Quando l’inglese incontra l’italiano. Un viaggio di due lingue che si incontrano

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

Kenobi Isaac Dema, noto docente di lingua inglese, ma, secondo me, è anche il filosofo della lingua perché ne ragiona i nessi, i contenuti, ma soprattutto l’evoluzione sociale della lingua stessa, in questa prima intervista, lo si lascerà parlare a ruota libera, perché non è il classico accademico, egli maestro di socratica ironia, riesce ad innescare l’interesse per la lingua. Attraverso la sua disamina il lettore ne rimane estasiato, Il suo metodo è pregno di gioia, come se ogni spiegazione fosse un racconto di una fiaba, dove i vocaboli e le strutture grammaticali sono i personaggi, l’attore principiale è, appunto, il linguaggio e la sua necessità di compiersi attraverso l’incarnazione della parola.

Come è nata questa opera che si potrebbe definire cattedrale linguistica?
Dunque, è nata da una profonda esigenza di colmare una vasta lacuna che continuavo ad avvertire, a sentirmi emanare addosso, dai miei diversi e svariati discenti nel corso degli anni. Sembravano quasi perennemente spiazzati, disorientati, senza punti di riferimento, senza appigli né attracchi per sorreggersi, per sostenersi, per orientarsi, qualora vi fosse da approdare alla lingua e al mondo inglesi. Eppure dallo studio e soprattutto dalla mia esperienza didattica pluriennale sapevo con assoluta certezza che vi era un nesso chiarissimo, seppur quasi invisibile, a collegare i due mondi, cioè l’Italiano all’Inglese, in maniera viscerale e spirituale. Allora, il mio compito fu quello di rendere quella sottotraccia apparentemente invisibile improvvisamente visibile, chiara e lampante a tutti. Poi, nutro un amore profondo sia verso le lingue neo-latine, fattispecie l’Italiano, che verso il popolo italiano, a cui sono eternamente legato per delle ragioni forse inspiegabili. Quindi sentivo il bisogno profondo di adoperare il mio intelletto e il mio spirito al servizio del popolo italiano, affinché la lingua inglese diventasse quasi una bellissima passeggiata, senza più incomprensioni, ansie e patemi. Ecco di seguito un sunto dell’opera: È un opera ideata e scritta apposta seguendo le onde ed i flussi della forma mentis italiana, la quale tutto di un tratto si converte in Inglese. Come se nulla fosse. Per magia e incanto, senza forzare tempi e ritmi, senza sforzi eccessivi, senza strattonarsi andando in affanno, con naturalezza e una certa aria di saggia disinvoltura. Perciò si intitola “L’Inglese incontra I’Italiano”, a posta. Tranquillo, tranquillo, scorre… e scorre così in tanta profondità, però dando sempre la sensazione di grande lievità, di un’accarezza, di una brezza, un sussurro che ti porta sulla sua scia accompagnandoti lungo tutto il viaggio.

Perché l’inglese deve incontrare l’italiano, quali affinità culturali ?
Che bella domanda! Allora, che lo si voglia o no, volenti o nolenti, oggi giorno viene professionalmente richiesto in qualche misura agli Italiani di sapersi arrangiare con I’Inglese. E giacché in apparenza questi due mondi possano apparire lontani, se non addirittura agli antipodi, fu il mio espresso dovere far vedere che vi sia un ponte, anzi tanti ponti come a Venezia, che collegano i due mondi, quasi intimamente, e in tal modo facilitare notevolmente l’intesa ed il percorso d’apprendimento. Il problema è che spesso ci si sofferma sulle parole individuali, le quali saranno spesso indubbiamente diverse e sconnesse, se non quelle di derivazione greco-latino, spesso passando per il Francese. Ma al livello concettuale vi è sempre un nesso ed un’affinità incredibile, perché in fondo vi sia il Latino di mezzo, però non solo per quello. Allora, elevando la comunicazione sul piano spirituale le lingue si accomunano perché essenzialmente hanno il medesimo compito, ossia esprimere la vita intesa sia come la condizione umana che l’esperienza umana attraverso delle parole assembrate in strutture linguistiche. Quindi finiscono per dire la stessa medesima cosa magari mediante delle strutture diverse. Infine tutte le strade portano a Roma. E tutta l’esperienza umana riporta a Dio.

