“Il sol dell’avvenire”, un film di Moretti con una nostalgia creativa

Articolo di Paolo Quaglia

Regista in età avanzata non comprende il presente. Giovanni è un uomo in lotta con tutto ciò che lo circonda. Dalle piattaforme streaming alle abitudini sociali tutto sembra ricordare all’anziano signore che il suo tempo è passato. Lui resiste strenuamente e prova a rispondere girando un film sul segretario di una sezione del Pci in crisi d’identità per alcune scelte dei sovietici. Sullo sfondo cerca di adattarsi al “nuovo mondo” con risultati alterni. Straordinario cultore di abitudini Giovanni sta per essere lasciato dalla moglie, che ama ancora, mentre dovrà affrontare la figlia in procinto di sposarsi con un uomo molto più grande di lei.

Il sol dell’avvenire è un film del 2023 diretto e interpretato da Nanni Moretti. Dopo le pellicole degli ultimi anni, il regista di Bianca torna a far ridere. Finalmente ecco Michele 2.0, il protagonista storico di tante commedie che hanno , giustamente, fatto epoca. La buona notizia è che Nanni rimane sul pezzo. Giovanni è scontroso al punto giusto, saccente al punto giusto e pieno di dubbi “simpatici” in cui identificarsi o sorridere. Perennemente a suo agio con una minoranza , come tutti , Giovanni ha il coraggio di essere se stesso in un mondo che non è più nulla.

Ecco allora le perculate, come si direbbe oggi, a Netflix e ai monopattini che si uniscono a una nostalgia creativa fatta di nuoto o vecchie canzoni. Moretti prende in giro se stesso in modo eccellente regalando ironia e pensiero attraverso avventure più o meno condivisibili ma certamente apprezzabili. Il sol è un film divertente e a tratti divertito che fa del pensiero indulgente la sua forza. Non manca nulla nelle vicende del regista Giovanni e non manca nemmeno il tono sereno anche quando si trattano le sorti del Belpaese.

Nanni riesce a rifare se stesso per chi ne sentiva la mancanza parlando di una fase della vita dove qualcosa va lasciato andare e chissà mai che il nuovo non venga per nuocere. La ricerca di una dimensione in cui poter continuare a essere se stessi, raccontata nello stile del regista con alcune scene riuscite e altre meno come succede nella realtà. I soliloqui e le voci off accompagnano queste vicende narrate in ordine sparso per un titolo capace di ricordare quanto Moretti abbia sempre saputo far ridere con lui. Oggi il suo protagonista non ha paura a far ridere di lui quando l’ironia è pensiero. Sarà sempre tempo per una commedia.

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