Ruggero Deodato, io lo conoscevo bene

Articolo di Gordiano Lupi

Ruggero Deodato che un giorno di venticinque anni fa ci ho visto insieme Cannibal Holocaust con lui che diceva non lo so mica come ho fatto a fare un film così bello. Ruggero Deodato che non era un esempio di modestia né di umiltà, ma che sprizzava simpatia da tutti i pori. Ruggero Deodato che amava le donne, ne ha avute di bellissime, da Silvia Dionisio a Nancy Brilli, impossibile ricordarle tutte, importante è stata solo Valentina. Ruggero Deodato che lascia una figlia bella come il sole, l’ultima donna della sua vita. Ruggero Deodato che è stato il primo regista cui ho dedicato un libro, vent’anni fa, pieno di errori e inesattezze ma ci misi il cuore; lo stesso libro – riscritto anni dopo insieme a un amico – è più riuscito. Ruggero Deodato che ha avuto due libri dedicati alla sua tecnica sopraffina, entrambi scritti da me, poteva andargli meglio. Ruggero Deodato che ho visto tutti i suoi film, persino Gungala, Zenabel e Fenomenal, non capolavori ma è il nostro cinema del tempo perduto. Ruggero Deodato che resta nella storia per la trilogia cannibale, da Ultimo mondo a Inferno in diretta, passando per Cannibal Holocaust, cinema vero, cinema che non fa sconti a nessuno. Ruggero Deodato che diceva un sacco di bugie, come tutti registi, ma le sapeva dire bene. Ruggero Deodato che piaceva ai giovani ma non agli animalisti. Ruggero Deodato che non è mai sceso a compromessi con la censura e ha pubblicato il sequel di Cannibal Holocaust come se fosse un fumetto. Ruggero Deodato che ora è in Paradiso accanto ad Antonio Margheriti e forse ricorderà un piccolo scrittore di provincia che gli ha voluto bene. Ruggero Deodato che girava una stagione di Incantesimo mentre alcuni ragazzotti americani gli copiavano il film più bello della sua vita titolandolo Il mistero della strega di Blair. Ruggero Deodato che ha avuto come maestri Rossellini e Corbucci, scusate se è poco, ma ha insegnato a Tarantino e a Eli Roth come si fa il cinema di genere, come si gira Django. Ruggero Deodato che non ti vedevo da vent’anni ma ti volevo bene. E adesso resti come una croce nel mio cuore …

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