Quindi Lingua e linguaggio hanno come comune denominatore la forza del divino?
Sì, certamente! In ogni cosa c’è del divino, anche se non si vede. A proposito, hai accennato ad un’opera che sembrerebbe più una cattedrale linguistica. In fondo è un manuale per aiutare a destreggiarsi nel mondo d’inglese. Invece una cattedrale linguistica sarebbe un’opera superflua, che non serve, se non mi sbaglio. Dunque gentilissimi, in quest’opera vi è in atto un netto cambio nella prospettiva della presentazione di come funzionano i verbi. Allora, ad esclusione delle altre importantissime questioni e disquisizioni inerenti alla conoscenza della lingua, praticamente la visione posta in essere in quest’opera presenta la lingua e la sua intesa viste attraverso i diversi precisi tipi di immagini degli eventi espressi dal verbo in un dato frangente di tempo, a loro volta chiamate gli Aspetti Verbali. In sintesi allora avviene il seguente :

L’Aspetto Verbale
Dunque per descrivere l’aspetto verbale si potrebbe iniziare dicendo che l’attuazione del verbo implica sempre un processo. L’importante è stabilire la determinata fase del processo in cui si trova il verbo, cioè l’immagine che evoca, l’aspetto che ha, per arrivare poi alla struttura atta ad esprimere l’evento.

Allora come già detto tecnicamente l’aspetto verbale è il tipo di rapporto che l’evento espresso dal verbo (azione, processo o stato) instaura col tempo indipendentemente da un riferimento o asse cronologico, ossia senza nessun riferimento al futuro, presente o passato. È semplicemente l’idea del tipo di rapporto tra evento e tempo, ovverosia la fase di attuazione in cui si trova il verbo.

In essenza è il rapporto che un dato modo verbale (il modulo eletto) instaura quando raffrontato col tempo. Più che un rapporto, è da considerarsi come il tipo d’immagine che si proietta, che viene a crearsi davanti ai propri occhi, immagini dell’evento in chiave virtuale rapportato al tempo. Praticamente sono le immagini a determinare direttamente la forma o struttura da usare per presentare l’evento stesso, e implicitamente a determinare le funzioni stesse del verbo…Sono proprio le immagini.

1. Se in un dato momento o periodo mentalmente o realmente si vede l’evento espresso dal verbo in una fase statica, ferma e attuata, cioè nella quale non si muove affatto, ossia è fisso, si dice che l’immagine, ossia l’aspetto, che evoca è semplice, simple aspect, e per esprimerla serve una struttura verbale altrettanto semplice, simple, la quale il più delle volte corrisponde a una struttura verbale da parola singola. Quindi in teoria struttura semplice significa parola singola, la quale d’istinto riflette un’immagine ferma, statica e attuata dell’evento. Per es. I love you. = Ti amo. – Evento che si presenta completo e preciso, da fermo immagine nello stesso preciso momento di parlare o periodo di riferimento.

2. Se in un dato momento o periodo si vede l’evento espresso dal verbo in una fase in via di svolgimento, ossia è dinamico o durativo, si dice che l’immagine, cioè l’aspetto, è progressiva, progressive aspect, e serve subito una struttura verbale altrettanto progressiva, progressive, per esprimerla, la quale corrisponde alla struttura to be + verb+ing. Per es. We are learning English. = Stiamo imparando l’Inglese. – Evento che si presenta dinamico e in evoluzione nello stesso preciso momento di parlare o periodo di riferimento.

3. Se si vede l’evento espresso dal verbo in una fase di perfezionamento, di compiutezza o compimento, tesa tra due momenti o tempi, precisamente che si compie, si completa, nello spazio tra due momenti o tempi, si dice che l’immagine, ossia l’aspetto, è perfettiva, perfect aspect, e serve allora una struttura verbale altrettanto perfettiva, il perfetto, perfect, per esprimerla, la quale corrisponde alla struttura to have + verb+ed. Per es. Susan has arrived. = Susan è arrivata., We have finished. = Abbiamo finito. – Evento che si compie tra due tempi o momenti distinti, nel caso specifico tra il presente e un dato momento nel passato non ben precisato.

