I dettami del cuore

Articolo di Marco Fumagalli

“Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualcosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto” (A. Manzoni, I Promessi Sposi, cap. VIII, righe 465-466). 

Come si può dar torto a queste parole di Manzoni? 

L’autore riflette sull’affidabilità delle emozioni nel prevedere il futuro. 

Egli associa un organo vitale dell’uomo al sesto senso che tutti noi possediamo ma che spesso ci trae in inganno. 

Il contesto è infatti quello della fuga di Renzo, Lucia e Agnese dal loro paese, dopo il fallito tentativo di matrimonio e il rapimento della “giovane” da parte dei bravi di Don Rodrigo. 

In alcune situazioni, in particolar modo quando siamo  sotto pressione, diventiamo più inclini a prendere decisioni avventate, senza una profonda riflessione sui loro possibili effetti nefasti. 

Manzoni stesso esprime, dunque, una visione realistica intrisa di pessimismo sulla natura umana. Infatti lo scrittore sottolinea come le emozioni, sebbene sincere, non sempre offrano una guida affidabile per il futuro. 

Forse ciò che ci conduce a seguire i dettami imposti dal cuore è il desiderio di controllo.

Anticipatamente a quanto appena affermato capita di non seguire il nostro intuito, in quanto siamo sovrastati dai moti dell’animo. Preferiamo, quindi, non prendere decisioni, stazionando nell’incertezza o delegandole ad altri.

Il messaggio espresso dal Manzoni viene ripreso da Giorgio Bassani. 

Il narratore, ricordando la giovinezza e la tragica fine della famiglia Finzi-Contini, indaga su quanto siano illusorie le speranze. Nell’opera di Bassani la citazione manzoniana funge da richiamo alla consapevolezza e razionalità, ben lungi dall’essere un mero riferimento letterario. 

È bene dunque lasciarsi indirizzare dalla ragionevolezza, in quanto l’impulsività ci guida lungo sentieri tortuosi dai cui potremmo non tornare indietro.

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