Fondato nel 2020 da Menotti Lerro
Punti Cardine del Movimento: 1) Una ripresa degli studi classici come base per un’Arte colta, da innovare attraverso la consapevolezza, l’invenzione e lo studio.
2) Il rifiuto del principio di tabula rasa, sottolineando l’importanza della tradizione, cercando tuttavia di smascherarne eventuali limiti teorici o applicativi.
3) L’importanza dei concetti di “indivisibilità” e “interdisciplinarità” in Arte.
4) Il rifiuto della specializzazione in campo artistico.
5) L’affermazione di una figura di Artista maggiormente coinvolto nella società civile.
6) Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva attraverso le Arti.
7) Lo sviluppo delle Arti attraverso le emozioni.
8) La denuncia delle eccessive influenze tra Artisti dovute all’immediatezza dei mezzi di comunicazione e dunque la condanna per ogni forma di plagio.
9) La ricerca dell’Artista Totale (Il Genio, capace di coltivare tutte le Arti in modo alto e parallelo; o l’insieme di più soggetti che empaticamente si uniscono per formare tale figura).
10) Il superamento del modello occidentale scientifico-specialistico e dunque dell’approccio logico-razionale.
11) Il rifiuto dei principi di “univocità della visione” (di verità oggettiva) e sposa, invece, i principi del “punto di vista” frammentario e della possibilità di cogliere verità soggettive rafforzate attraverso l’azione interdisciplinare.
Punti Tecnici:
1) L’utilizzo nella Poesia Contemporanea della Lettera Maiuscola per ogni verso, sembra di fatto essere una pratica vetusta, enfatica e fondamentalmente insignificante, che toglie qualcosa anziché aggiungere, anche da un punto di vista meramente grammaticale. Non è attraverso
questo, ad esempio, che si può accentuare efficacemente un distinguo tra un testo letterario in versi e uno in prosa. Tuttavia, l’apertura Empatica allo stile altrui, lascia margine di scelta ai poeti accettando ogni tipologia tecnica, stilistica e contenutistica.
2) L’unica diffidenza che la poesia Empatica evidenzia (e crede essere necessaria nel nuovo Millennio) è verso una scrittura troppo poco colta e di rimando inaccettabile per essere classificata come “poesia”, che è sempre un’elevazione del linguaggio e dei concetti a livello universale.
3) La filosofia Empatica accoglie quanto di buono ogni filosofia e corrente letteraria del passato abbia proposto e sembri poter ancora far parte di un discorso contemporaneo innovativo per la poesia, l’Arte tutta e la mentalità collettiva.
4) Nessuna filosofia è da ritenersi definitiva e depositaria di verità assolute. Ogni “scuola” filosofica ha provato e prova a dialogare e a cogliere presunte verità attraverso il linguaggio che aveva o che ha a propria disposizione e attraverso l’immersione massima possibile nella riflessione.
5) La poesia Empatica non ha tecniche precise da suggerire, ma guarda con ammirazione a chiunque sappia “fare poesia” servendosi di qualsiasi tecnica del presente o del passato valutando gli esiti del testo proposto nel suo complesso. Ben vengano, però, nuove proposte anche da un punto di vista tecnico.
6) L’arte è: o Empatica o Narcisistica (quest’ultima è da considerarsi un’Arte “non-Arte”).
7) Contro la poesia “non-Poesia” che si avvale anche parzialmente dell’uso dell’intelligenza artificiale.
8) L’Arte empatica si riconosce per capacità tecniche e contenutistiche elevate e non frutto di sensibilità estemporanea.
9) L’Arte empatica afferma con gentilezza la propria visione ma è anche pronta a scendere in battaglia attraverso le azioni di denuncia.
10) L’Arte empatica non nasce solo per consolare bensì per rivoluzionare.
11) L’Arte empatica celebra la bellezza e affronta il dolore proprio e altrui.
Decalogo dell’Empatia di Maria Rita Parsi
1. L’empatia è quell’umana, radicante capacità che consente a chi la possiede e la coltiva di calarsi nei “panni degli altri” per comprenderne le emozioni, i sentimenti, i bisogni, le motivazioni, le intenzioni.
