Intervista all’arch. Costantino in 5 anni superati i 20.000 aderenti

Articolo di Domenico Interdonato

Sono trascorsi oltre 5 anni e l’indignazione continua a crescere, in questi giorni il gruppo Facebook A18 e A20 ha superato i 20.000 aderenti, un traguardo importante che mostra il livello di protesta degli utenti siciliani. Altre date si aggiungono al malessere generale come la frana di Letojanni che il 5 ottobre compirà 7 anni e i viadotti di Giostra vicini ai 10 anni. Il traguardo dei 20.000, non poteva passare in sordina e abbiamo pensato di fare 6 domande all’arch. Stefano Costantino ideatore del gruppo.

Arch. Costantino quando è nato il gruppo e con quali finalità? Il 12 gennaio del 2017 percorrevo l’A18 direzione Messina, con mia moglie, in stato interessante, quel pomeriggio lo ricordo perfettamente, pioveva a dirotto e l’asfalto sembrava sgretolarsi, era difficile scansare tutte le buche che si erano create e a causa di una di queste l’auto ha sbandato pericolosamente. La paura è stata tanta, solo quella, meno male. Ho pensato che si era superato il limite, la famosa frana di Letojanni capeggiava già da due anni tutte le anomalie di un’infrastruttura lasciata all’abbandono. La rabbia da singolo cittadino di non poter fan nulla per cambiare le cose, era tanta, ricordo che tornando a casa scrissi parecchie email: a trasmissioni televisive come le Iene o Striscia La notizia, al CAS,  a tutti i deputati nazionali eletti nelle provincie di Messina e Catania di qualsiasi schieramento da destra a sinistra. Alcuni mi hanno risposto con la solita pappardella: “presenteremo un’interrogazione parlamentare” altri neanche si sono degnati. Allora ho pensato che forse era il caso di organizzare una protesta civile, un dissenso continuo, un gruppo su Facebook che potesse raccogliere materiale (video e foto) e soprattutto testimonianze scritte di un disagio costante che metteva il pendolare “pagante” siciliano in una condizione ben differente dal pendolare pagante del nord Italia. Sottolineo pagante, perché noi paghiamo per avere un servizio, che mette a rischio la nostra vita e lo paghiamo come lo paga un qualsiasi utente nel nord Italia, che viaggia su autostrade che sembrano tavoli da biliardo. Per questo dico che noi siamo il terzo mondo d’Italia e le nostre infrastrutture ne sono la testimonianza.  

Avete superato la soglia dei 20.000 nel gruppo Facebook “A18 e A20 le Autostrade siciliane della vergogna”, cosa pensate di fare adesso? Alla soglia dei 6 anni di esistenza, in questo marasma di internet dopo aver comunicato il nostro dissenso con la politica sia regionale che nazionale, con i media, con le associazioni che si occupano di diritti del consumatore, con le associazioni vittime della strada, con il Prefetto, con lo stesso CAS e con i vari presidenti e direttori che si sono succeduti ogni qual volta cambiavano i governi regionali,  francamente nutro ben poche speranze  e per il futuro non mi ripropongo nulla di nuovo, rimane un grande desiderio che sfiora quasi l’utopia, e cioè quello di chiudere il gruppo scrivendo “finalmente abbiamo un’autostrada normale”, ma accadrà mai? Di fatto in quasi 6 anni c’è stato solo un lievissimo miglioramento che spero non si sgretoli con le prime piogge.

Si sente soddisfatto per le attività svolte con l’obiettivo di ripristinare la sicurezza nelle tratte gestite dal Cas? Si, ho fatto quello che ho potuto, il gruppo si proponeva di testimoniare un disagio e i numeri parlano chiaro, sono i risultati che non mi soddisfano. La politica ha tradito le nostre aspettative, nessuno escluso perché anche l’opposizione doveva essere più incisiva in tal senso. 

Nel gruppo ci sono solo leoni da tastiera o c’è anche altro? Nei gruppi cosi grandi si trova di tutto: Leoni, politici infiltrati, ruffiani dei politici, operai indignati che lavorano sull’autostrada che mi scrivono in privato,  ma la maggior parte è gente arrabbiata, persone che la mattina si svegliano presto per percorrere 50-100 km di autostrada avvilendosi per le lunghe code perché per fare i lavori le ditte impiegano il triplo del tempo, perché ci sono incidenti e in molti tratti non esistono corsie di emergenza, persone che maledicono ogni giorno queste strade, percorse solo perché devono andare a lavorare.

In questi 5 anni la politica è stata vicina al gruppo? La politica in questi anni ha fatto gli occhi dolci al gruppo, ha cercato di incantarci con promesse varie ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La frana è ancora lì dopo quasi 7anni, i lavori vanno avanti con lentezza estenuante, molte gallerie sono ancora la buio, i guardrail sono quelli degli anni ’70, l’asfalto è stato quasi del tutto rinnovato, la promessa dei politici era quella di un manto drenante invece  hanno messo una tipologia denominata “antiskid spit mastic”, non vi fate impressionare dal nome, di fatto è un normale pavimento bituminoso ad aderenza migliorata, da qui il paradosso, perché invece di andare avanti con la sicurezza siamo tornati indietro, negli anni 90 si pavimentava con l’asfalto drenante che con le caratteristiche piogge torrenziali riusciva a garantire visibilità e sicurezza ai pendolari, provate a stare dietro oggi ad un camion durante un temporale con questo nuovo asfalto e vi renderete conto che siamo tornati indietro di 30anni.

Vuole tracciare un breve consuntivo? Qualche giorno fa ho scritto questo post sul gruppo “Oggi abbiamo raggiunto il traguardo dei 20.000 utenti e non c’è nulla da festeggiare” un utente mi ha risposto dicendomi: “Festeggiare no, ma è un buon segno perchè in tanti abbiamo perso la Pazienza.!!!” Ed io: “dopo sei anni è il segno che le nostre proteste sono state inutili o poco efficaci. Avrei preferito chiudere il gruppo per risoluzione delle problematiche”. Il gruppo rimane un mostro, io lo chiamo così perché al suo interno ci sono migliaia di post denuncia e discussioni, foto, video, articoli, insomma c’è solo da perdersi. Non esiste strumento che in sei anni abbia potuto raccogliere più informazioni e testimonianze  di questo gruppo. Il disagio tutt’ora è presente negli utenti che viaggiano su  queste infrastrutture anormali. Noi rimaniamo attivi con l’intento di testimoniare  fino a quando non avremo le due autostrade A18 e un A20  normali e degne di tale nome.

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