“Laputa – Castello nel cielo”, il primo lungometraggio prodotto dallo Studio Ghibli

Articolo di Gordiano Lupi

Laputa – Castello nel cielo, letteralmente Laputa, il castello dei cieli, che in giapponese suona Tenku no shiro Rapyuta, è il primo lungometraggio prodotto dallo Studio Ghibli, realizzato con la consueta tecnica artigianale dalla coppia artistica Takahata e Miyazaki. Nausicaä della valle del vento aveva riscosso un successo importante, al punto che Miyazaki cerca di trovare un nuovo tema leggendario che – unito alla sua formidabile fantasia – possa attirare l’attenzione del pubblico. Lo spunto della storia viene da I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, con l’idea dell’isola volante, pensata sul modello di Babilonia, con riferimenti all’arte egizia ed ellenica, che conduce a un cartone animato unico, premiato come il miglior film di animazione giapponese del 1986. La storia è un mix di generi che va dal fantastico all’avventuroso, passando per il sentimentale  e il romantico, con tocchi da commedia fiabesca. Tutto parte da un attacco pirata a un aereo con la caduta sulla Terra di Sheeta, una ragazzina che indossa una pietra magica e si ritrova in un villaggio di minatori, dove le danno la caccia sia gli stessi pirati che le forze governative. Sheeta incontra il giovane Pazu, insieme cercano di combattere gli emissari dell’esercito e i pirati guidati dalla maga Dola, ma vengono catturati prima dagli uni, poi dagli altri. Tutto si risolve quando Sheela viene a sapere di essere una discendente diretta della regale famiglia di Laputa, un’isola volante, nascosta dietro le nubi, che pure il padre di Pazu raccontava (non creduto) di aver visto. Lo scontro finale avviene proprio sull’isola volante, tra robot gentili che portano fiori sulle tombe, esercito agguerrito, macchine da battaglia e un finto agente segreto (pure lui un erede della stipe di Laputa) interessato al potere. Un film fantastico, ispirato a un romanzo occidentale, con paesaggi che ricordano tutto meno che il Giappone, di qualità notevole, sia per la cura nella realizzazione degli sfondi che per il mix tra musica, immagini e animazione.  Il messaggio ecologico di Miyazaki consiste nel dire che la natura non va manipolata, dev’essere solo accettata e rispettata; il regista inserisce spettacolari sequenze a base di nuvole (sua vera passione e marchio di stile) che aprono le porte ad alberi verdissimi e radici che fanno vivere un’isola fantastica. Lucky Red, che distribuisce l’intera opera di Miyazaki, compie la saggia scelta di conservare la colonna sonora giapponese di Joe Hisaishi per l’adattamento italiano, mentre negli Stati Uniti circola una versione ad hoc per il mercato americano. I personaggi del cartone animato sono ben definiti come se fosse un romanzo, la parte drammatica si stempera in toni da commedia, infine assistiamo a un capovolgimento di ruoli con i pirati bonaccioni e la maga Dola per niente perfida, mentre i veri cattivi sono l’esercito e il finto agente segreto che mira alla conquista del potere. Immancabile la parte sentimentale, la platonica storia d’amore e amicizia tra Sheela e Pazu, che va di pari passo al ruolo consueto di un vecchio nei panni del saggio, in questo caso è un anziano che vive nel sottosuolo e custodisce antichi segreti. Le sequenze aeree sono una gioia per gli occhi, costruite con migliaia di disegni animati e con tecnica analogica, così come la città dei minatori con i treni sopraelevati e le gallerie sotterranee non poteva essere disegnata in modo più convincente. Molti paesaggi ricordano i paesi dei minatori austriaci e belgi, mentre le campagne e le zone montuose fanno venire a mente la Svizzera con i verdi pascoli e le nevi perenni. Laputa, infine, è fantasia allo stato puro, con tocchi di Gulliver corretti all’arte babilonese e sumera, ma anche a base di colonne greche disseminate nel giardino che custodisce i sepolcri, frequentato da robot in disuso e fatiscenti. Le battaglie sono ben disegnate, soprattutto godono di un’animazione sublime, mentre i dialoghi sono come sempre poetici, basati su una sceneggiatura che procede a suon di colpi di scena. Un film di animazione che non potete mancare di rivedere.

Lingua Originale: Giapponese. Paese di Produzione: Giappone. Anno: 1986. Durata: 124’. Genere: Animazione, Fantastico, Avventura. Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Hayao Miyazaki. Fotografia: Hirokata Katahashi. Montaggio: Yoshihiro Kasahara, Hayao Miyazaki, Takeshi Seyama. Musiche: Joe Hisaishi. Scenografie e Art Director: Toshio Nozaki, Nizou Yamamoto. Produttore: Isao Takahata. Produttore Esecutivo: Yasuyoshi Tokuma. Animatori: Tsukasa Tannai, Yasuko Tachiki, Yoshinori Kanada. Sfondi: Katsu Hisamura, Kazuhiro Kinoshita, Lijima Kumiko, Noriko Takaya, Masaki Yoshizaki. Casa di Produzione: Studio Ghibli. Distribuzione (Italia): Lucky Red (2012), Buena Vista Entertainment (2004).

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