Le mie tre delusioni cinematografiche del 2021

Articolo di Gordiano Lupi

Tre film non ho recensito nel corso del 2021, nonostante li abbia visti, perché nessuno mi paga per scrivere articoli, ergo non spreco tempo per segnalare film che non mi emozionano, sia in negativo che in positivo. Le stroncature di film pessimi ritengo che siano importanti, perché spesso riguardano pellicole esaltate da critica interessata, ma parlare di film delusione – che tutto sommato restano lavori accettabili, che si possono vedere, senza troppe aspettative – può essere inutile. Vediamo i titoli dei tre film: Freaks Out di Gabriele Mainetti, Don’t Look Up di Adam McKay e La Befana vien di notte II – Le origini di Paola Randi. Comincio dall’ultimo, che tutto sommato poteva anche essere una delusione prevedibile, vista la presenza di Fabio De Luigi nei panni di un improbabile cattivo. In realtà La befana vien di notte di Michele Soavi(il primo della serie) interpretato da Paola Cortellessi mi aveva convinto per originalità di scrittura almeno quanto il sequel (che poi è un prequel) mi ha deluso. Fantasy per bambini con tante trovate già viste e qualche citazione che in pochi capiranno, una sorta di ritorno all’antico in negativo, a un cinema da sala di periferia con ragazzini urlanti ormai fuori dal tempo. A parte l’effetto nostalgia, un film che dà tristezza per povertà di realizzazione, forse Paola Randi è regista più adatta a film come Tito e gli alieni (davvero ottimo, ve lo consiglio) che a lavori di tipo fantastico. Don’t Look Up, invece, l’ho visto su Netflix perché tutti ne parlavano, non se ne poteva fare a meno, per scoprire infine che avrei potuto benissimo farne a meno. Fantascienza grottesca a sfondo sociale su quel che siamo e quel che diventeremo, merita la visione solo per un grande Leonardo Di Caprio, che può fare proprio di tutto e risultare sempre credibile. Il regista miscela fantascienza, postatomico, cinema catastrofico con un pizzico di grottesco e cerca di tirare fuori un film di denuncia, diluendo troppo i tempi, senza risparmio di effetti speciali. Ed ecco la mia delusione più grande dell’anno: Freaks Out, forse perché nutrivo troppe aspettative da Mainetti e Guaglianone, dopo aver visto Lo chiamavano Jeeg Robot, ma non credevo di trovarmi di fronte a un film così grottesco e felliniano, tra circhi nazisti e partigiani che combattono i tedeschi con fionde giganti. Citazioni a parte, con il gobbo di Milian, Lenzi e Sacchetti che fa il partigiano, un film troppo lungo per le cose da dire, una pellicola stanca e ripetitiva che per mettersi in moto impiega venti minuti e resta sempre indecisa tra genere puro e cinema d’autore. Come sempre resta la considerazione che il mondo è bello perché vario, visto che le mie tre personali delusioni sono state quasi unanimemente incensate dalla critica.

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