TikTok e shoegaze: il suono di una viola apatia

Articolo di Alberto Maccagno

Ma perché proprio lo shoegaze è la musica di TikTok?

Perché qui la gente si sente sola. Ed è questo il motivo per cui la musica dream e noise è diventata il suono della generazione Z, andando di fatto a chiudere un cerchio perfetto dopo più di trent’anni e riabbracciandone i padri fondatori.

Per quanto sia doveroso e per quanto possa essere stimolante per il critico andare ad analizzare ciò che accomuna e ciò in cui differiscono la musica di artisti come Wisp, sign crushes motorist, Slowdive e Ride (compito che prevede prioritariamente il fare delle distinzioni storiche tra le varie forme del dreampop e dello shoegaze), in tutto questo si nasconde un senso di astrazione e un malumore sociale, il quale come di consuetudine tende ad acuirsi nelle fasce più giovani e instabili, che cercano risposta in un suono che sia personale, in una bandiera sotto cui identificarsi e verso la quale sviluppare un forte senso di appartenenza. Il senso di appartenenza, nell’epoca della politica vuota, dell’arte svenduta e dell’opinionismo spiccio, è a ben vedere quanto di più mancante nei nostri tempi.

È per questo che, come già affermato da Mandredi Lamartina (giornalista e chitarrista della band Novanta), lo shoegaze è ora più che mai il punk degli introversi, ma anche il grunge dei timidi e l’hip hop dei notturni. Perché, a pari passo con l’emergere della cultura lo-fi e con la rinnovata attenzione verso la cultura hip hop del chopped and screwed (vedasi la ritrovata curiosità verso i lavori di DJ Screw, artista a cui Travis Scott ha anche dedicato una canzone) il dreampop ha offerto nei suoi suoni forti e distorti, privi di linee nette di regole precise, in cui il canto e la melodia trovano una vitalità delicata come la fiamma di una candela, una zona franca. Uno spazio buono dove proteggersi dal mondo.

Tutto questo serva non solo per andare a dare – finalmente – il giusto credito a un genere disprezzato dalla stampa ma copiato – diciamo tributato – da tanti artisti (soprattutto britpop) nel corso degli anni successivi, ma anche a sentire il polso di una generazione che cela lo spavento per questi anni funesti di idiozia e terrore dietro una viola apatia.

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