La Scuola Holden costa troppo? Riflessione in stile

Articolo di Alberto Maccagno

Creatività. Ma che cos’è?

Un concetto che sfugge alla definizione. Quantomeno a una univoca.

Ungaretti, col suo fare di poche parole, potrebbe dirci che creatività è luce, illuminandosi d’immenso in un mattino devastante. David Lynch, invece, ci direbbe che creatività è sogno e ci osserverebbe mentre fuma la sua sigaretta, aggiustandosi il ciuffo a onda e ascoltando la pioggia battente. È così che fanno i grandi artisti.

E l’Uomo Tigre? Beh, lui ci guarderebbe in silenzio, aspettando il momento giusto per sferrarci un calcio rotante sotto il mento a 230 km/h. In fondo la creatività è anche verità. E la verità fa male.

Forse creatività è mettere insieme i pezzi, come in un puzzle.

Come in un mosaico, incastri perfetti.

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma – in miele. Alla Scuola Holden succede anche questo.

E scrivere? Beh, scrivere è come fare l’amore.

Le parole – corpi – si legano in abbracci senza tempo e restano.

Restano come il frutto dell’amore, un figlio che crescerà e che sarà dieci, cento, mille cose. Chissà cosa ne pensa Pirandello.

È il miracolo di esistere.

Esistere nonostante tutto. Il miracolo di resistere.

Ecco.

Ma 20.000€ non saranno forse troppi per delle caption da urlo e una pergamena firmata da Alessandro Baricco? Manco fosse Gesù Cristo, uno potrebbe dire. Potrebbe.

Se n’è parlato tanto in questi giorni funesti. Ne hanno parlato. Tanto. In tanti.

Ma chi?

Voci. Voci che nascondono uomini (e donne). Uomini – e donne! – che nascondono vite e la vita è come l’arte, imprevedibile. È come il mattino, incontrastabile. È come il tonno, insuperabile, seppur così fragile. Da tagliarsi con un grissino.

A tutti sfugge il grande interrogativo. Che cos’è la potenza dell’arte senza controllo? Senza il controllo della tecnica?

E non è forse la tecnica un cuore pulsante che batte. forte. sempre.?

Scenari meccanici, iperboli della vita.

Quotidianità.

Alla Holden non si formano scrittori, ma sguardi. Sguardi che dissipano le nuvole e fanno nascere il sole. Sguardi poetici.

Già, la poesia.

Abbiamo imparato, grazie alla Holden, che la poesia non è quel noioso sistema di rime ed endecasillabi così caro ai banchi di scuola.

La poesia è tutto.

Poesia è un fiore che nasce su un terreno arido. È il parto di Alessandro D’Avenia descritto come la nascita di un Dio in un libro che dovrebbe parlare di Odissea. È Marco Rizzo che supera il 2%.

La poesia sei tu, chi può darti di più?

La poesia, soprattutto, non è parola, ma colore. E alla Scuola Holden non si formano poeti, ma arcobaleni.

20.000€, manco 3000€ a colore dottò. Chi offre di più?

In buona sostanza, nel simposio di mille voci urlanti, Scuola Holden è una pausa di riflessione, un silenzio.

E il silenzio è oro. E l’oro è un investimento sicuro, fidati.

E se il parente più inserito che hai è un prozio di Pomezia che una volta gli hanno passato un SMS in diretta a QSVS, dai retta a me. Vai alla Holden che conosci un sacco di gente, ti fai tanta pubblicità, da cosa nasce cosa e poi il Volo lo prendi tu, altro che Fabio. E poi con 20.000€ oggi non si fa più nulla, signora mia. E i politici? Mangiano. E il mondo? A rotoli. E i rotoloni? 

I rotoloni 

non finiscono 

mai.

La forza della poesia.

Tra terra e cielo,

Equilibri.

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