4. Se l’evento che si vede espresso dal verbo è dinamico, durativo, e teso tra due momenti, cioè che si stia svolgendo entro lo spazio tra due momenti o tempi, si dice che l’immagine è in continuo perfezionamento, ossia continuous perfect aspect, e per esprimerla serve una struttura verbale corrispettiva detta continuous perfect o perfect progressive, la quale corrisponde alla struttura to have + been + verb+ing. Per es. They have been waiting since morning. = Aspettano/Stanno aspettando da stamattina., È da stamattina che aspettano/stanno aspettando. – Evento che si presenta in svolgimento, durativo, tra due tempi o momenti distinti, nel caso specifico tra il presente e un dato momento nel passato, ossia da stamattina.

Quindi vi è un nesso diretto tra immagine, ossia aspetto, e struttura verbale, ovverosia una rispecchia l’altra. Per cui saper cogliere l’immagine giusta da presentare può essere di gran vantaggio nell’intendere effettivamente la struttura verbale giusta per esprimere un evento in un contesto preciso. In sintesi: i. un evento che si presenta per intero e completo in un dato preciso momento o periodo = simple aspect e simple structure, ii. Un evento che si presenta dinamico e durativo in un dato preciso momento o periodo = progressive aspect e progressive structure, iii. Un evento che si compie e si completa entro due momenti o tempi = perfect aspect e perfect structure, e infine iv. Un evento che si presenta dinamico e durativo entro due momenti o tempi = continuous perfect aspect e continuous perfect structure.

Poi per estensione nascono i tempi verbali del modo indicativo qualora questi quattro principali tipi di immagini vengano visualizzate e collocate nei rispettivi assi temporali, cioè presente, passato e futuro. Voilà!

The Verb Tenses

I Tempi Verbali del Modo Indicativo e le loro Funzioni

Ed eccoci finalmente ai tempi verbali o grammaticali, the verb tenses. I tempi verbali non sono altro che una diretta estensione dei tre principali aspetti verbali, come già detto e visto, qualora gli aspetti verbali vengano collocati in un determinato asse cronologico o temporale , ovverosia presente, passato o futuro. Tense vuol dire praticamente ‘tempo’, time.

Allora segue d’istinto a questo punto capire come, perché e quando vengono utilizzati questi verb tenses, cioè le loro funzioni. Si potrebbe già dire che tali funzioni dipenderanno largamente dall’esatto tipo di Aspetto Verbale, ovverosia l’immagine, che un dato tempo verbale presenta, specialmente a confronto con gli altri tempi verbali dello stesso asse temporale. Per esempio ;

Il Presente :

Il simple present o present simple – immagine ferma, statica e attuata nel presente. Per es. I do….

Il present progressive – immagine dinamica nel presente. Per es. I am doing….

Il present perfect – immagine di compiutezza, di perfezionamento, tra il presente ed il passato. Per es. I have done….

Il present perfect progressive – immagine dinamica tra presente e passato, in continuo perfezionamento. Per es. I have been doing….

Il Passato :

Il simple past o past simple – immagine ferma, statica e attuata nel passato. Per es. I did….

Il past progressive – immagine dinamica nel passato. Per es. I was doing….

Il past perfect – immagine di compiutezza, di perfezionamento, tra due tempi nel passato. Per es. I had done….

Il past perfect progressive tense – immagine dinamica tra due tempi nel passato. Per es. I had been doing….

Il Futuro :

Il simple future o future simple – immagine ferma, statica e attuata nel futuro. Per es. I will do….

Il future progressive – immagine dinamica nel futuro. Per es. I will be doing….

Il future perfect – immagine di compiutezza tra il presente ed un dato momento nel futuro. Per es. I will have done….

