Quella Messina Infernale nel libro di Giandomenico Ruta

Articolo di Francesco Pira

Messina è davvero la terza città satanica in Italia e la prima in Sicilia? Questa pubblicazione segue il percorso delle altre pubblicazioni in cui si è occupato di fantasmi e presenze in città. La particolarità del volume, per i tipi di Edas, risiede nell’essere una vera e propria inchiesta per chiarire gli aspetti del satanismo nella città peloritana

“Così mi disse una volta il diavolo: «Anche Dio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini»”. Questa affermazione dello scrittore e filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche mi ha sempre fatto riflettere da cattolico cristiano su temi molto controversi. E parto proprio da questa considerazione per scrivere di un libro che ho letto e presentato lo scorso 17 gennaio alla libreria Feltrinelli di Messina.

Si tratta dell’ultimo lavoro dello scrittore e ricercatore esoterico Giandomenico Ruta dal titolo “Messina infernale” per i tipi della Edas della brava Mimma Vicidomini. Insieme a me e allo scrittore, la giornalista Marianna Barone, l’attrice Silvia Castelli. Un incontro emozionante, affascinante e ricco di spunti di riflessione. Piena la sala della Feltrinelli di persone curiose di sentir parlare dell’argomento del libro.

Chi è Giandomenico Ruta? È un uomo che ha dedicato la sua vita al Mistero e ha collaborato con diverse riviste specializzate nel settore. Si è interessato allo studio di fenomeni paranormali che riguardano la Sicilia e ha conosciuto diverse personalità che si occupano dell’Ignoto.

Ha pubblicato diversi saggi e opere letterarie come ad esempio:

“Uno squarcio del passato”, Carboeditore, Messina 1989; “Messinarcana”, Carboneditore, Messina 1990; Edas, Messina 2005; “Sprazzi di Mistero”, Il Mar fra Mezzo, Messina 1994; “Fatti spiritici e diabolici nel messinese”, Armando Siciliano, Messina 1996; “Storia d’amore e di morte tra un vampiro e una violinista nella Sicilia dei nostri giorni”, Armando Siciliano, Messina 1999; “Cronache siciliane dell’occulto”, Armando Siciliano, Messina 2007; “Nel segreto di Forte Gonzaga”, Edas, Messina 2008; 2018; “Nel segno dei gemelli”, Edas, Messina 2015; “La memoria dell’acqua”, Algra, Catania 2017; “In principio fu Dracula”, Algra 2021. Una bibliografia importante che si arricchisce del nuovo volume “Messina Infernale”.

La copertina del volume è opera dell’illustratrice Cinzia Barone e rappresenta perfettamente lo scopo di Giandomenico Ruta. Il testo si apre subito con una frase, scelta dall’autore, che lascia presagire le tematiche trattate: “Messina è come la sua pignolata: una parte bianca e l’altra nera, una santa, l’altra diabolica”. Certamente, queste parole incuriosiscono e mettono anche un po’ “i brividi”.

Cosi come ha scritto Paulo Coelho: “La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile. E imparare le lezioni di entrambi i mondi” e chi di noi non si è avvicinato, almeno per una volta, all’universo della magia e dell’esoterismo. Un po’ tutti siamo interessati ai misteri e alle storie che ci vengono tramandate.

Ruta ha cercato di indagare se Messina è davvero la terza città satanica in Italia e la prima in Sicilia. Questa pubblicazione segue il percorso delle altre pubblicazioni in cui si è occupato di fantasmi e presenze in città.

La particolarità del libro risiede nell’essere una vera e propria inchiesta per chiarire gli aspetti del satanismo a Messina. Purtroppo, oggi giorno tante persone ricorrono ai fattucchieri e l’autore mette subito in guardia il lettore: “Sorvolerò sui tanti imbroglioni, miseri mercanti dell’occulto, che truffano la gente e che sono anch’essi una piaga” e aggiunge: “Accenderò i riflettori su quei personaggi sinistri che hanno transitato o che ancora vivono e operano in città. E non parlo di maghi veri che, secondo la mia modesta opinione, non ce ne stanno proprio, ma di operatori di bassa magia, fattucchieri, esoteristi e massoni deviati, satanisti acidi, gentaglia disposta anche ad uccidere, fosse anche poveri animali indifesi, pur di avanzare nel loro cammino alla conquista di un potere terreno e ultraterreno. Possiamo definirli i “santi” del diavolo, ma, purtroppo, accennerò anche di ragazze cattoliche, battezzate, comunicate e cresimate, che per soldi o droga, o per provare semplicemente l’ebbrezza del brivido, si concedono a costoro senza ritegno, né timore di Dio”.

Ruta, quindi, ci aiuta a comprendere che a Messina non ci sono veri satanisti, bensì giovani che amano l’occulto e che compiono atti orribili come profanare tombe o chiese. I giornali li etichettano come satanisti, ma appartengono al “satanismo acido” che è assolutamente distante dal satanismo. A Messina si pratica, secondo il narratore, fattucchieria.

