Valerio Mieli non gira film per il pubblico ma scrive storie che sente l’esigenza di raccontare, cosa che può essere sia un pregio che un difetto, in ogni caso garantisce serietà e sincerità di espressione. Secondo film dopo Dieci inverni, sceneggiato da un suo romanzo, il regista parla ancora d’amore con un montaggio non consequenziale che può apparire confuso e con una storia che pecca di poca originalità. Luca Marinelli è un uomo macerato e insoddisfatto che riesce a vivere solo nella dimensione onirica del ricordo, sempre non appagato dalla vita che sta vivendo. Linda Caridi è la donna che lo fa innamorare ma che finisce per lasciare, o per farsi lasciare, per poi capire – dopo tradimenti reciproci e avventure – che non può vivere senza di lei. Valerio Mieli è un ottimo regista, conosce la tecnica come pochi altri, si vede che ha frequentato il Centro Sperimentale, tutto è fuorché un improvvisatore, ma non è ferrato sui tempi del cinema, sul montaggio e sulla sceneggiatura, troppo diluita in 106’ per le cose da dire. Il film è un contenitore di citazioni enza fine, Bergman e Il posto delle fragole tornano a più riprese, come tutto il cinema di Antonioni con la poetica dell’incomunicabilità, del difficile rapporto di coppia, della diversità tra uomo e donna. Luca Marinelli è come sempre ispirato, anche se questo ruolo eccessivamente drammatico non gli si addice troppo, mentre la bella Linda Caridi è affascinante e misteriosa. Da citare il vecchio David Brandon (Deliria di Soavi, Caligola di Brass) nei panni del padre di Lei, mentre Andrea Pennacchi è il padre di Lui. I personaggi principali non hanno un nome, tanto per calcare la mano sul ruolo simbolico. Colonna sonora suadente, fotografia intensa dai toni pastello, scenografie insulari (siamo a Ponza) davvero suggestive, montaggio compassato, sceneggiatura che mostra il fianco a troppi momenti stanchi. Il film è come un romanzo di Joyce, non segue tempi normali ma un flusso di coscienza e di pensieri, molto spesso il protagonista si trova in un luogo e si rivede adolescente a ricordare momenti del passato. Ricordi? Sarebbe piaciuto a Proust, senza dubbio, persino a Bergman, anche se il regista mira a essere qualcuno che ancora non è, che forse diventerà, ma pare ancora troppo presto. Finale deludente, che non ti aspetti da un autore che vorrebbe essere originale a ogni costo. Non è cinema commerciale, Mieli tutto fa meno che strizzare l’occhio al pubblico, consapevole di possedere doti di gran lunga superiori alla media dei cineasti italiani contemporanei. Resta un film interessante, da vedere, come scuola tecnica di cinema, perché tutti i movimenti di macchina, le dissolvenze, le riprese da diverse angolazioni sono presenti, come in uno spettacolare catalogo. Se soltanto ci fosse un pizzico di storia …
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Valerio Mieli. Fotografia: Daria D’Antonio. Montaggio: Desideria Rayner. Scenografia: Mauro Vanzati. Trucco: Domingo Santoro. Produttore: Angelo Barbagallo, Laura Briand. Case di Produzione: BiBi Film, Les Films d’Ici, Cattleya, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): BiM Distribuzione. Lingua: Italiano. Paese di Origine: Italia, Francia. Anno: 2018. Durata: 106’. Genere: Drammatico, Sentimentale. Interpreti: Luca Marinelli (Lui), Linda Caridi (Lei), Giovanni Anzaldo (Marco), Camilla Diana (la ragazza rossa), David Brandon (padre di Lei), Andrea Pennacchi (padre di Lui), Alessandro Tagliaferri (Marco adolescente), Jacopo Mandò (Lui adolescente), Benedetta Cimatti.