“Amanti senza amore”, racconta in maniera fredda quanto sia impossibile sopportare la gelosia

Articolo di Paolo Quaglia

Coppia altoborghese in crisi s’immagina una vita che non riesce a decollare. Lei è una pianista dedita alla bellezza dell’arte lui un medico pragmatico e poco avvezzo alla creatività. Una sera, il marito sorprende la moglie in camera con un famoso violinista. Il musicista fugge e la donna dichiara innocenza, ma il professore non le crede. Raggiunto il supposto amante alla fine di un concerto, il tradito racconterà all’artista la storia della sua relazione. Nata per un inconveniente e cresciuta nel silenzio l’unione apparente non poteva che portare alla fine di tutto.

Amanti senza amore è un film del 1947 diretto da Gianni Franciolini. Adattato da un racconto di Tolstoj, il lavoro racconta in maniera fredda e disincantata quanto sia impossibile sopportare la gelosia e come la passione sia solo una conseguenza della lesa maestà. La confessione del medico al violinista è costruita in maniera eccellente e particolarmente accurata nella descrizione del sentimento. Non si riflette solo sull’amore sono le affinità tra due individui a regnare nel film, le stesse che porteranno a un finale disatteso ma necessario. Il tema affrontato da Franciolini è particolarmente presente di questi tempi e la sua messa in atto, pur tratta da uno scrittore, curata nei dialoghi ed esaltata dalle immagini.

Amanti senza amore è un episodio dimenticato che torna più vivo che mai come i flashback che Piero , il medico, declama senza passione ma con estrema ragione. Il calcolo di una persona di cultura, il protagonista, che riflette sulle sue azioni quasi a voler giustificare il tradimento della consorte. Girato in una Sanremo nascosta il film è uno splendido esempio del cinema di un tempo, dove le immagini parlavano di vita. I centri storici come le periferie, ritratte in bianco e nero, rimandano quella serenità che i protagonisti non sono riusciti a raggiungere. Il regista proporne una storia aumentandone la tensione con luci e ombre che accompagnano Piero nella sua discesa verso una pazzia che non riesce ad ammettere.

La regia quasi Hitchcockiana di Franciolini fa scoprire o riscoprire un artista di cui si è e parlato e si parla troppo poco. Cinema nascosto dal tempo e vicinissimo alla realtà che lega i due periodi storici. Una menzione va senza dubbio alla coppia Leonardo Lupi, Clara Calamai capace di rendere tutta l’acredine nascosta di un amore assortito alle circostanze.

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