Breve ritratto della «signora della Commedia»

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 22 settembre 1927 nasce a Camerino, in provincia di Macerata, Anna Maria Chiavacci Leonardi. Figlia del filosofo e pedagogista Gaetano Chiavacci (1886-1969), si laurea con il professore e critico letterario Giuseppe de Robertis all’Università degli Studi di Firenze discutendo una tesi sul Paradiso.

Dapprima docente di liceo, dal 1972 è docente di Filologia e critica dantesca presso la sede di Arezzo dell’Università degli Studi di Siena.

Dopo aver sposato Claudio Leonardi, insigne docente di Letteratura latina medievale all’Università di Firenze, ne prende il cognome aggiungendolo al proprio.

Dal 1980 al 2002 è stato ordinario della cattedra di Filologia e critica dantesca dell’Università di Siena. Membro vitalizio della Società dantesca italiana, membro onorario della Dante society of America, Premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei nell’anno 2000 per la critica letteraria. Il 9 giugno del 2006 la città di Firenze le ha consegnato il Fiorino d’oro.

La professoressa Anna Maria Chiavacci Leonardi è una tra le più grandi studiose di Dante. Deve la sua notorietà, soprattutto, al suo commento completo alla Commedia, frutto di uno studio critico lungo più di un trentennio, pubblicato per la prima volta nel 1991 da Mondadori, in tre volumi corrispondenti alle tre cantiche (Inferno, Purgatorio, Paradiso), nella collana «I Meridiani». In seguito, l’editrice Zanichelli ne ha pubblicato la versione scolastica. Il suo commento, lo spiega la stessa autrice, nasce dalla «consapevolezza che tanta cultura italiana novecentesca laica ha trascurato quel carattere che lei ritiene primario nell’opera di Dante: la concezione del mondo e dell’uomo che è fondamentalmente cristiana». Nell’«Introduzione» alla Commedia, pubblicata da Zanichelli nel 1999, ringrazia i suoi figli Lino ed Emanuela per «l’aiuto che le hanno dato nel compiere questo lavoro».

Il 25 agosto 2003 la professoressa Chiavacci Leonardi partecipa al Meeting di Rimini. Un incontro che rivela la sua singolarità già fin dal titolo proposto: Il poema dantesco, la felicità oltre la storia. «Porre il problema della felicità, vuol dire porre il problema stesso del senso della vita dell’uomo. La felicità cos’è? La realizzazione della persona. Ciò che ogni essere umano ricerca con tutta la forza del desiderio. Compiere questo desiderio e la felicità per la quale è nato. La stessa essenza dell’uomo può dirsi desiderio. Se non desidera non vive. L’oggetto stesso del desiderio determina la persona. Già Dante nel Convivio osserva che il bambino comincia subito a cercare dei beni, piccoli beni: l’adulto beni più grandi, via via fino a che si arriva all’ultimo desiderabile, come Dante si esprime, che è il Dio stesso. Del resto, l’idea di felicità dipende dall’idea che l’uomo ha del mondo e di sé. […] Dante scrive la Commedia con l’intento dichiarato di removere viventes in acqua vita, cioè di togliere i viventi dal loro stato di infelicità, e condurli ad uno stato di felicità. Così è scritto con precisione nell’epistola dedicatoria a Cangrande».

Tra le numerose pubblicazioni si ricordano Lettura del Paradiso dantesco (1963), La Monarchia alla luce della Commedia (1977), La guerra de la pietade (1979), Le Beatitudini e la struttura poetica del Purgatorio (1984), Dante e Virgilio: l’immagine europea del destino dell’uomo (1984), Le ‘bianche stole’ e il tema della resurrezione nella Commedia (1988), La figura biblica dell’esilio nella Divina Commedia (2001).

La professoressa Anna Maria Chiavacci Leonardi ha dedicato tutta la sua vita alle opere e agli studi sul Sommo Poeta tanto da guadagnarsi l’appellativo di «signora della Commedia».

Muore il 7 aprile 2014 nella sua casa di Firenze all’età di 86 anni.

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