi dieci anni.

Cosa vi augurate per la risoluzione di questa drammatica emergenza? Ci auguriamo che tutti facciano la loro parte a cominciare dal Ministero del Trasporti e delle Infrastrutture, abbiamo bisogno di  investimenti e l’intervento dell’Anas. Nel 2015 il Ministero aveva tolto la concessione al Cas e per un cavillo legale sono riusciti a riprenderla, questo è stato un vero dramma per noi siciliani, ci sentiamo isolati e penalizzati dall’Italia.  

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