“Raw – Una cruda verità”, alcuni critici lo definiscono il miglior horror del nuovo millennio

Articolo di Gordiano Lupi

Un horror cannibale, insolito e sconvolgente, di produzione franco – belga che ha conquistato Cannes (Premio della stampa cinematografica) e che in Italia s’è visto solo al Labronicon, organizzato dal FI PI LI Horror Festival, per poi uscire sul mercato Home Video. Alcuni critici lo definiscono il miglior horror del nuovo millennio; la definizione pare esagerata, anche se molte sequenze sono davvero ai limiti del sostenibile e del ributtante. Julia Ducournau è autrice dal talento indiscutibile, scrive e dirige un horror d’autore, ripreso con splendidi piani sequenza, immagini in campo lungo, nervose soggettive, quadri pittorici di eccidi che ricordano il miglior Dario Argento (Suspiria). La storia si racconta in poche righe. Una famiglia cannibale tiene all’oscuro le figlie della loro eredità genetica (dovuta alla madre) facendole diventare vegetariane per non indurle in tentazione, ma quando si iscrivono al college avviene per entrambe la terribile scoperta. Tutto il resto va visto, perché è un susseguirsi di sesso e sangue che ricorda l’epoca del cinema di Joe D’Amato, con un’introspezione psicologica dei personaggi abbastanza approfondita e una recitazione esemplare. Le sequenze di cannibalismo sono crude ed efferate, le parti erotiche molto esplicite, al punto che in diversi paesi il film è vietato ai minori di anni 18 (in Italia solo 14). Girato in Belgio, tra Liegi e Tornai, immortalando campagne grige e cieli plumbei, interni claustrofobici di una scuola dove il bullismo contro le matricole pare regola di vita. Fotografia livida e spettrale, montaggio abbastanza serrato, colonna sonora inquietante. Non consigliato ai deboli di stomaco, ma horror vero, viscerale, che non fa sconti a nessuno. Citazioni esplicite da Trainspotting (sequenza astinenza da carne umana, invece che da droga) e da Carrie (il bagno di sangue, qui generalizzato), in parte ravvisiamo sentori di Suspiria. Siamo certi che sarebbe piaciuto a Ruggero Deodato, l’inventore del cinema cannibale insieme a Umberto Lenzi.

Titolo Originale: Grave. Paesi di Produzione: Francia, Belgio. Anno: 2016. Genere. Horror. Durata: 99’. Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Julia Ducournau. Fotografia: Ruben Impensa. Montaggio: Jean-Christophe Bouzy. Musiche: Jim Williams. Produttori: Jean de Forets, Julie Gayet, Nadia Turincev, Jean-Yves Roubin, Cassandre Warnauts. Case di Produzione: Petit Film, Rouge International, Frakas Productions. Distribuzione (Italia): Universal Pictures. Interpreti: Garance Marillier (Justine), Ella Rumpf (Alexia), Rabah Nait Oufella (Adrien), Laurent Lucas (padre), Joana Preiss (madre), Bouli Lanners (camionista), Marion Vernoux (infermiera), Jean-Louis Sbille (professore).

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