“Un fidanzato per mia moglie”, un film poco convincente

Articolo di Gordiano Lupi

Ormai sappiamo che la crisi del cinema comico italiano ha superato i livelli di guardia, ma sconcerta che Rai Cinema investa capitali per un sottoprodotto filmico come Un fidanzato per mia moglie, scopiazzato da una commedia argentina (sic!) del 2008: Un novio para mi mujer. La trama. Camilla (Cucciari) si trasferisce a Milano dalla natia Sardegna, abbandona amicizie e lavoro di speaker radiofonico per sposarsi con Simone (Kessisoglu), venditore di auto. Il matrimonio va in crisi perché la moglie diventa sempre più di pessimo umore, costretta a vivere in casa, senza lavorare. Simone non sopporta più Camilla e – su consiglio degli amici – decide di sbarazzarsene facendola sedurre da un noto playboy (Bizzarri), soprannominato Il Falco. Quando la frittata è fatta, Simone si rende contro di amare ancora la moglie e non vorrebbe perderla. Lieto fine assicurato.

Un fidanzato per mia moglie è un film di un’idiozia irritante che ha in comune con l’altrettanto indecente Fuga di cervelli del mitico Paolo Ruffini (persino direttore artistico per Bolgheri Melody) il fatto di essere un pessimo remake di un lavoro estero. Niente da salvare in un lavoro televisivo, definito commedia, ma così squallido da non meritare neppure il nome di farsa. Luca e Paolo sono due buoni intrattenitori comici televisivi, ma definirli attori è parola grossa. Geppi Cucciari è il pezzo migliore del cast, ma deve fare i conti con una sceneggiatura risibile e dialoghi zeppi di luoghi comuni. Inutile replicare la televisione al cinema, spacciando per quel che non sono pessime fiction senza spessore stile Camera Caffè, puntando sulla notorietà degli interpreti. Ci sono anche Ale e Franz nella parte degli amici dentisti gay, pure loro in crisi matrimoniale, ma non alzano certo il tasso di comicità. Subito dopo aver visto questa pellicola inutile mi sono rifatto la bocca con Ferie d’agosto (1996) di Carlo Virzì, non un capolavoro, ma almeno commedia di personaggi, ben strutturata, girata con mano salda, fotografata da maestro tra spaccati insulari, piani sequenza poetici e immaginifici rimpianti. Inutile parlare di regia in un film come Un fidanzato per mia moglie, assente, piatta e monocorde, arricchita da qualche cartolina illustrata di Milano stile panoramica notturna e brevi risvegli tra i grattacieli. Davide Marengo ha fatto altro, pare, qualche videoclip e persino cinema vero, ma sembra essersene scordato. Ha ragione anche lui, però. Se Rai Cinema questo chiede… E allora continuiamo così. Facciamoci del male. Produciamo film con Luca e Paolo, Ruffini e Siani. Celebriamo il funerale della commedia all’italiana.

Regia: Davide Marengo. Soggetto e Sceneggiatura. Francesco Piccolo, Davide Marengo. Scenografia: Paola Comencini. Costumi: Eva Coen. Produttore: Beppe Caschetto. Casa di Produzione: IBC Movie, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Genere. Commedia. Durata: 97’. Interpreti: Paolo Kessisoglu, Geppi Cucciari, Luca Bizzarri, Dino Abbrescia, Franz, Ale, Pia Engleberth, Corrado Fortuna, Brenda Lodigiani, Daniela Tusa, Alice Mnagione, Astrid Meloni.

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