Giornata Mondiale dei minori scomparsi

Articolo di C. Alessandro Mauceri

Come ogni anno, il 25 maggio, le Nazioni Unite celebrano la Giornata mondiale dei Minori Scomparsi.
Lo stesso giorno il Kiwanis Distretto Italia San Marino organizza l’I DAY, la giornata dei minori irreperibili. Nonostante gli sforzi delle Autorità preposte, la situazione è sempre più grave: ogni anno, i dati ufficiali riportano numeri preoccupanti. Ma di questo problema (e molti altri) si parla poco. È inconcepibile che, ancora oggi, i media nazionali si ostinino a non dedicare a questo fenomeno l’attenzione che merita. Per questo motivo, in occasione della Giornata mondiale dei Minori Scomparsi, oltre ad altre iniziative organizzate dal KDISM, un gruppo di Associazioni (in calce l’elenco completo) ha deciso di realizzare
un’azione congiunta di sensibilizzazione e comunicazione per far conoscere a tutti la gravità del
problema. Uno sforzo per far conoscere a quante più persone possibile i “numeri” reali. O almeno quelli
“ufficiali”.

Nel 2022, sono state 17.130 le denunce di scomparsa di minorenni. I minorenni italiani ancora da
ritrovare sono 1.062 (mediamente quasi tre al giorno). A loro, però, si devono aggiungere i 9.126
minorenni stranieri residenti in Italia e dichiarati scomparsi. Complessivamente 10.188 i minorenni
per i quali, nel 2022, è stata presentata una denuncia di scomparsa e che sono ancora da ritrovare.
Quasi 28 al giorno! Un fenomeno che mostra un trend crescente impressionante: le denunce di
scomparsa di minorenni stranieri sono aumentate del 47,86%, quelle di minorenni italiani del
24,18%, in un solo anno. (dati XXVIII Relazione Commissario Straordinario del Governo Persone
Scomparse). A livello europeo, la situazione è ancora più grave: mancano del tutto dati ufficiali nonostante se ne
sia parlato spesso (l’ultima volta solo pochi giorni fa nel corso di un incontro riguardante i diritti dei minori in
Europa al quale abbiamo partecipato).

Critico anche il settore dei minorenni in comunità: gli ultimi dati nazionali (pubblicati lo scorso anno a
settembre nella Raccolta dati sperimentale elaborata dall’AGIA con le Procure della Repubblica presso i
tribunali per i minorenni), sono aggiornati a dicembre 2020. Dati “vecchi” di quasi tre anni e non più
rappresentativi della situazione attuale. Questo nonostante la L.184/1983 preveda l’obbligo per le strutture residenziali di trasmettere semestralmente al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni l’elenco di tutti i bambini e i ragazzi collocati presso le stesse, con l’indicazione specifica per ciascuno della località di residenza dei genitori, dei rapporti con la famiglia e delle condizioni psicofisiche e
altro. La realtà è diversa. Manca un quadro sinottico a livello nazionale aggiornato e, soprattutto,
completo. Lo stesso Rapporto presentato dall’AGIA sottolinea “che alcune procure minorili hanno
comunicato i dati in misura parziale e che altre non hanno comunicato alcun dato”! I dati mancanti, a
volte, lasciano basiti: circa la permanenza in comunità, in almeno un terzo dei casi, non si sa nemmeno
se la durata è stata più o meno di 24 mesi. Eppure si tratta di un dato importante: immaginate le
conseguenze che può avere su un minore una permanenza tanto prolungata lontano dalla propria famiglia.
E ancora. Quasi mai si parla di traffico di minori (a volte si fa confusione con il fenomeno della tratta che, però, è un fenomeno completamente diverso). O dei minorenni privi di identità legalmente riconosciuta.

Eppure si tratta di problemi seri che riguardano minori scomparsi. Di loro si è parlato durante il convegno
sulla European Strategy for the Rights of the Child che si è svolto l’11 maggio scorso. Peccato che i
partecipanti fossero solo una quarantina (compresi noi e i relatori). E quasi tutti rappresentanti di
Associazioni del che si occupano di minorenni. E gli altri? Cosa è stato fatto per informare la popolazione
di questi dati?

Di tutti questi “numeri” si parla molto poco. Spesso l’informazione è parziale o destinata a tecnici del
settore. Altre volte, i media si concentrano su casi singoli e perdono di vista le dimensioni del fenomeno dei
minori scomparsi e delle varie sfaccettature che lo caratterizzano (dagli allontanamenti volontari causati da
fenomeni di violenze domestiche alla sottrazione internazionale di minori, dai minori stranieri non
accompagnati e dalla loro accoglienza ai casi bullismo e cyberbullismo).

Quasi mai si riesce a far comprendere questa realtà triste e complessa ad una platea più ampia.
É per questo che, nel 2023, in occasione dell’I DAY e della Giornata Mondiale dei Minori Scomparsi,
abbiamo deciso di realizzare – oltre ad altre iniziative – un’azione di informazione massiccia su tutto
il territorio nazionale. Per far conoscere a tutti i dati ufficiali (e i loro limiti). Per far prendere coscienza di questi problemi e per
invitare le Autorità ad agire in modo sempre più efficace. Per fare in modo che nessuno possa dire “non lo sapevo”.

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