Una pandemia, fortunatamente, è un evento piuttosto raro. Va detto che non esiste una definizione universalmente condivisa del termine, benché ci siano definizioni approvate anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel linguaggio corrente si sottintende qualcosa di più grave di un’epidemia, ma più grave secondo quale parametro? Un primo criterio è quello del numero dei morti e non solo.
In tutte le librerie, dal 24 settembre, è disponibile la nuova e originale pubblicazione di Aldo Giannuli, intitolata “Coronavirus: globalizzazione e servizi segreti. Come la pandemia ha cambiato e cambierà l’ordine mondiale”. Cos’è successo all’inizio del 2020? Cosa ha significato davvero l’epidemia di coronavirus in Italia e nel mondo? Le cose potevano andare diversamente? L’arrivo del virus prefigura davvero un mondo nuovo? Come stanno agendo per costruirlo i governi delle maggiori potenze? Aldo Giannuli, in questo nuovo libro, studia la pandemia sanitaria dal punto di vista storico, politico e sociale, con l’obiettivo di prevedere il mondo che ci aspetta. Le grandi epidemie, è fra le tesi del libro, più che generare nuove tendenze, hanno l’effetto di accelerare e rendere più forti le tendenze già esistenti.
A venire accelerata, in quella che non è esagerato definire la più grave crisi mondiale dal 1945 in poi, è soprattutto la crisi della globalizzazione. Assodato che la “fabbrica globale” e le delocalizzazioni si sono rivelate trappole pericolose, quale sarà il volto del mondo post globalizzazione? Ci aspetta un “collasso generale”, una lunga stagnazione pluridecennale senza sviluppo, o addirittura una guerra? Coronavirus: globalizzazione e servizi segreti si rivela al lettore come uno tra gli strumenti più aggiornati e informati su quello che ci è appena accaduto e su quello che, con ogni probabilità, deve ancora continuare ad accadere.
Sostanzialmente, un’epidemia non influenza una società solo sul piano sanitario ma anche a livello più profondo. Per Aldo Giannuli “c’erano tutte le condizioni per potere prevedere la pandemia, c’è stata una rimozione, non si è voluto vedere questo pericolo”. “Sfatiamo la balla del cigno nero di questa pandemia che è piovuta da Marte e non potevamo aspettarcela. Non è vero. A livello di istituzioni politiche e sanitarie l’idea che una pandemia potesse scoppiare nel giro di qualche anno era presente. C’erano tutte le condizioni per poterla prevedere, c’è stata una rimozione, non si è voluto vedere questo pericolo”. Secondo Giannuli si è preferito ignorare il problema “perché i soldi servono alla finanza e non li possiamo spendere per tutelare la salute pubblica, perché i nostri politici non sono abituati a risolvere i problemi ma a rimuoverli, interessati solo a far bella figura in tv. Non solo a livello italiano.
Questo è un ceto politico globale incapace di governare certe situazioni”. Il problema “non è la globalizzazione, ma come si è fatta. È prevalsa l’idea di cercare i mercati dove il costo del lavoro è più basso e lì delocalizzare. Basti vedere la produzione di farmaci in India e di mascherine in Cina. Questo alimenta i problemi di sicurezza in momenti di emergenza. Se vuoi la globalizzazione devi essere pronto a combattere il rischio di una pandemia, perché il virus viaggia più veloce della ricerca del vaccino e della burocrazia. In tutto l’Occidente non era previsto neanche un piano in caso di pandemia. Noi abbiamo fatto la globalizzazione in un modo dissennato”. Una pubblicazione che farà riflettere e che merita la giusta attenzione per riuscire ad interpretare la pandemia sanitaria anche e soprattutto dal punto di vista storico, politico e antropologico.