“Il grande inganno”, una vicenda fosca che non richiede spiegazioni

Articolo di Paolo Quaglia

Jack Gites viene ingaggiato da un misterioso cliente per un caso di infedeltà. L’uomo vive il lavoro in maniera solitaria e disincantata. Il palcoscenico è la Los Angeles degli anni 40 e Jack dovrà indagare nel torbido fino a scoprire una verità che non si aspettava. Tra uomini politici corrotti, imprenditori e poliziotti con velleità artistiche l’investigatore porterà a galla una speculazione edilizia e tanta solitudine. La scia delle morte che il detective si porterà dietro, lo condurrà a una nuova consapevolezza del suo inferno personale.

Il grande inganno è un film del 1990 diretto e intrepretato da Jack Nicholson. Nato come l’ideale seguito di Chinatown il titolo vive di una vita propria. Pur mantenendo le atmosfere da noir intatte è una storia che fa della confusione il suo punto di forza. Jack regista dimostra di conoscere gli stilemi del genere e di rispettarli fino in fondo. Una vicenda fosca non richiede spiegazione come la vita non ha verità assoluta, sono i particolari a tracciare la verità. Dotato di ottimi attori tra il quali lo stesso Nicholson e Harvey Keitel, il film ripropone perfettamente le atmosfere del periodo andando a descrivere un cinismo collettivo con ironia e freddezza .

In scena vanno delinquenti e persone ingenue impegnate nella lotta quotidiana per rendere meno pesante un anonimato obbligatorio. Questo sottobosco, proprio del poliziesco vecchio stile, ha come protagonista un investigatore privato che vive sul confine della legalità ma senza mai perdere di vista un codice d’onore rispettabile. Sceneggiato in maniera egregia non è paragonabile al film di Polanski ma ai titoli americani degli anni 30\40, dove tutto era molto disonestamente onesto e privo di profondità. Un film interessante che dimostra quanto Nicholson riesca a districarsi alla regia attraverso un tocco scolastico ma efficace.

Ambientato più in la di China Il Grande inganno vede un Gites ancora più masticato dalla vita mentre prova a fare quel lavoro che non ha scelto e non vorrebbe . Il ritmo è alto e i colpi di scena si susseguono garantendo quell’intrattenimento che è il valore fondamentale di ogni buon noir. Forse poco d’essai il ha il pregio di vivere bene un ambito commerciale che non ne guasta il risultato. Il cinema classico era soprattutto un’industria del divertimento.

Related Articles