“La abuela – Legami di sangue”, un film confuso e raffazzonato

Articolo di Gordiano Lupi

La sola cosa sorprendente di questo modesto horror soprannaturale franco – spagnolo è la quantità di riconoscimenti prestigiosi che ha ottenuto. Premiato come miglior film al Festival internazionale del film fantastico di Gérardmer e addirittura candidato in patria a due Premi Goya. Paco Plaza lo conosciamo come regista della saga REC – horror commerciale di bassa qualità – e dell’altrettanto modesto Veronica. La abuela per fortuna non viene tradotto nel titolo, perché un horror presentato come La nonna avrebbe fatto ridere a quattro ganasce, mentre di italico resta il sottotitolo Legami di sangue. Non visto al cinema perché – e ne abbiamo apprezzato i motivi! – ha avuto scarsa distribuzione, abbiamo rimediato grazie a Rai 4, il canale del thriller e dell’horror, di solito non di grande qualità. Vediamo in breve la trama. Susana (Amores) è una giovane modella spagnola che vive a Parigi, quando sta per trovare un impiego importante viene richiamata a Madrid perché la nonna Pilar ha avuto un ictus e non è più autosufficiente. Susana – molto legata alla donna con la quale è cresciuta dopo la morte dei genitori in un incidente stradale – si reca subito a Madrid per fare il suo dovere, ma con il passare dei giorni si accorge che Pilar si comporta in modo inquietante. Il segreto della nonna è il leitmotiv del film, quindi non lo sveliamo, avvertendo solo che si tratta di horror soprannaturale collegato al mito dell’eterna giovinezza. Il responsabile maggiore della pochezza del film è lo sceneggiatore Carlos Vermut, del tutto incapace di riprodurre su grande schermo un minimo di tensione narrativa. Tutto sa di già visto, i dialoghi sono spesso inutili e irritanti, ogni sequenza è prevedibile e scontata, soprattutto il finale, che si attende come una liberazione. Il regista ha le sue brave responsabilità, perché impagina un film confuso e raffazzonato, con una serie di sequenze riempitive collegate da un prologo e da un epilogo che spiegano il senso della storia. Fotografia cupa e notturna di Daniel Fernández Abelló che rende ancor più indigesto un lavoro del tutto irrisolto. Unica nota interessante l’interprete principale, la modella madrilena Almudena Amor, che nel film recita il mestiere della sua vita, già vista a fianco di Javier Bardem ne Il capo perfetto, attrice spontanea e credibile nel ruolo assegnato che la vede quasi sempre in scena. Paco Plaza è rimasto così entusiasta della sua interpretazione che l’ha scritturata anche per il prossimo horror: Sister Death. Consigliato solo per gli amanti dell’horror e per i fan di Almudena Amor. La abuela si può vedere ancora su RaiPlay.

Regia: Paco Plaza. Soggetto e Sceneggiatura: Carlos Vermut. Fotografia: Daniel Fernández Abelló. Montaggio: David Gallart. Musiche: Fatima Al Qadiri. Case di Produzione: Apache Films, Altresmedia Cine, Sony Pictures, Les Films du Worso. Produttore: Enrique López Lavigne. Paesi di Produzione: Spagna, Francia, 2021. Genere: Horror. Durata: 99’. Interpreti: Almudena Amor (Susana), Vera Valdez (Nonna Pilar), Karina Kolokolchykova (Eva), Marina Gutiérrez (Adela), Berta Sánchez, Alba Bonnin, Gabriela Calonfirescu, Ileana Wilson (dottoressa Romero), Chacha Huang (cameriera), Lle Godoy.

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