2. In tal senso, vanno considerate le varie fondamentali forme di empatia. Dall’empatia spirituale, che consente una connessione profonda e trascendente con gli altri, all’empatia emotiva, che consente di connettersi e sentire ciò che provano gli altri, all’empatia cognitiva, che attiva la capacità di comprendere le emozioni altrui, a quella fisica, che consente di connetterci agli altri attraverso le esperienze corporee.
3. Ma per calarsi nei panni degli altri è necessario, anzitutto, conoscere se stessi (in greco antico è “γνῶθι σεαυτόν”, “conosci te stesso”). 4. Se una persona conosce se stessa, infatti, non confonde le emozioni, i sentimenti, i bisogni, i desideri, le motivazioni, le intenzioni, le esperienze, gli obiettivi e i progetti degli altri con i propri. Inoltre, non proietta sugli altri (familiari, partner, figli, amici, colleghi – e, ancor più sui dirigenti, politici e governanti) le proprie aspirazioni, nell’intento di realizzare (e/o tentare di realizzare) qualcosa che serve, anzitutto e soprattutto, a dare conferma delle sue opinioni, possibilità, capacità. 5. Ma per conoscere se stessi nel “mondo al tempo del virtuale”, è necessario (in)formarsi per utilizzare in modo interdisciplinare tutti i linguaggi per la comunicazione e l’integrazione sociale, senza però privilegiare e rendere pervasivo il mondo virtuale, poiché il web è capace di condizionare l’immaginario, individuale e collettivo, causando internet addiction e altri pesanti e invalidanti disturbi psicofisici. 6. Pertanto, le scienze umane (l’antropologia, la filosofia, la pedagogia, la sociologia, la psicologia, la psicanalisi) e l’utilizzo competente della traccia grafica, della pittura, della scultura, del teatro, della poesia, della letteratura, della musica, della danza, della fotografia, del cinema e del web possono contribuire, in modo decisivo e radicante, a quella conoscenza di sé di socratica memoria. 7. A livello neurobiologico sono i “neuroni specchio”, ovvero una particolare classe di neuroni, a favorire la comprensione della mente e dei vissuti dell’altro, secondo la teoria formulata dal gruppo di Rizzolatti e Gallese, per cui alla base dell’empatia ci sarebbe un processo di “simulazione incarnata”, vale a dire un meccanismo di natura essenzialmente motoria, molto antico dal punto di vista dell’evoluzione umana, caratterizzato da neuroni che agirebbero immediatamente prima di ogni elaborazione più propriamente cognitiva. 8. Secondo la teoria di Martin Hoffman, l’empatia, in quanto dimensione affettiva, già fin dai primi giorni di vita ha un ruolo di maggiore rilevanza, mentre la dimensione cognitiva è pressoché assente. Secondo Hoffman (2008), oltre alla componente affettiva e a quella cognitiva, un terzo fattore è costituito dalla componente “motivazionale”. 9. Dell’Empatia si sono approfonditamente interessati anche Choi-Kain e Genderson (2008), che hanno rilevato tre aspetti sintetici delle varie definizioni e concezioni: – una reazione affettiva, che comporta la condivisione di uno stato emotivo con l’altro; – la capacità cognitiva di immaginare la prospettiva altrui; – una capacità di mantenere in modo stabile una distinzione sé-altro. 10. Per Salovey e Mayer (1990), l’intelligenza emotiva è “la capacità di monitorare le proprie e le altrui emozioni, di differenziarle e di usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni”; racchiude al suo interno quelle capacità di consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità nella gestione delle relazioni sociali che qualunque persona può sviluppare e che si rivelano fondamentali per ogni essere umano. L’empatia è indispensabile nella relazione terapeutica sino a partire da Freud (1921) che, però, non la considerava una metodologia terapeutica. Per Kohut, Mead e Aaron Beck, l’empatia diventa uno strumento indispensabile ed efficace per stabilire con il paziente quell’alleanza che consente di avere fiducia nella crescita e nel cambiamento, seppure con le difficoltà e le sofferenze che si potrebbero e/o si possono incontrare
nell’attraversare e superare problemi e patologie. In tal senso, la Psicoanimazione – Terapia Atecorcrea (animazione terapeutica corporea creativa) a mediazione cognitivo, creativo, corporea (Parsi 1976) – è una disciplina terapeutica, umanistica e transpersonale che utilizza in mondo interdisciplinare l’approccio empatico per affrontare, individualmente, in famiglia, a scuola, nel sociale, temi e problemi connessi al vivere insieme.