Parlare di cultura nel 2000, esperienze a confronto

Articolo di Redazione

Colloquio tra Sergio Sozi (Piazzetta) e Angelo Barraco (Il Salto della Quaglia): parlare di cultura nel 2000, esperienze a confronto.

Sergio. Angelo Barraco, vorresti presentarti presso i lettori

Angelo. Sono un giornalista e scrittore siciliano. Collaboro con giornali italiani e non. Sono autore di un libro che si chiama “CAOS” (Bertoni Editore) e amministratore del sito “Il Salto della Quaglia”.

Sergio. Tocca a me. Mi chiamo Sergio Sozi, sono nato a Roma cinquantasette primavere fa e lavoro come scrittore, traduttore letterario, insegnante e critico letterario. Dal 1995 al 2000 ho diretto il trimestrale culturale I Polissenidi, patrocinato dal Comune di Perugia. Undici i miei libri, dei quali l’ultimo è il romanzo Apeiron, in uscita a fine marzo 2022. Da due anni amministro il Gruppo Fb “La Piazzetta Letteraria”. Senti Angelo, come funziona una rivista del 2000 come “Il Salto della Quaglia”? Dicci un po’…

Angelo. “Il Salto della Quaglia” premetto che non è un giornale ma un sito d’informazione. Al momento ho deciso di non registrarlo. Il sito è totalmente autofinanziato. Non ci sono sponsor, non c’è nessuno che investe e nessun altro dietro se non io che mi occupo in prima persona di ogni aspetto. E’ una scelta voluta, mirata e soprattutto che mira all’indipendenza assoluta del progetto. La scelta sembra funzionare molto bene e dal 2020 ad oggi, il sito ha registrato più di 216mila visite.

Sergio. Concordo a pieno sull’indipendenza, bene prezioso che Dante pagò come, purtroppo, sappiamo bene tutti noi italiani. Ma il “Salto della Quaglia” fortunatamente non è un sito “esiliato”. Nel campo culturale, di cosa parlate soprattutto, e con che taglio? Intendo dire: come divulgate la cultura?

Angelo. “Il Salto Della Quaglia”, nel momento in cui è nato, ha avuto la fortuna di essere stato subito bene accolto e gradito, sia dai lettori che dai collaboratori che spontaneamente si sono fatti avanti per voler scrivere. Alcuni anche dalla Francia. Si parla soprattutto di libri, cinema ma non mancano anche gli spazi dedicati all’attualità o alla cultura in generale, con particolari curiosità.

Sergio. “I Polissenidi” erano ovviamente diversi. Rivista registrata in Tribunale, nel quinquennio in cui uscì fu solo in forma cartacea – sulle 32/42 pagine, con uscite trimestrali a tiratura 500 copie a distribuzione gratuita, e dedicata a tutti i settori della cultura: privilegiando la Letteratura ma con persone specializzate in ogni settore: dalla musicologia all’architettura, la critica d’arte, il teatro, il cinema eccetera. Una cosa unica in Italia, devo dire. Una faticata unica per me che la dirigevo. Quali sono, per esempio, alcune delle “particolari curiosità” cui alludevi dianzi?

Angelo. Nel sito è possibile leggere testionianze dirette da parte di colleghi giornalisti che sono arrivati per primi nei luoghi delle stragi di Via D’Amelio e di Capaci, in cui hanno perso la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E tanto altro ancora…

Sergio. Interessante e utile direi, sì. Io invece ho cercato di adeguarmi al 2000 entrando in Fb che prima disprezzavo. Ho pensato che fosse possibile utilizzare in modo creativo e culturalmente positivo Fb. Finora il Gruppo della Piazzetta Letteraria sembrerebbe avermi dato ragione: Fb è veramente una rete sociale ampiamente sottoutilizzata e lasciata in balia di persone poco interessate alla letteratura, ma se si porta avanti un Gruppo con serietà e impegno, lo si può rendere una sorta di “rivista letteraria in rete” realizzata dagli iscritti, che anche la leggono e promuovono presso conoscenti amici eccetera. Un modo nuovo di vedere Facebook, fuori da mode e chiacchiere da bar e privilegiando le persone migliori in circolazione.

Angelo. Anche io uso soltanto facebook come canale.

Sergio. Ti sembra meglio la rivista/sito virtuale o quella cartacea? Voglio dire: oggi sono molti di più i lettori, rispetto al XX secolo, ma… che lettori sono? Come leggono? Cosa comprendono?

Angelo. Collaboro anche con riviste cartacee e vedo e ci si sono ancora lettori tanto quanto. Ci sono ancora gli amanti del cartaceo che comprano e si abbonano. C’è da dire che oggi però il digitale ha certamenre una predominanza.

Sergio. Non hai finito di rispondere alle domande che ponevo… che tipo di rapporto è quello virtuale? A dirla chiara chiara: a me sembra che su 100 persone che partecipano ai Gruppi di Fb solo una minoranza sia convinta. Prima col cartaceo erano 100 su 100.

Angelo. Il rapporto deve essere fidelizzato sia con i collaboratori ma anche con i lettori. Se i collaboratori a loro volta fanno rete, si creano più lettori e quindi cresce l’interesse.

Sergio. Molti i lettori su Internet in genere, ma poca la competenza… il lettore di qualità va cercato e convinto che su Fb non girano solo chiacchieroni ma anche persone serie competenti e questo è assai difficile: i perditempo rovinano la “piazza” ai seri. Per questo credo che sia la “Quaglia” che la “Piazzetta” siano luoghi preziosi. Perché danno al pubblico ciò che il pubblico merita: qualità, solo qualità, non bar. Il dilettantismo caccia via persone seriamente interessate. Cosa ne pensi?

Angelo. I lettori sono molto attenti. Molto. Spesso molti sottovalutano i lettori ma sbagliano. Chi legge sa scegliere benissimo i prodotti di qualità e, al contempo, sa riconoscere la competenza. Un contenitore di qualità è sempre ben gradito, apprezzato e seguito. Sia per i lettori ma anche da parte dei collaboratori.

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