“Educazione fisica”, un gruppo di adulti che, sotto pressione, tirano fuori la parte peggiore

Articolo di Paolo Quaglia

I genitori di alcuni ragazzini delle medie vengono convocati dalla preside d’urgenza. Pare che una compagna sia stata aggredita sessualmente. C’è l’immobiliarista che s’intrattiene con la mamma del compagno di suo figlio e la coppia di radical dal bimbo adottato. Una volta appresa la notizia e accettata come reale il gruppo passerà a distruggersi l’un l’altro per salvare la prole. Educazione fisica è un film del 2023 diretto da Stefano Cipani.

Interpretato da un cast di rispetto tra cui Sergio Rubini e Giovanna Mezzogiorno è un dramma sociale che mette a confronto due generazioni . Ambientato perlopiù, in una palestra Educazione ha una marcata compente teatrale che prova a mettere in risalto la natura umana. Si parla di genitori in un’ipotetica arena intenti a scontrarsi per salvare la reputazione dei figli e la loro. Adattato da un lavoro di Giorgio Scianna il film ha dialoghi interessanti che ben mettono a nudo la natura dei protagonisti. Il territorio è quello di Carnage, cui il film s’ispira e i ritratti ben si adattano alla parzialità tecnologica odierna.

Una storia semplice che Cipani racconta attraverso una regia carica di significato ma senza enfasi. Una riflessione sull’etica che si mischia con la finzione per affrontare argomenti scomodi e arriva nonostante alcune scelte. La decisione della preside di parlare con i parenti e non rivolgersi alla polizia è un po’ incoerente ma ci sta. Raccontando soprattutto persone Educazione deve essere imperfetto sovvertendo qualsiasi credo iniziale. In scena va un gruppo di adulti che, sotto pressione, tirano fuori la loro parte peggiore arrivando all’aggressività.

Anche l’espediente del video nascosto potrebbe far dubitare sull’etica della preside ma il punto è un altro. Un film teatrale come quello di Cipani punta a mostrare non a dimostrare ben venga allora la realtà anche nelle inesattezze. Il cast è buono, anche se alcuni personaggi sono stereotipati come spesso lo è la vita. Il ritmo a salire garantisce quella dose d’intrattenimento necessaria a temi scomodi. Un film buono che s’inserisce nel filone social senza perdere di vista la necessità di raccontare una vicenda.

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