“Il canto delle primule”, le poesie d’amore di Marco Carrer

Articolo di Gordiano Lupi

Marco Carrer (Treviso, 2000), ballerino classico diplomato all’accademia del Bolshoi, comincia a scrivere poesie a Mosca, premiato al Festival dello scrittore di Bologna e al Giovanni Bertacchi, studia all’European School of Bllet di Amsterdam. Il suo primo libro – Il canto delle primule – è poesia d’amore, sentita e vera, con tutte le difficoltà che comporta scrivere d’amore, ma l’autore apre il suo cuore e consegna al lettore 34 primule di sentimento, come le definisce, per chi ama, per chi sogna, per chi piange, per chiunque sia capace di emozionarsi. Il libro è composto da un corpus omogeneo di testi in versi liberi che affidano alla musicalità intrinseca delle frasi e alla ricerca linguistica la loro essenza poetica. Tutte le liriche riguardano un intimo sentire, tra sofferenze e desideri, baci e momenti di solitudine, lacrime e sogni. Un libro dal taglio classico, con testi eleganti e romantici, intrisi d’amore e libertà, come tenui passi di danza, dolci e delicati. L’autore scrive in italiano, inglese, francese e spagnolo, oserei dire che le poesie non in lingua madre sono le più riuscite perché libere dai troppi orpelli classicistici che caratterizzano le liriche italiane. In ogni caso una prima prova d’autore convincente che fa ben sperare per il futuro artistico. (Gordiano Lupi)

Piccola antologia di testi

La noche de agosto

Una lluvia ligera caía del cielo
en aquella clara noche de agosto.
Nosotros, en la selva,
como pequeñas bermejas brasas
en el seco aire de verano.
Yo te miraba;
Nunca vi algo tan hermoso,
bella, bella, tan bella estabas
que también la luna miraba,
y junta con las estrellas sonrojaba .
Delante de tu cuerpo desnudo
yo temblaba,
como tú temblabas
al pasar de mis frías manos.
Nuestros labios se unían
en un salvaje abrazo,
y tu profundo perfume
se expandía su mi piel
como un helado veneno
que me despertaba el alma .
Nuestros cuerpos vibraban
juntos al viento,
el mismo viento que repetía
mis murmuradas palabras
Te siento,
Te quiero,
Te amo.

Je n’ai qu’un rêve

Je n’ai qu’un rêve.
C’est tenir ta main,
caresser ton visage,
écouter ton souffle.
Je n’ai qu’un rêve.
C’est entendre le battement de ton coeur,
te regarder dans les yeux,
essuyer tes larmes.
Je n’ai qu’un rêve.
C’est te serrer dans mes bras sous la neige,
t’embrasser près du feu,
te faire l’amour au crépuscule.
Je n’ai qu’un rêve.
C’est comprendre tes souffrances,
partager tes sourires,
te soulager de la douleur.
Je n’ai qu’un rêve.
C’est toi.
Et chaque nuit avec ce rêve,
je me couche.
Avec ce rêve,
mes soupirs,
et la triste conscience de sa vanité.

Mi manchi

Mi manchi …
Mi mancano le tue carezze,
quelle tenere e lievi
sulla mia pelle la sera.
Mi mancano i tuoi baci,
delicati come primule
o roventi come fiamme.
Mi manca il tuo riso
che tanto mi rallegrava,
e la tua voce
che allietava le ore più buie.
Mi manca guardarti negli occhi
dove ti si riflette l’anima,
ed accogliere sulla mia spalla
le tue lacrime più agre.
Mi manca fare l’amore
per sentirti vicina,
ed abbracciarti
per ascoltarti il cuore.
Mi manca dirti ti amo
con voce tremante,
e udirlo sussurrato
dalle tue labbra.
Mi manca la tua presenza
nei miei giorni,
che ormai è solo sogno.
Ma almeno così
nel dolce dormire,
ti vivo ancora.

Sogno a colori

Io sogno a colori,
e non per la banalità del bianco e nero.
Sogno a colori perché credo.
Credo nella gioia,
nell’amore,
nella pace.
Sogno a colori perché ho speranza.
Speranza in un mondo che cambia
ma in meglio,
in un futuro che sia degno d’esser vissuto,
e in una terra che non pianga
guardandosi allo specchio.
Sogno a colori perché vedo.
Vedo la bontà negli occhi d’un bambino,
la passione nel bacio di due amanti,
e la libertà nel volo degli uccelli.
Sogno a colori perché vivo
e perché voglio vivere.
Sono i sogni della gente
che colorano l’esistenza.

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