“Esterno notte”, un piccolo evento che resta nella storia del cinema

Articolo di Gordiano Lupi

Marco Bellocchio si conferma autore colto e preparato, ogni suo film è un piccolo evento che resta nella storia del cinema per la potenza narrativa di saper raccontare il nostro recente passato. Dopo Il traditore (2019), arriva questo straordinario Esterno notte, dove il regista nativo di Bobbio affronta un tema già sviscerato da scrittori e registi, ma lo fa con piglio nuovo e maggiore incisività. Lo stesso Bellocchio, nel 2003, aveva narrato il sequestro Moro con l’interessante Buongiorno, notte, che vedeva Herlizka nel ruolo dello statista democristiano interprete principale di 106 minuti di fiction storico – documentaria. Questa volta l’opera è davvero monumentale, sono sei ore di cinema (non una semplice serie televisiva!), divise in tre puntate (al cinema in due film) e sei capitoli, strutturate in modo tale che ogni segmento affronti il solito evento da una prospettiva diversa. Vediamo un’analisi politico – sentimentale del sequestro e le reazioni delle parti in causa: Aldo Moro, un disturbato Francesco Cossiga, un sofferente Paolo VI (muore poco dopo Moro), la moglie e i familiari, i brigatisti e i compagni di partito. Bellocchio miscela con sapienza gli ingredienti, gira un mix ben dosato tra finzione e documenti d’epoca, aggiunge alcune riuscite parti oniriche e momenti in flashback che sfiorano la poesia. Tra le cose più riuscite le sequenze con i compagni di partito che immaginano Moro liberato, costretti al suo capezzale, per rendere visita e omaggio a uno statista superstite. Un’altra parte molto riuscita vede un sogno del Papa durante la Via Crucis pasquale, protagonista Moro che trascina una pesante croce sulle gracili spalle, come per farsi portatore di tutti i peccati del suo partito, mentre i compagni d’avventura lo seguono in silenzio. Una fiction importante che resterà come documento storico di un periodo complesso, che non si sottrae al giudizio politico nei confronti di una Democrazia Cristiana colpevole di aver lasciato morire il suo Presidente, puntando il dito accusatore soprattutto su Andreotti. Non mancano le crisi politiche di alcuni brigatisti, che in seguito collaboreranno con la giustizia, come sono presenti le paure esistenziali di personaggi come Cossiga (roso dai dubbi e in preda a una sorta di esaurimento nervoso) e della moglie Eleonora (in crisi coniugale prima, quindi in polemica con i vertici DC). Un film che non fa sconti a nessuno ma che riscostruisce con perizia tecnica e artistica una vicenda umana e politica dai contorni ancora incerti. Fotografia romana di Francesco Di Giacomo, ricostruzione scenografica certosina di Andrea Castorina, regia attenta ed esperta di Bellocchio, al servizio della storia; musiche d’epoca di Fabio Massimo Campogrosso, montaggio di Francesca Calvelli, da fiction televisiva, giustamente compassato. Tra gli interpreti un grande Fabrizio Gifuni che ricorda il Gian Maria Volonté di Todo Modo, ottima Margherita Buy nel ruolo della moglie Eleonora, bene Toni Servillo come Paolo VI, una scoperta Francesco Russo Alesi nei panni di Cossiga. Da citare anche Daniela Marra come Faranda e Gabriel Montesi come Morucci (i primi pentiti). Fabrizio Contri è Andreotti, Gigio Alberti è Zaccagnini, tutti ben truccati e molto vicini come fattezze al personaggio. Un film fondamentale per il cinema italiano, quasi un obbligo morale vederlo, un lavoro importante che dovrebbe circolare nelle scuole superiori, quando si affrontano tematiche di storia contemporanea. Consigliatissimo.

Lingua Originale: Italiano. Paese di Produzione: Italia, Francia. Anno: 2022. Durata: 330’. Genere: Storico, Drammatico, Biografico. Regia: Marco Bellocchio. Soggetto e Sceneggiatura. Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giovanni Bianconi, Ludovica Rampoldi, Davide Serino. Produttori: Lorenzo Mieli, Simone Gattoni. Produttore Esecutivo: Elena Recchia. Case di Produzione: The Apartment, Kavac Film, Rai Fiction, Arte France Cinéma. Distribuzione (Italia): Lucky Red. Fotografia: Francesco Di Giacomo. Montaggio: Francesca Calvelli. Musiche: Fabio Massimo Campogrosso. Scenografia: Andrea Castorina. Costumi: Daria Calvelli. Interpreti: Fabrizio Gifuni (Aldo Moro), Margherita Buy (Eleonora Moro), Toni Servillo (Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga), Daniela Marra (Adriana Faranda), Raul Montesi (Valerio Morucci), Fabrizio Contri (Giulio Andreotti), Gigio Alberti (Benigno Zaccagnini), Antonio Piovanelli (Pasquale Macchi), Pier Giorgio Bellocchio (Domenico Spinella), Luca Lazzareschi (Franco Ferracuti), Paolo Pierobon (Cesare Curioni), Renato Sarti (Agostino Casaroli), Davide Mnacini (Mario Moretti), Bruno Cariello (Prete Santa Chiara).

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