“L’ape guardiana”, un libro di poesia scritto alla fine degli anni Settanta

Articolo di Gordiano Lupi

Roberto Pasini attende quarant’anni per pubblicare un libro di poesia scritto alla fine degli anni Settanta e intitolato I fosfeni, come il noto volume di Zanzotto, poeta preferito dell’autore (ma prima che uscisse), raccolta a suo tempo letta e apprezzata dal grande poeta che consigliò una rilettura e una riscrittura parziale. L’ultima poesia de L’ape guardiana porta proprio il titolo de I fosfeni, leggiamola per intero.

La palpebra lieve scende Nell’abisso di nictalope attende Confricando quel buio li chiamo all’eclisse splendente Mi riconosco in loro che aggallano e scemano indistintamente.

Pasini è poeta sperimentale legato all’esperienza di Sanguineti e del Gruppo 63, anche se nel corso della sua attività letteraria ha preferito concedere più tempo alla prosa e alla saggistica, oltre a dedicarsi a un’attività di studioso, come docente universitario. L’ape guardiana è opera giovanile interessante, rivista e in parte adeguata al cambiamento di prospettiva culturale, di grande rigore formale, scritta con parole ricercate e rese scarne per conferire al verso tragicità e negativismo esistenziale. Sono poesie che parlano di animali e di insetti, lirica scientifica che fa attenzione ai dettagli zoologici ed entomologici. Troviamo rane, blatte, falchi, bisce, foladi e altro, il tutto inserito in un contesto che mette in primo piano il baudelairiano male di vivere, lo spleen e l’angoscia esistenziale. Leggiamo Le rane, per farci un’idea dell’opera.

Gracidano
la sera
e s’attardano
a far festini
con le stelle

Gracidano
ora che la zanzara
si stana vorace
a cercare
le cosce belle

Domani
non gracideranno

Le troverai riverse
in un torbido pulsare
ad annegare.

Altro esempio di entomologia poetica, Le blatte.

Tutte le notti corrono
non dormono fremono
senz’alito soffiano

Svaniscono assorte
nel pulviscolo greve
dell’alba.

Roberto Pasini, bolognese del 1958, scrittore e storico dell’arte, ha pubblicato Spermalinconia (1979), Otrebor e le lunule (2003), Otrebor e la guerra del benzene (2005) – dove il protagonista pare un riflesso al contrario dell’autore -, Che cosa dire quando non ha niente da dire. Paradossi di seppia (2009). Un autore da leggere.

Related Articles