Si può “Vivere d’Amore” con la poesia: parola di Silvana La Perna

Articolo di Francesco Pira

All’anima sono dedicate diversi componimenti contenuti in questa raccolta che varcano l’ingresso di una dolce melanconia che lotta contro le inquietudini dei giorni che passano. In un periodo storico-sociale così difficile, la pandemia prima e la guerra dopo, abbiamo bisogno di recuperare valori importanti e soprattutto abbiamo bisogno di amare, di sperare e di avere fiducia nel futuro.

“Dammi mille baci, poi cento, poi ancora mille, poi di nuovo cento, poi senza smettere altri mille, poi cento”. Un po’ di anni fa, quanto ancora si scrivevano le lettere l’amore (bei tempi!), ricordo che disturbai Gaio Valerio Catullo per fare bella figura. Le poesie d’amore, il fascino di quelle rime straordinariamente capaci di trascinare la persona che volevi conquistare. Oggi è tutto molto più diretto. Basta un video su whatsapp e un po’ di emoticon e aforismi per trasmettere con nuovi codici e nuovi linguaggi il proprio sentimento. La domanda che sorge spontanea è: le poesie d’amore hanno ancora un senso in un mondo così cattivo. Agendo in chiave Gigi Marzullo (si faccia una domanda e si dia una risposta…) propendo decisamente per il tu. Questo preambolo articolato per scrivere di un libro (Edizioni Noi Qui) recentemente pubblicato, intitolato “Vivere d’amore” della poetessa Silvana La Perna. L’autrice ha voluto dedicare la sua prima opera a suo marito Salvatore(che conosco da tantissimi anni) e ai suoi figli.

Nata nella mia stessa città d’origine, Licata, sulla costa occidentale della Sicilia e che possiede spiagge e baie incantevoli, in provincia di Agrigento (ma le province esistono ancora?).

Una donna che ha iniziato ad amare la scrittura fin da piccola. Anno dopo anno questa passione è cresciuta ed è diventata uno specchio per scoprire la sua interiorità.

Alcuni dei suoi componimenti sono stati apprezzati dalla critica e inseriti all’interno di antologie prestigiose. Ha ricevuto menzioni di merito e d’onore che dimostrano come i suoi sentimenti arrivino al cuore e alla mente delle persone.

Il titolo del volume “Vivere d’amore” è il primo suggerimento da cui partire e la poesia omonima si chiude con questi versi: “Voglio vivere d’amore…tutto il resto è cosi fragile!”. Cosa siamo senza amore? Cosa sono senza gli altri? Bisognerebbe chiederselo sempre, ma non abbiamo tempo e non riusciamo più ad interrogarci.

Il maestro spirituale indiano, Osho Rajneesh, ci ricorda che “L’amore è il nutrimento dell’anima. Ciò che il cibo è per il corpo, l’amore lo è per l’anima; senza cibo il corpo si indebolisce, senza amore l’anima si indebolisce”.

E proprio all’anima sono dedicate diverse poesie contenute in questa raccolta che meritano di essere menzionate: “In fondo all’anima” e “L’infinito dell’anima” che varcano l’ingresso di una dolce melanconia che lotta contro le inquietudini dei giorni che passano.

In un periodo storico-sociale così difficile, la pandemia prima e la guerra dopo, abbiamo bisogno di recuperare valori importanti e soprattutto abbiamo bisogno di amare, di sperare e di avere fiducia nel futuro. Il mondo è estremamente provato e crede di non farcela e la poesia ci aiuta ad analizzare le nostre paure e le nostre incertezze.

L’autrice ha cercato di far emergere la bellezza dei sogni che si perdono nella complessità di questa società. Le poesie attraversano amori, dolori, ricordi e il passato. È proprio dal passato che bisogna trarre il bene e la speranza. Si rivolge, in alcune liriche, anche a Dio e sa che lui non l’abbandonerà mai nei momenti più difficili da affrontare.

Non mancano nelle poesie i riferimenti alla sua terra e al suo territorio, scrigno di tesori e meraviglie. Un inno alla Sicilia che possiede colori, paesaggi, sapori e odori unici. Tutto questo splendore diventa modello di continua ispirazione per la poetessa.

Vengono affrontati anche temi legati alla violenza, alla solitudine e ai dispiaceri. Mi sono occupato tante volte dell’isolamento e dell’abbandono. Le nuove generazioni soffrono di solitudine, sempre collegati con il mondo virtuale e sempre più soli.

Silvana veicola un messaggio importante che è quello di cambiare rotta, puntare alla qualità delle relazioni e non alla quantità. Dobbiamo dare spazio al dialogo e al confronto, ascoltando la persona che ha deciso di aprirci il suo cuore.

Combattere la solitudine significa combattere anche le emergenze educative. Il report dell’UNICEF ci fornisce un dato particolarmente preoccupante e angosciante “Ogni 11 minuti nel mondo si suicida un adolescente”. Un numero che sommato alle altre percentuali di fragilità ci fanno capire come la Generazione Z sia particolarmente vulnerabile. Allora quale può essere la strada giusta per cercare di proteggere i bambini, i preadoelscenti e gli adolescenti? Silvana La Perna ci dà una risposta: percorrere la strada della comprensione e smettere di giudicare.

La scrittrice cilena Isabel Allende ha spiegato il valore della parola scritta dicendo: “Per mezzo parola scritta cerco disperatamente di sconfiggere la fuggevolezza della mia vita, di catturare gli attimi prima che svaniscano, di rischiarare la confusione del mio passato”. La poesia è per Silvana come una madre con cui parlare e dialogare senza paure e senza timori. Sa bene che una madre non condanna, ma accoglie e abbraccia il proprio figlio con amore, lenendo quei dolori che a volte rimangono nascosti. Così Silvana ha voluto fermare gli istanti che ha vissuto e lo ha fatto non solo per sé stessa, ma anche per quanti leggeranno le sue emozioni e le sue sensazioni.

Il lettore quando si accosta ad un testo poetico deve farlo in punta di piedi e con estrema sensibilità, perché deve riuscire a comprendere quanto è racchiuso nei versi del poeta.

Credo proprio che chiave di lettura delle poesie di Silvana sia l’essenza stessa della poesia, cosi come ha scritto il poeta libanese Khalil Gibran: “La poesia è il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire. Quando il mio cuore gronda per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio. Quando sono diventato così impenetrabile che neanche l’aria riesce a passare”.

Ecco, questo libro diventa una luce che illumina le assenze, i tormenti e il male provocato dall’uomo stesso che tende a cancellare ogni cosa attuando, sempre più spesso, la sua forza distruttrice.

Allora, queste parole scuotono le coscienze e accarezzano lo spirito che ha bisogno di nutrirsi di percezioni. La poetessa, grazie al suo stile originale, efficace e moderno, riesce a trasmettere l’importanza della resilienza e della rinascita dei cuori per dar vita ad un nuovo umanesimo.

Quanti vogliono compiere un percorso personale, lungo i sentieri della propria sfera affettiva, pronto a scontrarsi con la complessità delle vicissitudini della vita, apprezzeranno queste pagine cosi come le ho apprezzate io. In bocca al lupo Silvana e mille…di queste poesie d’amore.

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