Lunedì 4 maggio, saranno 4,4 milioni gli italiani che torneranno a lavoro. Ci sarà la possibilità di visitare le persone “legate da un legame affettivo stabile”, coniugi, conviventi, partner e parenti fino al sesto grado. Ma continua ad esserci molta confusione a riguardo. Tanta incertezza e molte notizie che si rincorrono come un boomerang. Cosa succederà poi? Per qualche strano motivo, torna ad essere attuale una riflessione di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), quando ha descritto ‘Il Quarto Stato’, quadro simbolo del XX secolo: “è un quadro sociale rappresentante il fatto più saliente dell’epoca nostra, l’avanzarsi fatale dei lavoratori”. Chissà se ci saranno ancora artisti, architetti, politici, filosofi o semplicemente osservatori del presente, in grado di studiare per bene la società contemporanea, capirla fino in fondo e rimodellarla in funzione delle esigenze del popolo, mettendo da parte ogni forma di polemica inutile. Un compito arduo, certo, ma indispensabile in un momento così difficile per il paese, in cui le bocche da sfamare rimangono avvolte da mascherine, sciarpe e bende ma che continuano a reclamare certezze. “Invece di dare al popolo sacerdoti, soldati e maestri, sarebbe opportuno sapere se non stia morendo di fame”, asseriva Lev Tolstoj.
“Il Quarto Stato” e l’avanzamento di 4,4 milioni di italiani nella Fase 2
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