Il Padre Nostro : Le radici della lingua autentica ed il suo vero significato

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

In questa sede non si intende mettere in discussione la figura di Gesù (anzi)è un modo per comprendere il Logos evangelico. Non è un commento teologico si vuole semplicemente prendere in esame interpretazioni sulla preghiera del Padre Nostro, penso che coloro i quali ricercano la verità non dovrebbero contestare tale esposizione, a volte è possibile che accada ma il documento si potrebbe considerare un dono che apre al dialogo costruttivo. Essendo in balìa di un periodo di grandi cambiamenti e anche di scoperte che stanno emergendo, molti fedeli basandosi sull’ Ipse Dixit sembrano degli aristotelici del 1600, o i personaggi del mito della caverna di Platone, posti di fronte alle immagini illusorie. Chi offre qualcosa è sempre considerato come un disturbatore che dissacra, è necessario uno spirito che ha sete di conoscenza e dovremmo ringraziare chi si adopera per interpretare le parole del Vangelo oltre i canoni stabiliti. Il distacco tra un io sottomesso e un Cristo che è collocato in un oltre, impossibile da raggiungere suscita dei quesiti: Cosa ha fatto Cristo e da cosa ci ha voluto salvare? il Cristo ha voluto salvare l’uomo dall’oscurità dell’ignoranza, è venuto a donare il valore della parola. Tuttavia, non bisogna fermarsi e si cercherà quindi di essere sintetici il più possibile perché l’argomento si pone come elemento utile per un approfondimento propedeutico e pedagogico, sicuramente ci saranno coloro i quali criticheranno rivendicando il Sacro diktat imposto. Il Padre Nostro è una delle più belle invocazioni che abbiamo ricevuto un dono di sapienza spirituale, scientifica. Sì, proprio scientifico perché questa preghiera come Hanno commentato i grandi COME Jung e altri contemporanei, contiene elementi della psicologia transpersonale. Non basta la devozione, bisogna perseguire per il conquistare il supporto dell’esercizio della conoscenza. Ai tempi di Gesù, l’ebraico era già affiancato da un altro dialetto, una lingua babilonese parlata dagli ebrei in patria sin dal ritorno dalla cattività in Babilonia nel IV sec. a.C.: l’aramaico. L’Antico Testamento era stato scritto in lingua ebraica, che non era più parlata ai tempi di Gesù. L’ebraico antico, veniva utilizzato solo nelle liturgie in sinagoga al sabato, ma pochi ne conoscevano il significato. Era una lingua letteraria, un pò come il latino classico e il volgare. Allo stesso modo vi era una variante di ebraico più colloquiale parlata dal ceto medio. Gesù veniva da Nazaret e la sua prima predicazione si svolse a Cafarnao entrambe situate in Galilea Per questo sappiamo che la prima preghiera del Padre Nostro fu pronunciata proprio in aramaico, la lingua dei dell’antico popolo dei caldei.

Abùn d’bàh’shmàyah (Padre Nostro che sei nei Cieli)

Nech’ tha’dhà sh’smàh (Sia santificato il Tuo Nome)

Titèl’ malkhutàh (Venga il Tuo Regno)

Nèhweh zebianàh (Sia fatta la Tua Volontà)

Aikana d’bàh’shmàya af’ ba’hara (Come in Cielo, così in Terra)

Hab’lan llahkhmah desunkana nihà’umana (Dacci oggi il nostro pane quotidiano)

Wash’buch’lan auh’bain’ (e rimetti a noi i nostri debiti)

Aikana dhaf’ kh’nanh sbach’n’ le’haih’bain’ (così come noi li rimettiamo ai nostri debitori) Ula’ talàn ‘llen’siuna (e non ci abbandonare alla tentazione)

Elah ‘pazzàn’ ‘men bisha (ma liberaci dal Male)

Mtol dilaki maltusa Hailà Tishboctà (perché tuo è il regno, la potenza e la gloria)

Le alam almin (nei secoli dei secoli)

Amèn (Così sia).

Con il pontificato di Papa Francesco, Ula’ talàn ‘llen’siuna (e non ci abbandonare alla tentazione), ha acquisito il suo vero significato.

