“L’ombra del giorno”, una storia di un disincanto che vacilla e di un sentimento spontaneo

Articolo di Paolo Quaglia

Blando fascista proprietario di un ristorante s’innamora progressivamente della cameriera con un QI più alto della media. La vicenda si svolge nel 1938 ad Ascoli Piceno e l’uomo, reduce offeso della grande guerra, non ha più alcuna ragione apparente di vita. Ritrovare un sentimento sarà per Luciano l’ultima probabile emozione da chiedere. L’ombra del giorno, il nuovo lavoro di Giuseppe Piccioni, è una storia di un disincanto che vacilla e di un sentimento spontaneo.

Riccardo Scamarcio porta sullo schermo un uomo segnato e non solo esteriormente dai tempi che non vede un grande avvenire e si limita a trascinare la sua esistenza da borghese, conquistata a fatica. L’incontro con Anna, Benedetta Porcaroli, lo costringerà a rivedere il suo futuro mettendo in discussione se stesso. Piccioni dirige un melodramma garbato che non gioca sulla lacrima ma punta a rivelare il sentimento soprattutto dalla psicologia dei personaggi.

Un cinema evocativo che racconta il ventennio senza alcuna affiliazione o tesi ma descrivendo le atmosfere in cui la storia d’amore si svolge. La coppia protagonista porta in dote drammi personali che costringono Anna e Luciano a difendersi da un mondo sospeso dove lo spazio per l’amore è ai minimi termini ma la voglia di dare appare molto viva. A metà tra Bellocchio e Pupi Avati Piccioni propone la sua personale riflessione su tempi e soprattutto luoghi (Il regista è originario di Ascoli) che conosce molto bene. Un lavoro coinvolgente che dimostra quanto il cinema italiano sia in grado di raccontare ancora storie a misura d’uomo attraverso dialoghi notevoli e una recitazione fine ed essenziale. L’ombra del giorno intrattiene proponendo la visione di un sentimento in grado di migliorare ogni epoca e ogni età . Un applauso va tributato alla recitazione di Riccardo Scamarcio che si conferma attore misurato e maturo nel rendere credibile un personaggio complesso. Benedetta Porcaroli è brava altresì nel dare ad Anna la giusta dose di forza e remissività dimostrando un’energia silente senza cadere in facili stereotipi.

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