Roberto Calasso: un «cacciatore» assoluto di libri

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Nella notte tra il 28 e il 29 luglio a Milano è morto Roberto Calasso. Un uomo che vive di libri, tra i libri. Lo scrittore, editore e presidente della casa editrice Adelphi.

Nasce a Firenze il 30 maggio 1941. Nella biblioteca del nonno, il piccolo Roberto scova giocando l’amore della sua vita: il libro, i libri. La prima rivelazione gli viene da un’edizione economica di Cime tempestose, grazie alla quale capisce che la lettura è anche un gioco, può sostituirsi al gioco. A soli tredici anni riceve in regalo dal padre l’edizione Pléiade della Recherche, che legge avidamente. Frequenta il liceo classico «Torquato Tasso» di Roma. Si laurea in letteratura inglese con Mario Praz. A soli 20 anni, nel 1961, con Luciano Foà, Roberto (detto Bobi) Bazlen progetta, sviluppa il programma di una nuova casa editrice, Adelphi, fondata l’anno dopo, nel 1962. Essa si distingue per l’attenzione a una cultura mitteleuropea, a prospettive mitiche, psicologiche, simboliche. Nell’universo Adelphi Calasso lavora, pensa, scrive, edita senza sosta. Nel 1971 ne diventa direttore editoriale e nel 1990 consigliere delegato. Dal 1999 è presidente della casa editrice.

Nel 1966 traduce e cura Il racconto del Pellegrino. Autobiografia di sant’Ignazio di Loyola. Un capolavoro della letteratura autobiografica. Nel 1969 Ecce homo. Come si diventa ciò che si è di Friedrich Nietzsche.

Nel 1988 scrive Le nozze di Cadmo e Armonia. Nel risvolto di copertina si legge: Le nozze di Cadmo e Armonia furono l’ultima occasione in cui gli dèi dell’Olimpo si sedettero a tavola con gli uomini, per una festa. Ciò che accadde prima di allora, per anni immemorabili, e dopo di allora, per poche generazioni, forma l’albero immenso del mito greco. […] Forse il mito è una narrazione che può essere capita solo narrando. Forse il modo più immediato per pensare il mito è quello di raccontarne di nuovo le favole. Una luce radente, netta, qui le investe tutte e le mostra nelle loro molteplici connessioni, come una vasta e leggerissima rete che si posa sul mondo.

Roberto Calasso realizza veri e propri romanzi-saggio perfettamente, sapientemente orchestrati (G. Ferroni). Calasso è il rappresentante di un genere letterario nuovo e difficile da definire, quello della scrittura saggistica, del romanzo-saggio. Calasso «lascia» il ruolo di fondatore e direttore della casa Adelphi, per mettersi alla prova in un’impresa a tappe. Dopo Le nozze di Cadmo e Armonia è la volta di Ka (1996), Il rosa Tiepolo (2006) – il quinto pannello di un’opera dove Calasso elabora materie molto diverse ma tutte strettamente connesse fra loro.

Nel 2016 pubblica Il cacciatore celeste, ove narra del passaggio dell’uomo da raccoglitore a cacciatore. Ci fu un’epoca – annota, scrive Calasso nel risvolto di copertina – in cui, se si incontravano altri esseri, non si sapeva con certezza se erano animali o dèi o signori di una specie o demoni o antenati. O semplicemente uomini. Un giorno, che durò molte migliaia di anni, Homo fece qualcosa che nessun altro ancora aveva tentato. Cominciò a imitare quegli stessi animali che lo perseguitavano: i predatori. E diventò cacciatore. Fu un processo lungo, sconvolgente e rapinoso, che lasciò tracce e cicatrici nei riti e nei miti, oltre che nei comportamenti, mescolandosi con qualcosa che nella Grecia antica fu chiamato «il divino», tò theîon, diverso ma presupposto dal sacro e dal santo e precedente perfino agli dèi. Numerose culture, distanti nello spazio e nel tempo, associarono alcune di queste vicende, drammatiche ed erotiche, a una certa zona del cielo, fra Sirio e Orione: il luogo del Cacciatore Celeste.

Nel 2019 dalla sua penna sgorga Il libro di tutti i libri. Calasso ci conduce nel mondo della Bibbia, il libro sacro dell’Ebraismo e del Cristianesimo. Il libro di tutti i libri dalla forte vocazione narrativa, che fa del distacco e dell’esilio la sua cifra e mette al proprio centro proprio quelle parole, distacco e lontananza: «Va’ via dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che ti mostrerò». Una frase che compendia un destino, una promessa, una condanna. Poi è tutto un succedersi incalzante e sconvolgente di nomi, di eventi, di fatti. Nomi, fatti, eventi segnati, intessuti dalla grazia (Grazia), dall’elezione, da colpa, ecc. dei fatti è turbinoso, spesso sconvolgente. E ogni volta la grazia e la colpa, l’elezione e la condanna appaiono intessute nelle vite dei singoli e della loro stirpe.

La vita di Calasso è stata un viaggio nel vascello dei libri. Un viaggio tra il visibile e l’invisibile. Tra la saggezza e la follia. Un viaggio segnato dall’idea di costruzione e di distruzione. Adesso il progetto editoriale dell’uomo e scrittore Calasso sta di fronte a noi, è nelle nostre mani, è – in senso assoluto – nei suoi libri. Da leggere, amare e vivere.

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