La popolazione mondiale sta aumentando ma solo in pochi paesi

Articolo di C. Alessandro Mauceri

Spesso si sente parlare di crescita demografica, di aumento della popolazione mondiale. In effetti le stime parlano di un numero sempre maggiore di abitanti sulla Terra, con tutto quello che significa per la gestione delle risorse naturali (a cominciare dal cibo, dalle fonti energetiche e dall’acqua).

La popolazione mondiale ha già superato gli 8 miliardi di individui. Secondo le previsioni dovrebbe raggiungere 8,6 miliardi nel 2030, 9,8 miliardi nel 2050 e 11,2 miliardi nel 2100. Una conferma che erano corrette le tendenze demografiche globali e le prospettive per il futuro contenute nel rapporto The World Population Prospects: The 2017 Revision, pubblicato dal Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite. Si tratta di informazioni essenziali per orientare le politiche volte al raggiungimento dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Basti pensare che secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite sono circa 83 milioni le persone che ogni anno si aggiungono alla popolazione mondiale.

Quello che, però, spesso si dimentica di dire è che questo incremento della popolazione mondiale riguarderà solo pochi paesi, una decina al massimo. In tutti gli altri paesi la popolazione rimarrà stabile o addirittura diminuirà.

La maggior parte dell’aumento globale di abitanti della Terra sarà attribuibile a India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Etiopia, Repubblica Unita di Tanzania, Stati Uniti d’America, Uganda e Indonesia (in ordine di contributo alla crescita totale).
Grande assente la Cina che con 1,4 miliardi di abitanti sembra aver raggiunto il proprio massimo: le politiche di riduzione delle nascite adottate anni fa avrebbero ottenuto un effetto esagerato.

Cina e India rimangono comunque i paesi più popolosi: da solo comprendendo tra il 19 e il 18% della popolazione mondiale totale. Praticamente una persona su cinque al mondo è cinese o indiana. Inutile dire che questo sta già avendo conseguenze geopolitiche ma anche economiche enormi: l’asse del commercio internazionale non è più l’Europa e nemmeno gli Stati Uniti d’America: sono i paesi asiatici.

Sorprendenti anche altri dati. Tra i dieci paesi più grandi del mondo, è la Nigeria quello che sta crescendo più rapidamente. Tra un paio di decenni, prima del 2050, la popolazione della Nigeria, attualmente la 7a più grande del mondo, supererà quella degli Stati Uniti. La Nigeria diventerà il terzo paese più grande del mondo.

Interessante anche un altro dato. I 47 paesi meno sviluppati (PMS) hanno un livello relativamente alto di fertilità, (intorno a 4,3 nascite per donna). DI conseguenza in questi paesi che la popolazione è cresciuta rapidamente sebbene in parte compensata da una bassa aspettativa di vita. La popolazione complessiva dei PMS era di circa un miliardo di persone nel 2017. Le previsioni parlano di un aumento del 33 % entro il 2030 fino a raggiungere 1,9 miliardi di abitanti nel 2050. un dato che riguarda soprattutto i paesi africani: si stima che entro il 2050 le popolazioni di 26 paesi africani si espanderanno fino a raddoppiare le dimensioni attuali.

Un dato questo che rappresenta una sfida considerevole per l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: l’aumento della popolazione di questi potrebbe richiedere sempre più risorse per porre fine alla povertà e alla fame, migliorare e aggiornare i sistemi sanitari ed educativi, raggiungere obiettivi come l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile, e “garantire che nessuno sia lasciato indietro”.

Al di là della crescita della popolazione una decina di paesi, tuttavia, è rilevante notare che la fertilità
è diminuita in quasi tutte le regioni del mondo. Anche in Africa, dove i livelli di fertilità sono i più alti del pianeta, si registra un calo rispetto al periodo precedente.

Oltre ai dieci paesi in crescita l’unica eccezione è rappresentata dall’Europa che nel suo insieme ha visto un leggero aumento della fertilità totale: da 1,4 nascite per donna a 1,6.

Qui però emerge un altro problema. L’invecchiamento della popolazione. Secondo i dati delle NU, nel mondo il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni dovrebbe più che raddoppiare entro il 2050 e più che triplicare entro il 2100. Entro il 20100, nel mondo dovrebbero essere 3,1 miliardi le persone over 60. A livello globale, si prevede che il numero di persone di età pari o superiore a 80 anni triplicherà entro il 2050. Una situazione preoccupante dato che in Europa, ad esempio, il 25% della popolazione ha già 60 anni o più. E le previsioni parlano di oltre il 35% nel 2050. anche questo cambiamento avrà effetti rilevanti sulle società: nei prossimi decenni molti paesi dovranno affrontare problemi sotto forma di pressioni fiscali, sistemi di assistenza sanitaria, pensione di vecchiaia e protezione sociale.

A venire in aiuto almeno in parte a tutti questi cambiamenti potrebbero essere i grandi movimenti di migranti tra le regioni. Movimenti quasi sempre da paesi a basso e medio reddito verso paesi ad alto reddito. Sebbene le politiche di respingimento abbiano prodotto un calo netto rispetto al picco raggiunto nel 2005-2010 le stime prevedono che si verificheranno notevoli cambiamenti. Ciò nonostante, però, le migrazioni internazionali non saranno sufficienti a compensare del tutto la prevista perdita di popolazione legata a bassi livelli di fertilità. E questo soprattutto nella regione europea.

FOTO: focsiv.it

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