“Borotalco”, la commedia sofisticata di Carlo Verdone

Articolo di Gordiano Lupi

Terzo film di Carlo Verdone, dopo le gallerie di personaggi (molto riuscite) esibite in Un sacco bello (1980) e Bianco rosso e Verdone (1981), un successo di critica e di pubblico, anche se fa arrabbiare Lucio Dalla per problemi di caratteri sul titolo e la Robert’s che vede usare un marchio senza autorizzazione. Leggero come il borotalco, da una considerazione sulla levità del soggetto viene fuori il titolo, che c’entra poco con la storia. I litigi si ricompongono, visto il grande successo del film, che vince diversi David di Donatello e altri premi minori, soprattutto si aggiudica uno dei migliori incassi della stagione, per la gioia di Angelo Rizzoli e della famiglia Cecchi Gori. Verdone omaggia un grande sceneggiatore con il nome del suo personaggio (Sergio Benvenuti) e scrive un film divertente, una vera commedia sofisticata, insieme a Enrico Oldoini. La storia d’amore sopra le righe tra due venditori porta a porta dai caratteri opposti, alternata con la vita ordinaria e monotona che la coppia conduce, che giunge a compimento solo nel finale, tornando alla finzione che l’aveva prodotta. Eleonora Giorgi è in gran forma, perfetta nel ruolo di una vulcanica Nadia, gran venditrice, innamorata di Lucio Dalla, che vuol conoscere per fargli incidere una sua canzone (Un fiore per Hai, di Dalla e Liberatori). Angelo Infanti interpreta da par suo un personaggio scritto per Vittorio Gassman, fanfarone e millantatore, che Sergio utilizza come modello per conquistare Nadia. Mario Brega è un padre romano burino e manesco come ce n’erano molti negli anni Ottanta, così come il discorso del matrimonio e della difesa dell’onore di una figlia è un po’ retrò ma realistico. Da notare il personaggio di Nadia che discute con il fidanzato sui diritti della donna, emancipata e lavoratrice, non più soltanto moglie e madre, come lezione degli anni che si stavano vivendo. Nadia è un personaggio innovativo, per il periodo storico, pure se oggi può apparire datato, ma chi ha vissuto gli anni Ottanta sa bene quanto il femminismo faticasse a far breccia nella vecchia mentalità maschile. Moana Pozzi è bellissima in una rapida apparizione seminuda, in casa di Angelo Infanti, immersa nell’acqua di una piscina (a un certo punto si intravede anche in un poster). Carlo Verdone interpreta il se stesso imbranato e il gran bugiardo della storia, che affascina e conquista, grazie a lui Nadia si innamorerà, ma di una persona che non esiste. Un film sul tema del doppio, se si vuole, a metà strada tra apparire ed essere, sia Infanti che Verdone recitano personaggi che non esistono, solo per far colpo e affascinare. Colonna sonora eccellente, brani di Lucio Dalla e Stadio (Luciano Curreri in primis), con Fabio Liberatori ad amalgamare il tutto. Tra i pezzi migliori ricordiamo Chi te l’ha detto? e Grande figlio di puttana (nel finale e sui titoli di coda), senza dimenticare Cara, L’ultima luna, Meri Luis e Futura. David di Donatello e Nastro d’Argento per le musiche, grande successo di vendite per l’album di Lucio Dalla, reclamizzato al massimo dalla pellicola. Il film è così riuscito, tra i migliori di Verdone, se non il migliore in assoluto, che la Cineteca Nazionale ha pensato bene di restaurarlo per conservarlo a futura memoria. Quarant’anni davvero ben portati.

Regia: Carlo Verdone.  Fotografia: Ennio Guarnieri. Montaggio: Antonio Siciliano. Soggetto e Sceneggiatura: Carlo Verdone, Enrico Oldoini. Scenografia: Mauro passi. Costumi: Luca Sabatelli. Trucco: Nilo Jacoponi. Musiche: Lucio Dalla, Fabio Liberatori, Stadio. Produttore: Mario e Vittorio Cecchi Gori. Case di Produzione: Intercapital, Rai Radiotelevisione Italiana. Distribuzione Italia: Cineriz. Durata: 97’. Genere: Commedia. Interpreti: Carlo Verdone (Sergio Benvenuti/Manuel Fantoni), Eleonora Giorgi(Nadia Vandelli), Christian De Sica (Marcello), Angelo Infanti (Manuel Fantoni/Cesare Cuticchia), Enrico Papa (Cristiano), Roberta Manfredi (Rossella), Isa Gallinelli (Valeria), Mario Brega (Augusto), Moana Pozzi (amica straniera di Manuel Fantoni), Vittorio Zarfati (prete del convitto), Nando Marineo (editore dei colossi della musica), Antonella Antinori (segretaria)

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