Lo scrittore si sofferma un caso di cronaca che ha sconvolto la gente di Messina e anche l’Italia: la morte di Viviana e Gioele a Caronia, scrivendo il suo pensiero: “Sembrerebbe che in quel perimetro così particolare ci sono altri modi e forme per incanalare sacrifici di sangue, come ad esempio gli incidenti stradali mortali. Infatti, in un’autostrada perennemente disastrata, non è difficile che qualcuno vada a sbattere rimettendoci la vita, e questo viene visto, da chi in quella zona esercita un potere occulto, come un tributo di sangue da incassare, una disgrazia che va ad accrescere le proprie risorse magiche”.

Questo è il punto di vista dell’autore che nel frattempo si augura che gli investigatori trovino nuovi indizi per individuare la verità.

Ruta ci invia un messaggio: “non credete alle falsità”. Purtroppo, sono tanti i giovani che cercano di colmare i loro vuoti con pratiche occulte.

Durante i mesi più difficili della pandemia ho condotto una ricerca che evidenzia come preadolescenti e adolescenti abbiano avuto la tendenza ad isolarsi rispetto all’ambiente famigliare e allo stesso tempo ha sottolineato il loro bisogno di protezione.

Autorevoli dirigenti dell’ospedale Bambin Gesù di Roma hanno fornito un dato preoccupante. Durante la pandemia aumentati del 30% i ricoveri per autolesionismo o suicidi. Sfortunatamente, sono tantissimi i ragazzi e le ragazze che si fanno del male.

Il fatto è che la pandemia ha aumentato lo stress e lo stress facilita la comparsa di una serie di disturbi, principalmente disturbi d’ansia, disturbi del sonno e depressione. Nel periodo di lockdown la mancata interazione in presenza ha comportato un cambiamento di stile di vita che ha acuito dinamiche che hanno sottolineato disagi già latenti nei nostri giovani.

Oggi, l’elemento principale da non sottovalutare è quel sentiero della solitudine che i giovani hanno iniziato a percorrere. Sempre connessi col mondo, ma sempre più isolati e chiusi in sé stessi. Una società che mostra le fragilità di giovanissimi e giovani che possono avvicinarsi anche all’esoterismo, compiendo degli errori o facendosi del male.

In tutto questo ci sono i social network dove ormai si condivide tutto, comprese le challenge (sfide) più assurde. Riti e pratiche assurde vengono riprese e inviate tramite social o tramite canali di messaggistica istantanea. Lo scopo è quello di ottenere like e condivisioni, perché a contare è l’approvazione del proprio pubblico o dei propri seguaci.

Cosi come suggerisce l’autore non bisogna credere a chi racconta menzogne ed io ho studiato per anni il fenomeno delle fake news che coinvolgono anche le nuove generazioni. Un articolo de l’Avvenire riporta i dati di un’indagine, pubblicata nel settembre 2021, sul British Journal of Developmental Psychology. Ecco quello che emerge in modo chiaro: “È soprattutto verso l’età di 14 anni che i bambini iniziano a credere alle “teorie complottiste” e alla disinformazione”. E ancora: “Molti adolescenti hanno difficoltà a valutare la credibilità delle informazioni online”. Allora cosa fanno? Condividono anche se non capiscono il contenuto.

Howard Schneider, direttore del Center for News Literacy, ha tenuto corsi per insegnare agli studenti come comprendere le informazioni. “Gli educatori e in generale tutti gli adulti – dichiara – devono fare un grande passo avanti su questi temi. Invece che preoccuparci a difendere le nostre categorie di appartenenza, dobbiamo pensare al bene comune”. Oltretutto, volendo citare il fondatore di Gawker Media, Nick Denton: “È tutto là fuori. Metà è vero, metà è falso. E non sai quale metà sia quale”. I ragazzi non lo sanno e rischiano quotidianamente.

Ecco, perché è fondamentale il supporto degli adulti. È necessario avere un’educazione di base, costruire processi di sensibilizzazione in grado di coinvolgere i nostri ragazzi per aiutarli a capire come si fa a comprendere se una notizia è falsa o vera. L’unica regola certa è quella del ragionamento, della preparazione personale e del saper controllare dal punto di vista emotivo gli eventi.

L’autore per portare a termine il suo lavoro si è avvalso dei suoi studi e delle sue ricerche. Ha confrontato i suoi risultati con quelli di esoteristi e ha incontrato fattucchieri. Inoltre, si è documentato sulla pagina Facebook del GRIS (Gruppo di ricerca e Informazione Socio religiosa) e ha letto diversi articoli di quotidiani regionali e locali, cartacei e online, alcuni dei quali si trovano in appendice a disposizione dei lettori. Il volume si conclude con due racconti, nati dalla fantasia dell’autore, dal sapore tipicamente “infernale”.

Insomma, quanti voglio compiere un viaggio tra segreti, magia ed esoterismo apprezzeranno queste pagine cosi come le ho apprezzate io.

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