Pier Vittorio Tondelli a trent’anni dalla sua scomparsa

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 16 dicembre 1991 moriva, a soli 36 anni d’età, Pier Vittorio Tondelli. Uno degli scrittori più significativi della narrativa italiana degli anni Settanta e Ottanta. Tondelli è scomparso presto – docet Alberto Asor Rosa (Breve storia della letteratura italiana, vol. 2, p. 391) ma con i suoi libri, con le sue iniziative «promozionali» apposite (Under 25 del 1986 e Under 25 secondo, 1987) «ha spinto fortemente in direzione d’un modo nuovo di fare letteratura».

A trent’anni di distanza per tenere, mantenere viva la memoria il settore biblioteche del Comune di Bologna ha organizzato – insieme a Psicoatleti Asd e Fondazione Bottega Finzioni – due iniziative dedicate proprio allo scrittore correggese (https://www.24emilia.com/a-dicembre-a-bologna-due-eventi-per-ricordare-pier-vittorio-tondelli-a-trentanni-dalla-morte). Lo scorso fine settimana il Centro documentazione Pier Vittorio Tondelli, assieme al Comune di Correggio e alla Biblioteca «Einaudi» hanno proposto il XXI Seminario Tondelli dal titolo «Pier Vittorio Tondelli non era invidioso». Un seminario tondelliano che ha onorato la memoria di Fulvio Panzeri, morto il 25 ottobre 202, un maestro elementare, uno dei più acuti e originali critici letterari di questa generazione. Uno studioso che ha attraversato la scrittura, l’anima di due autori che più ha sentito vicini: Giovanni Testori e Pier Vittorio Tondelli.

Nella produzione narrativa di Tondelli la «condizione giovanile degli ultimi anni del Novecento è al centro della sua scrittura narrativa caratterizzata da un grado elevato di sperimentalismo, di espressionismo, nel tentativo di avvicinare il racconto ad una registrazione in presa diretta della realtà: l’ambiente universitario, la contestazione, l’iniziazione sessuale, il dramma della droga ecc. Il linguaggio, crudo e immediato, si avvicina al parlato e alla lingua gergale giovanile, senza censure e tabù». (Carlo Vecce, Letteratura italiana. Piccola storia, vol. 2, p. 188). Pier Vittorio Tondelli (https://www.ilsaltodellaquaglia.com/2020/09/14/pier-vittorio-tondelli-un-tessitore-di-parole-intrecciate-da-grazia-e-bellezza/?fbclid=IwAR0cqwNMdFRrpF-6EmV04RIHnn10SIgPKJ_LhvGJtl8bbFL_nD9AZVbSb70), nel 1980 con i sei racconti Altri libertini si impone come interprete originale della generazione della fine degli anni Settanta. Una generazione utopistica, una generazione legata alle lotte studentesche. Altri libertini è un autentico, originale ritratto generazionale. Successivamente pubblica, nel 1982, Pao Pao – una sigla che sta per Picchetto Armato Ordinario -un romanzo-satira dissacrante sulla vita militare traguardata con gli occhi intelligenti e vispi di un omosessuale. Nel 1985 pubblica Rimini e poi nel 1989 Camere separate. Come osserva Cesare De Michelis quest’ultima opera è uno «straordinario e felice romanzo d’amore e di morte nel quale riconosciamo la crisi del nostro tempo e le sue misteriose ragioni». Camere separate rappresenta una vera e propria svolta nell’opera letteraria, ma prima ancora umana, di Pier Vittorio Tondelli. Un’esplorazione interiore, una sorta di autobiografia scritta in terza persona, un romanzo che è un colpo di grazia. Camere separate è la storia di Leo, l’alter ego di PVT, costretto ad affrontare la morte del ragazzo che ama, Thomas, per una non menzionata ma letale malattia.

La narrativa di Tondelli è una ricerca, uno scavo interiore; è una scrittura intima, impegnata, che specchia su se stessa la conoscenza, non per nulla convenzionale, del mondo vissuto, sognato, amato, traguardato da Pier Vittorio. Una scrittura profonda caratterizzata da una parola forte che solca il cammino dell’amore, della morte: il cammino, insomma, della vita di ciascuno di noi

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