“Takeaway”, un piccolo film che racconta una storia di doping nel mondo dello sport

Articolo di Gordiano Lupi

Renzo Carbonera è un regista che si ricorda per Resina, La corsa e il recente Pluto, quasi tutto prodotto in collaborazione con Trentino Film Commission e Rai Cinema. Pure questo cupo e senza speranza Takeaway (dal nome del locale gestito dai protagonisti) gode delle sovvenzioni del luogo dove viene girato, oltre che del sostegno della Rai, che lo trasmette in prima serata su Rai 5, nel ciclo dedicato al nuovo cinema italiano. Takeaway è un piccolo film che racconta una storia di doping nel mondo dello sport, con protagonista una coppia composta da un allenatore corrotto, più volte squalificato per uso di sostanze proibite, e una marciatrice che vorrebbe rientrare nel mondo delle gare. La ragazza ha avuto molti infortuni, sente intorno a sé lo sconforto dei vecchi tifosi, solo il padre la sostiene e insieme alla madre trova i soldi che servono per comprare la sostanza che dovrebbe metterla in grado di correre e vincere. Purtroppo le cose non vanno come sperato, la ragazza scopre di essere incita, vive una relazione fugace con un lavorante del posto, si sente male per l’uso delle sostanze dopanti, alla fine si autodenuncia e viene travolta dallo scandalo. L’allenatore fugge con i soldi che trova in cassa e abbandona la ragazza. Film di produzione italo – tedesca, si caratterizza per un’ottima fotografia trentina, tra le nevi e le immense distese campestri, oltre a una buona cura della sceneggiatura e un’attenzione certosina alla psicologia dei personaggi. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, proiettato nel Busto Arsizio Film Festival, distribuito da Fandango, è stato visto poco (incasso 17 mila euro). Ultima interpretazione di Libero De Rienzo (nel ruolo dell’allenatore corrotto), morto pochi mesi dopo la fine delle riprese. Carlotta Antonelli è credibile nel ruolo della ragazza che vorrebbe tornare a correre ma che finisce per subire una crisi morale di fronte alla realtà. Pessima la colonna sonora a base di musica sintetica, forse, volutamente fastidiosa, per sottolineare il cupo dramma vissuto dai protagonisti. Non ci sono personaggi positivi in questa storia nera e malsana, neppure i genitori della ragazza, aggrappati a un sogno impossibile di riaprire un albergo in un luogo dove non passa nessuno. Padre (debole e senza personalità) e madre (in balia di antidepressivi) sono succubi di una figlia che vorrebbero vedere di nuovo alla ribalta per saperla migliore di altre e poterne essere orgogliosi. Regia solida con riprese molto originali e tecnica sopraffina, con la macchina da presa che si fa largo tra ostacoli e segue le vicende dei personaggi tra panoramiche e soggettive. Da vedere preparati. Cinema d’autore.

Lingua Originale: Italiano. Paesi di Produzione: Italia, Germania. Anno: 2021. Durata: 95’. Genere: Drammatico. Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Renzo Carbonera. Case di Produzione: 39 Films, Interzone Pictures. Distribuzione (Italia): Fandango. Musiche: Alexander Hacke. Interpreti: Libero DE Rienzo (Johnny), Carlotta Antonelli (Maria), Primo Reggiani (Tom), Paolo Calabresi (il padre), Anna Ferruzzo (la madre).

Related Articles