“Nude per l’assassino”, un thriller erotico con Edwige Fenech

Articolo di Gordiano Lupi

Nude per l’assassino (1975) di Andrea Bianchi è un thriller erotico che vede un cast composto da Edwige Fenech, Nino Castelnuovo, Femi Benussi, Solvi Stubing, Amanda, Erna Schurer e Franco Diogene. Il soggetto è di Andrea Bianchi, la sceneggiatura di Massimo Felisatti e la fotografia di Franco Delli Colli, le musiche sono di Berto Pisano. Il film è prevedibile, monotono, mal recitato da attori che danno vita a personaggi fumettistici e privi di spessore. La colonna sonora è convenzionale, non accompagna lo spettatore in un crescendo di tensione, anzi spesso è assente proprio nei momenti topici. Un thriller piatto e privo di tensione è un lavoro mal riuscito, che il regista cerca di salvare con alcune sequenze di nudo e insistenza su particolari efferati e malsani. Lo spettatore vede subito la scena scioccante di un aborto clandestino e la morte di una donna che torna in rapidi flashback durante il film. Patrizia (Solvi Stubing), la sorella della defunta, si trasforma in un serial killer che uccide con un coltello tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella morte della ragazza. Il killer indossa una tuta di pelle, nasconde il volto dietro un casco da motociclista, soltanto alla fine si scopre che è la sorella e che tra le due donne c’era una relazione incestuosa. Nino Castelnuovo è un fotografo di moda playboy che indaga sui delitti, rischia di morire, ma con l’aiuto di Edwige Fenech (fotografa pure lei) ferma l’assassino. Andrea Bianchi imita Dario Argento e Mario Bava senza la classe dei maestri, lo ricordiamo per altri modesti lavori come Malabimba (1974) e Zombi Horror (1984). Tecnica di regia piuttosto rozza, a base di zoom e soggettive, primissimi piani e tentativi di suspense. Nude per l’assassino, passato di recente su Cielo (piuttosto tagliato) in prima serata, è ricercato dai cultori del trash, non fosse altro per la leggenda della sequenza finale in cui Mario Castelnuovo tenta di sodomizzare Edwige Fenech. Non si vede niente, se vi può interessare, ma la parola fine lascia l’amaro in bocca mentre la Fenech grida la sua contrarietà. Un altro motivo di interesse è rappresentato dalle frequenti inquadrature di particolari anatomici femminili. Femi Benussi si spoglia molto di più della Fenech ed entra subito in azione nei locali di una piscina sfoggiando plastici nudi. Nino Castelnuovo è un fotografo che piace alle donne, lo vediamo all’opera in una sauna con Femi Benussi, poco dopo diventa il compagno fisso della Fenech. Femi Benussi si ricorda per una scena lesbo con la padrona dell’atelier (Giuliana Cecchini in arte Amanda), ma in tutto il film si sprecano parti con lei completamente nuda, per niente imbarazzata, davanti alla macchina da presa. La Fenech è irriconoscibile per un caschetto corto di capelli neri e un trucco diverso dal solito. Fenech e Castelnuovo vestono abiti sportivi firmati Levi’s per tutta la pellicola, pubblicità indiretta a una marca di jeans che stava conquistando l’Italia. La bella franco-algerina si spoglia molto, sfoggia un caratterino tutto pepe per conquistare Nino Castelnuovo, poi si concede spesso nuda al bel fotografo e alla vista degli spettatori. Ricordiamo la scena dove improvvisa uno strip, resta in slip e giarrettiere e dice: “Come sto come modella?”. Subito dopo si denuda e comincia una fellatio con Castelnuovo, pure se la scena si intuisce soltanto. Si spoglia anche Erna Schurer (l’italianissima Emma Costantino) in una scena con Franco Diogene, marito impotente che ce la fa solo con la sua bambola gonfiabile. L’unica donna a non spogliarsi del cast femminile è Solvi Stubing, l’assassina, che viene fermata dopo che ha ucciso un bel po’ di gente. Il film è stato tagliato in più parti dalla censura.

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