Ho letto con immenso piacere questo sorprendente e inaspettato libro: Degenerati – Artisti e intellettuali ripudiati dai regimi totalitari – #NavarraEditore.
Il titolo di per sé esplicativo, potrebbe far pensare ad un testo scontato, far supporre storie già raccontate. È un testo nuovo e interessante carico di contenuti. Già dall’introduzione, l’Autore disserta in una erudita analisi su cosa si intende per Arte, nelle sue varie espressioni e manifestazioni, sul complito della stessa, su come è stata interpretata, a seconda del profilo ideologico, o un’arte sociale strumento a disposizione del popolo, che lancia un messaggio su quanto avviene nella realtà socio-politica, o un’arte travisata, considerata un orpello, portatrice di sola bellezza, e propositiva di benessere, un’arte pura in sè e per sè, priva di connotati ideologici disturbanti che non concede facoltà critica alla collettività, così, afferma l’Autore, come nella propaganda nazista.
Nel testo, l’autore fa una lunga carrellata, una vera esposizione narrativa delle vite di artisti e intellettuali, i Degenerati, gli invisi, coloro le cui voci poetiche e letterarie a sostegno della libertà di pensiero, i regimi totalitari, in numerose nazioni e nei diversi periodi del Novecento, hanno cercato di silenziare, con tutti gli strumenti a loro disposizioni, torture, eliminazioni fisiche,
Molto risalto si dà alle figure femminili, grandi scrittrici e poetesse, alcune conosciute, altre meno note ai più, che hanno messo a repentaglio le vite.
Molta importanza ha la parola, un’arma potente, che può determinare la Pace o portare la Guerra. Si scrive nella bella prefazione di Niccolò D’Alessandro. Un vero megafono, un urlo di dolore contro le storture dei regimi.

E gli artisti che non si affidarono alla parola, per opporsi ai regimi, utilizzarono il linguaggio della pittura, Picasso col Guernica, o quello della musica, Sostakovich, e tanti altri.
E quindi come non ricordare un ‘Europa, con la storia lunga di dittature in Italia, con Mussolini, in Germania con Hitler, il regime dei colonnelli in Grecia, quello di Franco nella guerra civile di Spagna, a seguire quello di Salazar in Portogallo, ma non solo, Pinochet in Cile: le feroci dittature asiatiche Ogni paese ha avuto i suoi martiri, i Degenerati, ognuno ha apportato qualcosa di sé, con la propria arte il proprio libero pensiero, e molti hanno pagato con la vita, consapevoli.
L”Autore, non tralascia di annoverare fra queste dittature, quella sovietica. Ci parla di “anticomunismo”, riportando un discorso pubblico di Solženicyn, del 1975. Bello ricordare, uno degli autori che più amo, Arthur Koestler, vittima sia del comunismo che del fascismo spagnolo.
Il testo è supportato da numerose poesie, citazioni, scritti politici di autori e autrici dei più svariati paesi del mondo, compresa Africa dell’Apartheid. Una lettura incantevole di queste opere, che documentano, esplorano l’amore, la giustizia sociale, le difficoltà delle loro vite oppresse, ognuno nella propria forma e col proprio stile.
Infine, sono rimasta impressionata dalla Postfazione di Aldo Gerbino, che riporta una intervista “Conversazioni sul male” di Herling- Grudziňski …il Male può incarnarsi tanto in una persona quanto in un regime sociale. … indubbio per me che il nazismo fosse un impero del Male”.
Altrettanto Belle le conclusioni dell’Autore, con cui mi congratulo! Un libro, non scolastico, che è tanta roba, e al contempo così gradevole da leggere. Merita tanta visibilità, soprattutto per i giovani.
Chapeaux!
Vanna Antonioni