“Crazy for football”, tratto da un documentario su una storia vera tra pazienti psichiatrici

Articolo di Gordiano Lupi

Tutto deriva da un documentario che De Biasi gira nel 2016 su una storia vera ambientata tra pazienti psichiatrici che partecipano al mondiale di calcetto a Osaka, in funzione di ludoterapia. David di Donatello 2019, patrocinato dalla Federazione Italiana Gioco calcio e dalla Regione Lazio. La storia è leggermente diversa dalla fiction che per problemi di logica narrativa è ambientata in un reparto romano di psichiatria, ma i personaggi sono ricalcati dalla realtà. Sergio Castellitto è il dottor Saverio Lulli, che organizza un mondiale di calcio per pazienti ipotecando la casa e mettendosi contro la struttura ospedaliera, convinto della bontà del suo metodo terapeutico. Massimo Ghini è il primario del reparto che cerca di contenere le idee innovative del collega, ma in fondo lo protegge e lo difende in sede di Consiglio Disciplinare. Antonia Truppo è la giovane assistente Paola, Max Tortora è l’ex calciatore – malato di gioco compulsivo – che si presta a fare l’allenatore della scalcinata compagine. Cecilia Dazzi è l’ex moglie del medico, critica e cinica, sempre contraria alle idee del marito e alla sua dedizione per il lavoro. Nella trama si inserisce anche una storia d’amore tra Alba (Fontan), la figlia dello psichiatra e il giovane paziente Tommaso (Baldasseroni), psicologicamente fragile ma meno problematico di altri. Gli interpreti sono tutti ben calati nelle parti, con un Castellitto al massimo della forma e un divertente Tortora nei panni dell’allenatore romanesco un po’ caciarone. Il film, che va in onda in una sola puntata, lunedì 1 novembre, ed è ancora visibile su RaiPlay, si consiglia per una sceneggiatura perfetta e per una caratterizzazione dei personaggi molto approfondita. De Biasi e i suoi collaboratori sceneggiano una storia vera con elementi di suspense che fanno fremere gli spettatori per il destino dei protagonisti, realizzando cinematograficamente bene anche le sequenze calcistiche. Il tema del calcio come terapia, dello sport di gruppo che può aiutare a uscire da depressione e problematiche psichiatriche, secondo le regole della legge Basaglia, è trattato con rispetto e realismo. La confezione televisiva si presta al tipo di storia narrata che contiene un messaggio importante, si notano comunque una fotografica dei dettagli e una scenografia degni del buon cinema. Un film da vedere.

Regia: Volfango De Biasi. Soggetto e Sceneggiatura: Volfango De Biasi, Tiziana Martini, Filippo Bologna. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Stefano Chierchè. Scenografia: Lara Sikic. Trucco: Martina Cossu. Produzione: Guido Simonetti, Maria Carolina Terzi, Luciano Stella. Interpreti: Sergio Castellitto (Saverio Lulli), Max Tortora (Vittorio Zaccardi), Massimo Ghini (Luca De Metris), Cecilia Dazz (Giovanna Lulli), Antonia Truppo (Paola), Lele Vannol (Sandrone), Angela Fontan (Alba), Lorenzo Renzi (Fabione), Manuel Gonzalo Alonso Buenaposada (Josè), Federico Antonucci (Davide), Simone Baldasseroni (Tommaso), Jacopo Maria Bococch (Stefano), Walter Cordopatri (Alfredo), Alessio Del Mastro (Giulio), Livio Kone (Kader), Alessio Ranucci (Lorenzo), Walter Mazzocchi.

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