Mi auguro che non venga rispristinato il “non ci indurre in tentazione” …

Ora andiamo verso dopo verso:

Abùn d’bàh’shmàyah (Padre Nostro che sei nei Cieli) Nostro essere prezioso che sei ovunque, chiaro riferimento al Sé Superiore, che è la dimensione divina che agisce dentro ciascun essere. Se Dio che è all’interno di noi, ma è ovunque, quindi è anche quel Dio che è fuori di noi, qui si compie la elevazione della dualità in unità. È fuori da ogni luogo, è l’Uno ovunque, espressione della unità.

Nostro essere prezioso che sei ovunque, (Padre nostro che sei nei cieli, è una traduzione greca, quando hanno tradotto il testo mantenendo la mentalità greca che è diversa da quella del tempo di Gesù.)

lascia che si compia la tua volontà, è un chiaro riferimento al Sé superiore.

Nech’ tha’dhà (santo sia)

sh’smàh

(il Tuo Nome)

Gesù essendo kabbalista, a quale nome sta facendo riferimento?

Ai settantadue nomi di Dio, ovvero tutti e settantadue nomi sono pregni di santità, di energia che si espande nella coscienza dell’uomo.

Titèl’ malkhutàh (Venga il Tuo Regno),

chiaro riferimento a Malkut, prima sephirot dell’albero della vita, regno della terra, divino che è anche nella realtà terrena. Infatti, l’uomo discende nel regno portando con se la scintilla divina, la luce (Keter) che dovrà riscoprire in Malkut. Malkut rappresenta i cicli naturali dell’esistenza, il regno è necessario che venga alla luce per rompere il ciclo degli errori. In Malkut tutto va verso la morte, quindi il Sé superiore dovrà aiutarci al lavoro alchemico, ovvero di cambiamento, di liberazione da tutto ciò che è illusorio.

Nèhweh zebianàh (Sia fatta la Tua Volontà)

Lascia che si compia la tua volontà, è importante mantenere la mente allineata con il nostro Se superiore, non permettere ai pensieri che quell’essere prezioso compia la Sua volontà.

Aikana d’bàh’shmàya af’ ba’hara (come in cielo così in terra.)

L’essere collegato allo spirito universale, nei cieli (simbolo di ciò che è nascosto, celato, esoterico), anche sulla Terra (mente che realizza la volontà a tutti i livelli).

Hab’lan llahkhmah desunkana nihà’umana (Dacci oggi il nostro pane quotidiano)

Dacci il pane che abbiamo bisogno di giorno in giorno

Questo verso è basato sul principio di sincronicità. Principio affermato da Pauli e Jung, (lezione di Fisica), sì proprio Gesù ha parlato di fisica quantistica, gli addetti sapranno di cosa si parla, ai non addetti si consiglia di acquistare o trovare dei video o anche su google cosa è la fisica quantistica. Il Pane è il frutto che arriva dall’ Essere prezioso, pane è un simbolo, sia di natura materiale che spirituale.

Wash’buch’lan auh’bain’ (e rimetti a noi i nostri debiti)

Aikana dhaf’ kh’nanh sbach’n’ le’haih’bain’ (così come noi li rimettiamo ai nostri debitori).

Legge di Causa-Effetto: Perdona noi delle nostre offese così come noi abbiamo perdonato coloro che ci hanno offeso. Il nostro Se superiore deve scoprire quale offese abbiamo arrecato a noi e agli altri. Il Sé è il nostro giudice, ma quante volte al giorno esaminiamo le nostre azioni?

La cultura occidentale ha spezzato l’unità Uomo-Dio, ciò in oriente, dopo millenni, non è mai accaduto.

Ula’ talàn ‘llen’siuna (e non ci abbandonare alla tentazione)

Si riferisce alla mente tentatrice che non deve prendere il dominio sulla tentazione,

Elah ‘pazzàn’ ‘men bisha (ma liberaci dal Male)

Seguire le indicazioni del Sé superiore ci libera dalle azioni malevole, sicuramente ogni momento commettiamo errori, ci separiamo (pecchiamo) dalla forza superiore che, ovviamente è Dio, ma essendo tutt’ Uno, quindi Dio è anche in noi, cerca di guadarci all’ esame della propria coscienza.

Mtol dilaki maltusa Hailà Tishboctà (Perché tuo è il regno, la potenza e la gloria)

Il regno d Malkut, la potenza di Dio che è in noi, che è la gloria del Se nello spirito,

Le alam almin (nei secoli dei secoli)

È così prima ancora della creazione.

Amèn (Così sia).

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