Giuseppe Mazzini e le sue passioni letterarie e politiche

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 22 giugno 1805 nasce a Genova Giuseppe Mazzini da una famiglia della borghesia intellettuale (il padre, Giacomo Mazzini, è un medico e professore universitario e la madre, Maria Drago, una fervente giansenista).

Termina gli studi superiori presso il Liceo Classico «Cristoforo Colombo» e si iscrive dapprima in Medicina e poi a Giurisprudenza.

All’età di ventidue anni si associa alla Carboneria e contestualmente inizia la inizia la sua attività di pubblicista, giornalista pubblicando saggi letterari nell’«Indicatore genovese», nell’«Indicatore livornese» e nell’«Antologia» di Giovan Pietro Vieusseux.

L’attività letteraria di Giuseppe Mazzini – docet il professore Paolo Mario Sipala (Mazzini. D’una Letteratura europea e altri saggi, Schena Editore, pag. 10 e sgg.) – si concentra prevalentemente nel periodo 1826-1844, tra due scritti dedicati a Dante, quello «Dell’amor patrio» e quello sulle «Opere minori».

Uno dei saggi più interessanti, compiuti, organici di Mazzini è quello pubblicato in «Antologia» nel novembre del 1829, con la firma «Un italiano», dal titolo «D’una Letteratura europea». Un testo che pone in epigrafe le parole di Goethe («Io intravedo l’aurora di una Letteratura europea: nessuno fra i popoli potrà dirla propria; tutti avranno contribuito a fondarla») e che sviluppa la tesi di una «letteratura europea che non implica la distruzione dello spirito nazionale, ma il superamento dell’isolamento intellettuale» (Sipala). In questo articolo il giovane Mazzini sviluppa una sintesi di storia della civiltà nella quale dimostra che sono le «istituzioni civili e politiche che producono i caratteri e differenze tra le letterature nazionali».

In questo testo appare chiaro e palese l’affermazione della funzione civile della Letteratura e dell’impegno politico degli scrittori quali interpreti del pensiero. La Letteratura per Mazzini deve congiungersi all’azione politica.

Nel 1830 fu arrestato come carbonaro ma in mancanza di prove fu liberato e costretto a scegliere tra l’esilio e il «confino» in un piccolo paese del Piemonte. Abbandonata la patria nel febbraio del 1831 si stabilisce a Marsiglia dopo essere stato in Svizzera, a Lione ed in Corsica.

Nel 1831 fonda in Francia la «Giovine Italia» e nel 1834, a Berna, la «Giovine Europa».

Nel programma politico di Mazzini i valori della Letteratura hanno un peso essenziale. La Letteratura consente di scoprire i caratteri dell’esistenza umana, della società. Secondo Mazzini l’azione educatrice degli intellettuali è necessaria per accelerare il processo che porta alla fratellanza, all’associazione (parola-chiave per Mazzini in quanto la questione sociale si sarebbe dovuta risolvere attraverso il principio di associazione), alla libertà, alla collaborazione tra le diverse classi sociali e tra le nazioni. Il pensiero, scrive Mazzini, deve tradursi in azione; il pensiero deve diventare esempio ed educazione. Programma che si sforza di realizzare concretamente, ad esempio, quando nel 1841, nel periodo del suo esilio londinese, Mazzini apre una scuola finalizzata all’istruzione dei figli degli immigrati italiani.

Fin da giovane Mazzini ama leggere Dante e Foscolo. Dante è visto come il poeta-vate per eccellenza, Foscolo come esempio di anima fiera che realizza la «connessione delle lettere con il vivere civile».

Tra gli scritti di Mazzini – sistemati in cinque volumi nell’ordinamento generale dell’Edizione Nazionale – ricordiamo fra le opere di critica letteraria i saggi «Del dramma storico» (1840), «Byron e Goethe» (1840). Fra le altre opere si segnalano, per lo stile appassionato e profetico, «Fede e avvenire» pubblicato in francese (Foi et avenir) nel 1835 e dei «Doveri dell’uomo» nel 1861.

Giuseppe Mazzini è un protagonista assoluto del nostro Risorgimento, del nostro processo-percorso di unificazione nazionale. È un uomo che sente molto forte il legame tra nazione e civiltà, tra nazione e vita spirituale e intellettuale dei singoli individui.

Related Articles