“Lacci”, la storia di una famiglia, dal 1980 a oggi

Articolo di Gordiano Lupi

Film d’apertura della 77ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica, Lacci è l’adattamento dell’omonimo romanzo del 2014 scritto da Domenico Starnone, autore della sceneggiatura insieme al regista e a Francesco Piccolo. Lacci racconta la storia di una famiglia, dal 1980 a oggi, attraverso tre punti di vista: il marito, la moglie e i figli. Tutto ruota attorno a un tradimento consumato dal marito quando i figli sono piccoli, un amore travolgente che lo spinge a fuggire di casa. Gli equilibri familiari si rompono, la moglie tenta Il suicidio, i figli subiscono un trauma, infine il marito ritorna, ma le esistenze dei singoli personaggi non saranno più le stesse. Lacci è un film che delude le aspettative (alte) e non è certo il migliore della produzione di Daniele Luchetti. Forse il romanzo di Starnone aveva il respiro giusto per approfondire una tematica complessa che il film lascia in sospeso e irrisolta. Buona la ricostruzione d’epoca nella prima parte narrata dalla moglie, ottime le interpretazioni degli attori, sceneggiatura non esente da pecche, anche se tra gli autori troviamo lo stesso Starnone. La seconda parte, narrata dal marito invecchiato, è più debole della prima, tenta di spiegare il punto di vista maschile con l’aiuto di alcuni flashback. Il segmento meno riuscito è il terzo, raccontato dai figli con toni decisamente eccessivi e sopra le righe. Ottima la trovata dei lacci come metafora dei legami familiari, non solo come strumento per allacciare le scarpe, in un flashback intenso che ricorda un insegnamento paterno ai figli. Bene Lo Cascio e Rohrwacher nei panni dei coniugi giovani, meno in parte Morante e Orlando nello stesso ruolo da vecchi, mentre il compito più difficile è affidato a Giannini e Mezzogiorno, poco credibili in un finale imprevedibile. Un film che in ogni caso resta interessante, tra luci e ombre che abbiamo cercato di individuare, soprattutto intriso di incertezze narrative. Da vedere per farsi un’idea personale.

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