Giornata Mondiale del Lavoro Minorile: quei lavori massacranti che nessun adulto vuole fare

Articolo di C. Alessandro Mauceri

Il 12 giugno, in tutto il mondo, si celebra la Giornata Mondiale del Lavoro Minorile. In tutto il mondo – anche nei paesi sviluppati – bambini e adoelscenti  sono regolarmente impegnati in varie forme di lavoro, a volte retribuite, altre volte non retribuite, ma in molti casi dannose per la loro salute e il loro sviluppo fisico, sociale e psicologico. Purtroppo, vengono classificati come “lavoratori minorenni” solo un numero limitato di casi quando sono troppo giovani per lavorare o sono coinvolti in attività pericolose che possono comprometterne lo sviluppo fisico, mentale, sociale o educativo.

Impressionanti i numeri diffusi da NU e ILO. Sono 218 milioni i minori coinvolti in una qualche forma di lavoro, 152 milioni svolgono lavori remunerati e 73 milioni soon impegnati in lavori pericolosi per la loro salute. Quasi un bambino su dieci in tutto il mondo è costretto a svolgere una qualche forma di lavoro. Ma nei paesi meno sviluppati, questa proporzione sale a più di un bambino su quattro (dai 5 ai 17 anni) impegnato in un lavoro considerato dannoso per la sua salute e il suo sviluppo.

Bambini e adolescenti lavorano principalmente nell’agricoltura (71{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38}) – inclusa la pesca, la silvicoltura, l’allevamento del bestiame e l’acquacoltura – il 17{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} nei servizi; e il 12{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} nel settore industriale, compreso quello minerario. Molti lavorano nell’azienda di faliglia in modo non remunerato (è, per questo, che spesso i dati sono sottostimati). Quasi la metà (48{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38}) delle vittime del lavoro minorile aveva un’età compresa tra 5 e 11 anni; il 28{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} ha  12-14 anni; e il 24{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} ha tra 15 e 17 anni. Tra 152 milioni di bambini nel lavoro minorile, 88 milioni sono maschi e 64 milioni sono femmine.

La sottomisura 8.7 degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (SDGs) prevede di eliminare entro il 2025 qualsiasi forma di lavoro minorile. Se da un alto è vero che il numero di bambini impegnati in una qualche forma di lavoro continua a diminuire, anno dopo anno (erano 246 milioni nel 2000), dall’altro, il tasso di riduzione è rallentato di due terzi negli ultimi anni. Ciò significa che no sarà possibile raggiungere l’obiettivo previsto dalla sottomisura 8.7 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. https://www.un.org/en/observances/world-day-against-child-labour Del resto come sarebbe possibile quando anche molti paesi sviluppati (Italia inclusa) prevedono una qualche forma di lavoro minorile. Per non parlare del fatto che esiste anche una responsabilità “a distanza” dovuta al fatto che molti dei lavori nei quali sono coinvolti minori riguardano prodotti o beni che spesso finiscono sui mercati occidentali.

Per raggiungere questo obiettivo le NU hanno dichiarato il 2021 Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile. Un modo per sollecitare la comunità internazionale a intensificare gli sforzi per sradicare il lavoro forzato e il lavoro minorile. https://www.ilo.org/global/about-the-ilo/newsroom/news/WCMS_713925/lang–en/index.htm  Difficile, però, che si possano ottenere i risultati sperati. Ancora oggi in molti paesi il lavoro minorile è fortemente radicato e la pandemia in corso non ha certamente migliorato la situazione. C’è grande attesa per il documento congiunto ILO-UNICEF sull’impatto di COVID-19 sul lavoro minorile, che sarà pubblicato oggi, e che esamina alcuni dei principali canali attraverso i quali è probabile che la pandemia abbia influenzato (negativamente) i progressi verso l’eradicazione del lavoro minorile. Ma alcuni dati sono già contenuti nel report presentato dall’ILO pochi giorni fa https://www.ilo.org/global/about-the-ilo/how-the-ilo-works/flagships/ipec-plus/WCMS_745287/lang–en/index.htm

Come era facile prevedere, la percentuale di bambini impegnati in una qualche forma di lavoro è più alta nei paesi a basso reddito. Il 9{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} di tutti i bambini nei paesi a reddito medio-basso, e il 7{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} di tutti i bambini nei paesi a reddito medio-alto, svolgono una qualche forma di lavoro. Le statistiche sul numero assoluto di bambini nel lavoro minorile in ciascun gruppo di reddito nazionale indicano che 84 milioni di bambini nel lavoro minorile, che rappresentano il 56{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} di tutti coloro che lavorano nel lavoro minorile, vivono effettivamente in paesi a reddito medio e altri 2 milioni vivono in paesi ad alto reddito.

Non sorprende, quindi, che sia l’Africa la regione con il maggior numero di casi di lavoratori minori sia in percentuale – un quinto – sia come numeri assoluti – 72 milioni. Seguono Asia e paesi del Pacifico, al secondo posto in entrambe le misure: in questa regione sono 62 milioni i minori impiegati nel lavoro minorile. Insieme queste regioni dell’Africa, dell’Asia e del Pacifico rappresentano quasi il 90{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} dei casi di lavoro minorile. I rimanenti casi di lavoratori minori sono è divisi tra le Americhe (11 milioni), l’Europa e l’Asia centrale (6 milioni) e gli Stati arabi (1 milione). In termini di incidenza, il 5{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} dei casi di lavoro minorile sono rilevati nelle Americhe, il 4{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} in Europa e in Asia centrale e il 3{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} in Medio Oriente.

Il lavori minorili dannosi per la salute sono svolti prevalentemente da asdolescenti tra i 15-17 anni. Tuttavia, fino a un quarto di tutto il lavoro minorile pericoloso (19 milioni) è svolto da bambini di età inferiore ai 12 anni. I ragazzi sembrano affrontare un rischio maggiore di lavoro minorile rispetto alle ragazze: il 58{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} di tutti i bambini nel lavoro minorile e il 62{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} di tutti i bambini che svolgono un lavoro pericoloso sono ragazzi. Ma ciò derivare da un sottostima del lavoro femminile, in particolare nel lavoro minorile domestico.

Per strano che possa sembrare, anche i bambini soldato rientrano in questo ambito (in molti casi è proprio il fatto di essere in qualche modo remunerati ad accettare l’invito/obbligo ad arruolarsi). Di loro non si parla quasi mai. Ma se per alcuni minori le leggi dei vari paesi prevedono la possibillità di svolgere alcuni lavori, a nessun minorenne dovrebbe essere permesso di fare il lavoro di soldato (secondo quanto riportato dalla CRC che è stata ratificata da 195 paesi delle NU). Eppure sono ancora tantissimi i casi di bambini soldato. Ma di loro non si parla mai. Neanche quando, come è avvenuto di recente, esistono prove del loro impiego anche nei conflitti (come quello in Libia) a due passi da casa nostra. Vicini geograficamente, ma lontani abbastanza per far finta di non vederli. Loro e tutti gli altri bambini impegnati in lavori massacranti che nessun adulto vuole fare.

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