L’Unione Europea e i nuovi orizzonti della Tassonomia sociale

Articolo di Redazione

Il 28 febbraio 2022 la UE Platform on Sustainable Finance, un gruppo permanente di esperti che assiste la Commissione Europea nello sviluppo delle politiche per la finanza sostenibile, ha presentato il Final Report sulla Social Taxonomy.  Il Report è l’esito di un lavoro durato 18 mesi e che si pone l’obiettivo di ampliare il concetto di investimento sostenibile nel contesto europeo.

La Tassonomia sociale è ora attesa da un percorso di approvazione che prevede, sul piano tecnico, uno studio di impatto, l’elaborazione e la gerarchizzazione di obiettivi e sotto-obiettivi, nonché la definizione di specifici criteri riferiti al principio “Do No Significant Harm”.

La European Social Taxonomy ha il compito di definire un linguaggio comune per l’identificazione delle attività economiche socialmente sostenibili. La finalità è evidente, oltre che esplicita: favorire una transizione equa e giusta per l’economia europea, affiancando la Tassonomia delle attività economiche sostenibili, che copre il solo versante ambientale.
Nell’ultimo biennio, l’emissione di social bond e di impact bond è fortemente cresciuta, a testimonianza della maggior attenzione degli investitori per le tematiche sociali. Ne consegue una richiesta di trasparenza (disclosure) da parte delle imprese, che consenta di operare scelte responsabili d’investimento anche sulla base informazioni riguardanti tematiche sociali.
La Tassonomia sociale si inserisce così nel contesto europeo della finanza per la sostenibilità che comprende – tra l’altro – la normativa sulla classificazione delle attività economiche sostenibili (European Taxonomy), la proposta di Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che innova la già esistente Non Financial Reporting Directive (NFRD), la Sustainable Finance Disclosure Regulation e, da ultima, la proposta di Direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence.
Sono tre gli obiettivi principali della Tassonomia sociale: la garanzia di un lavoro dignitoso per tutti, compresi i lavoratori operanti lungo tutta la catena del valore, la garanzia di standard di vita e benessere adeguati per i consumatori finali di prodotti e servizi e la promozione di comunità e società inclusive.

Obiettivi che vengono poi declinati in base alle priorità dei diversi settoriali industriali attraverso sotto-obiettivi, volti appunto a qualificare i prodotti e i servizi come sostenibili in termini sociali.
Al fine di garantire un lavoro dignitoso, i sotto-obiettivi individuati si riferiscono al dialogo sociale, al livello di salute e sicurezza sul lavoro, alle misure contro il lavoro minorile, all’uguaglianza nel trattamento dei dipendenti e a un equo sistema di retribuzione.

Per garantire standard di vita adeguati, i sotto-obiettivi individuati si riferiscono alla garanzia di prodotti e servizi sani e sicuri, all’offerta di prodotti durevoli e riparabili e di servizi che permettano un’esperienza multimodale fluida. L’attenzione è inoltre rivolta alla sicurezza dei dati personali e della privacy, alle pratiche di marketing responsabili e all’accesso a istruzione e apprendimento.

Infine, per quanto concerne la promozione di comunità e società inclusive, i sotto-obiettivi individuati fanno riferimento alle azioni volte a sostenere l’uguaglianza e l’inclusione (attraverso il supporto nei confronti di bambini, l’inclusione di persone con disabilità, l’approccio alle differenze di genere), nonché a evitare e affrontare gli impatti negativi delle operazioni aziendali sulle comunità interessate (consultando e informando le comunità, impegnandosi a negoziare con esse in buona fede).
Sulla base della Tassonomia sociale, le aziende saranno dunque chiamate, nei prossimi anni, a identificare una serie di obiettivi sociali, simmetrici agli obiettivi ambientali previsti dalla Tassonomia delle attività economiche sostenibili e dalla Direttiva 2020/852, dei quali misurare e rendicontare gli impatti quali-quantitativi.  

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