Il future perfect progressive – immagine dinamica tra il passato ed un dato momento nel futuro. Per es. I will have been doing….

Dunque praticamente tutto si riduce al tipo d’immagine che si voglia presentare in un dato momento o frangente del tempo, ovverosia come un ritornello oramai – l’aspetto verbale collocato, cioè l’immagine collocata, in un determinato asse temporale.

Allora come Mina e Riccardo Cocciante dicevano che fosse una “questione di feeling”, qui è piuttosto una questione d’immagine, più precisamente è una questione di feeling per l’immagine giusta che va collocata nel tempo giusto. Di affinare il feeling, il fiuto, per l’immagine giusta, ossia l’aspetto verbale giusto, la quale andrà presentata via un modulo, detto modo verbale ed infine collocata in un preciso asse temporale o cronologico, detto a sua volta tempo verbale, verb tense. Dunque in sintesi questa è la definizione del tempo verbale, ossia il verb tense – l’immagine giusta nel tempo giusto. Ecco!

Essenzialmente allora si procede prima a visualizzare mentalmente l’immagine dell’evento, poi si realizza la struttura rappresentativa virtuale atta a presentare tale immagine, ed infine si colloca quella struttura virtuale in un preciso asse temporale reale, cioè futuro, presente o passato. Voilà! Questo è l’intreccio magico tra immagine, ossia aspetto verbale, struttura verbale e tempo verbale.

Ed ora vediamo alcuni esempi e spunti dall’Italiano all’Inglese per intendere meglio come siano effettivamente le immagini presentate dal verbo in un dato momento e contesto ad essere ciò che realmente si traducono da una lingua all’altra, e non sono necessariamente i tempi verbali da tradurre direttamente di per sé in quanto tali.

Allora, cominciando dall’indicativo presente : L’indicativo presente è capace di presentare diversi tipi d’immagini degli eventi espressi dal verbo, ossia degli aspetti verbali diversi. Ad esempio :

i. Un’immagine ferma, statica e attuata al (momento) presente attuale, ed in quanto momentanea e statica corrisponde all’aspetto semplice, simple aspect, il quale nel caso specifico equivale al Simple Present Tense in Inglese.

Per es. I ragazzi vogliono andare adesso. = The boys want to go now.

I miei genitori vanno al lavoro ogni giorno. =My parents go to work every day.

Scrivo per informarvi che…. = I write to inform you that…… (in un contesto molto formale)

ii. Un’immagine dinamica pure, ossia progressiva o durativa, al momento presente riguardo ad un’azione attualmente in corso, per es. Che fate? = What are you doing?, la quale si traduce al Present Progressive Tense in Inglese (l’aspetto progressivo per un’azione in corso).

iii. Un’immagine di un evento che inizia nel passato e prosegue fino al presente. In pratica corrisponde all’aspetto perfetto che collega un momento all’altro, trattandosi del lasso di tempo intercorso tra i due momenti, ossia un’immagine che faccia da sponda.

Per es. Da quanto siete qui? How long have you been here? E naturalmente la si traduce al Present Perfect Tense in Inglese, da aspetto perfetto.

Dunque la Perifrase Gerundio Presente, da immagine dinamica e aspetto durativo, progressivo, corrisponde direttamente al Present Progressive Tense, progressive aspect, in Inglese.

Per es. Angelo se ne sta andando adesso. = Angelo is going away now.

Il Passato Remoto, dall’immagine ferma, statica e attuata, ossia da aspetto semplice, simple aspect, corrisponde sempre al Simple Past Tense in Inglese.

Per es. Andarono allo stadio per vedere la partita l’altra volta. = They went to the stadium to watch the match the other time.

Il Passato Prossimo corrisponde invece a due tempi verbali distinti in Inglese in base all’immagine, ossia in base all’aspetto verbale, che esso presenta realmente.

i. Il passato prossimo a tempo definito (determinato) : Si presenta ad immagine ferma, statica e attuata, cioè da aspetto semplice, simple aspect, in quanto fissa definitivamente in quel preciso momento passato indicato, e corrisponde in tal caso al Simple Past Tense in Inglese.

