“Stranizza d’amuri”, film dedicato alle vittime del delitto di Giarre

Articolo di Gordiano Lupi

Giuseppe Fiorello sorprende tutti con il film d’esordio dietro la macchina da presa, dimostrandosi padrone della tecnica di regia, oltre a buon direttore di attori e valido sceneggiatore, con un film drammatico – sentimentale ispirato a una storia vera. Siamo nel 1982, in Sicilia, l’anno dei mondiali vinti dalla Nazionale di Bearzot, le partite scorrono in sottofondo, le voci dei telecronisti escono da radio e televisioni, nel frattempo sboccia un amore inatteso tra due adolescenti. Gianni e Nino s’incontrano per colpa di un incidente stradale e da quel giorno le loro esistenze cambiano per sempre, unite da un amore puro e sincero quanto incompreso. Il film è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre (1980), rimasto senza colpevoli, dopo il quale sorsero le prime associazioni siciliane in difesa dei diritti degli omosessuali. Stranizza d’amuri gode della colonna sonora straordinaria di Franco Battiato con pezzi storici come Paloma e il brano omonimo che dà il titolo al film, oltre a suggestive canzoni di Giovanni Caccamo e pezzi d’epoca che costituiscono il leitmotiv dell’ambientazione. Scenografie curate nei minimi particolari – dagli arredamenti alle tazzine marroni dove si sorbiva il caffè – mentre il solo errore storico riguarda la partita Italia – Brasile che non si giocò in notturna ma alle cinque del pomeriggio, sotto il cocente sole meridiano. Panoramiche sicule notevoli, carrellate e piani sequenza, intensi primi piani, paesaggi marini che entrano di prepotenza a far parte della storia. Fotografia solare e nitida, alternata a notturni giallo ocra, suggestivi spaccati campestri bruciati dal sole che lasciano il posto a spettacolari fiumi tra i monti e golfi marini. La sceneggiatura è ben scritta da Fiorello, Cedrola e Salsa, mentre il montaggio poteva essere più serrato per migliorare la tensione narrativa, così come alcune soluzioni potevano essere meno facili e didascaliche. Si tratta di difetti marginali, tipici di un esordio (confortante), che si perdonano di fronte a una storia d’amore intensa e commovente, dedicata ai giovani, scritta per l’urgenza di far capire quanto fosse poco tollerante la società italiana (soprattutto meridionale) nei primi anni Ottanta. Attori molto bravi, specie i due giovani protagonisti Segreto e Pizzurro, complice la buona direzione del regista. Il film è girato in Sicilia, nei paesi di Noto, Marzamemi, Ferla, Buscemi, Priolo e Pachino, luoghi che hanno caratterizzato l’infanzia di Beppe Fiorello. Da vedere.

Regia: Giuseppe Fiorello. Soggetto e Sceneggiatura: Giuseppe Fiorello, Andrea Cedrola, Carlo Salsa. Fotografia: Ramiro Civita. Montaggio: Federico Forcesi.  Musiche: Giovanni Caccamo, Leonardo Milani, Franco Battiato. Scenografia: Paola Peraro. Costumi: Nicoletta Taranta. Trucco: Jenny Zuccaro. Produttori: Riccardo Di Pasquale, Eleonora Pratelli. Produttore Esecutivo: Gabriele Oricchio. Case di Produzione: Fenix Entertainment, Ibla Film, Rai Cinema. Distribuzione: Bim Distribuzione. Lingua Originale: Siciliano, Italiano. Paese di Produzione: Italia, 2023. Genere: Drammatico. Interpreti: Samuele Segreto (Gianni), Gabriele Pizzurro (Nino), Simona Malato (Lina), Enrico Roccaforte (Franco), Simone Raffaele Cordiano (Totò), Antonio De Matteo (Alfredo), Anita Pomario (Giuseppina), Fabrizia Sacchi (Carmela), Roberto Salemi (Pietro).

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