“Bettino ci aspetta”, un libro che farà conoscere al lettore un lato meno noto di un attore ricordato per una scarna filmografia

Articolo di Gordiano Lupi

Gianni Macchia lo conoscevo come attore, sono stato un suo fan nei film scandalo di Fernando di Leo, lavori innovativi come Brucia ragazzo brucia e Amarsi male, ma non sapevo della sua passione letteraria, mentre apprezzavo la feconda vena di pittore. Sante Rodella mi fa conoscere la dimensione di Macchia narratore introducendo un racconto (romanzo è eccessivo, non ci sono sotto trame) erotico, dedicato ad Alberto Moravia (primo lettore dell’opera) e a Marina, musa ispiratrice della storia. L’erotismo è il filo conduttore dell’esistenza di un attore – scrittore, icona sexy degli anni Settanta, simbolo di trasgressione e ispiratore di un nuovo ruolo per la donna nella società. Questo breve racconto è un gioco letterario lieve ed intenso, ricco di personaggi femminili appena abbozzati ma realistici, donne in preda al vortice dei sensi, disponibili e sfuggenti. Macchia ricorda una madre che non ha conosciuto, una zia protettiva, un padre – padrone, poi si abbandona al racconto, una storia d’amore a tratti torbida e malsana, erotica e tragica, profumata di vita vissuta. Bettino ci aspetta è scritto come una storia vera, ambientata nel 1972, quando l’autore faceva il performer di Body Art a Roma, parte con la conoscenza di Fiamma in una villa, diventa la storia di un’attrazione disperata che conduce nel gorgo della passione. Il libro è ricco di particolari erotici descritti con cura, dalla scena dei cani che possiedono la ragazza, passando per sodomizzazioni violente e rapporti sadomasochisti, in una temperie narrativa che a tratti ricorda Salò di Pasolini. Lo stile di Macchia è secco e rapido, senza fronzoli letterari, interessato al puro racconto e alla descrizione di particolari erotici scabrosi, senza compiacimento ma con crudo realismo. Un libro che farà conoscere al lettore un lato meno noto di un attore ricordato per una scarna filmografia, che oltre ai due film di esordio comprende pellicole come Una ragazza di nome Giulio, Morbosità, Lo stallone, Vacanze per un massacro, che in parte riportano alle atmosfere della narrativa erotica. Il libro contiene in appendice alcuni dipinti di Gianni Macchia, oltre a un elenco competo di tutte le sue partecipazioni cinematografiche e teatrali.

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