Per es. I miei amici sono venuti a trovarmi ieri. = My friends came to see me yesterday.

ii. Il passato prossimo a tempo indefinito (indeterminato) : Si presenta ad immagine perfetta, ossia a fare da sponda tra il presente ed il passato, e si compie o si completa in un momento indefinito nel lasso di tempo intercorso, cioè l’aspetto perfetto in piena regola, e quindi corrisponde proprio al Present Perfect Tense in Inglese ad essere specifici.

Per es. I ragazzi non hanno ancora finito gli esercizi. = The students/The guys haven’t finished the exercises yet.

Dunque con questi interessanti esempi si spera d’avere fatto presente quanto sia importante captare e decifrare l’immagine effettiva che presenta il verbo.

Simple Present Tense e discorsi affini

Ecco degli esempi misti tra abitudini, fatti costanti, il presente attuale, incluso il futuro imminente :

Cosa fai di sera?= What do you do in the evenings? (abituale, senza sussulti, senza novità, quindi ad immagine statica, da fermo immagine)

Cosa fai stasera? = What are you doing this evening? (evento futuro imminente che si intravede già in svolgimento,verb+ing)

Di solito vado a lavorare il sabato però oggi sabato non ci vado perché non mi sento tanto bene. = I usually go to work on Saturdays but today l’m not going because l’m not feeling very well.

Questa macchina non funziona. (un fatto generale ad immagine statica) = This machine doesn’t work.

Questa macchina non funziona adesso, sai. = This machine isn’t working now, you know. (Un evento ad immagine dinamica)

È da un po’ che questa macchina non funziona. = This machine hasn’t been working for some time. (Un evento che avviene o si sta avverando entro due tempi) (immagine che fa da sponda collegando due momenti)

Venite qui spesso? = Do you come here often?

Venite al teatro stasera? = Are you coming to the theatre this evening?

Non andiamo al cinema molto spesso. = We don’t go to the cinema very often.

Però andiamo al cinema stasera/stanotte. = But we’re going to the cinema this evening /tonight.

Nota : Lo Signori si saranno accorti che tutti gli esempi riportati sono presentati all’indicativo presente in Italiano mentre vengono tradotti a vario titolo temporale in Inglese, a seconda dell’effettivo aspetto verbale, ossia l’immagine evento-temporale che presentano. Per l’esattezza la fase d’attuazione in cui si trova il verbo in un determinato frangente di tempo.

i. Un’immagine statica e ferma in un dato momento o periodo di tempo = aspetto semplice = tempo verbale semplice

ii. Un’immagine dinamica, ossia progressiva, nel volgersi di un momento o periodo di tempo = progressive aspect = progressive tense

iii. Un’immagine a forma di sponda, che parte da un punto nel tempo per congiungersi ad un altro punto nel tempo, oppure che si attua nell’arco o nello spazio tra due tempi = perfect aspect, detto il perfettivo in quanto trattasi del perfezionamento di un atto o evento = perfect tense, ossia i tempi composti

Questo Manuale è in fondo un manuale per destreggiarsi nel mondo dell’inglese, più che di cattedrale linguistica, possiamo dire una opera fruibile, di proprietà di chi vuole approcciarsi ad un uso sistemico della lingua inglese.

In sintesi il compito e l’obiettivo di quest’opera è di portare il lettore, ossia la lettrice, lungo un percorso, un viaggio ininterrotto, dietro le quinte, nella cabina di regia, affinché acquisiscano la fiducia, la consapevolezza ed i mezzi per diventare loro stessi il direttore della regia, il regista, delle scene da interpretare, che si svolgono, e non essere più ai margini come semplici spettatori né comparse apparse per caso. Modestamente la parte più importante e forse anche più difficile sta nel convincere e persuadere i discenti, perché una volta convinti, persuasi e consapevoli tutto diventa talmente facile.

Praticamente è tutta una questione di Consapevolezza, Awareness, più che di Sapienza.

https://www.mondadoristore.it/Inglese-incontra-Italiano-Kenobi-Isaac-Dema/eai979122038782/

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